La Guardia di Finanza di Egna, paese in provincia di Bolzano, ha portato alla luce un vero e proprio sistema di caporalato riguardante una ditta di volantini di Vicenza. Le Fiamme Gialle hanno scoperto la presenza all’interno dell’azienda suddetta, di 41 lavoratori tutti in nero, costretti a ritmi di lavoro estenuanti, 15 ore al giorno per sei giorni su sette, con stipendi che variavano fra i 500 e i 700 euro mensili. Sette le persone denunciate, di cui cinque di origini indiane, e due italiani, tutti residenti nella provincia di Vicenza. Come scrive il Quotidiano.net, i reati contestati sono quelli di associazione per delinquere e intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. I lavoratori, quasi tutti stranieri, consegnavano i volantini porta a porta e venivano reclutati in particolare nella zona di Rosà, nel vicentino.



VIOLENZA PSICOLOGICA VERSO I LAVORATORI

Caricati su furgoni tutt’altro che in buone condizioni, i poveretti venivano quindi mandati a distribuire volantini in selle a delle biciclette, con annessi gps per controllarne i tragitti. Stando a quanto svelato dalla Guardia di Finanza, i “dipendenti” erano inoltre continuamente vittime di minacce di licenziamento, e di percosse, per evitare che gli stessi denunciassero le condizioni di lavoro. Ad alcuni venivano addirittura trattenuti i documenti, come la carta d’identità e il permesso di soggiorno, per «mantenere saldo il rapporto di patologica subordinazione e condizionamento psicologico». La società denunciata, ha sede a Vicenza, e la stessa si avvaleva di altre quattro ditte, con sede nelle provincie di Vicenza, Trento, Verona e Milano.

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