Continuano i casa di bullismo nelle scuole italiane. L’ultimo arriva da Zogno, in provincia di Bergamo, dove due sedicenni hanno preso di mira un loro coetaneo, violentandolo psicologicamente per circa un anno, prima che la vittima abbia trovato la forza di denunciare le angherie subite. Come riportato da Il Fatto Quotidiano, spesso e volentieri gli istituti affrontano i casi di bullismo in maniera troppo blanda, limitandosi al richiamo verbale, e solo in pochi casi si sceglie la bocciatura o l’obbligo di lavori socialmente utili. Importante è poi la cura della prevenzione, che secondo la Garante Filomena Albano, è possibile introducendo nelle scuole la cultura della mediazione: «La mediazione va introdotta nei programmi scolastici come materia di studio – spiega la stessa – una formazione rivolta ai giovani perché possano acquisire capacità di ascolto e di mediazione e siano così coinvolti nella gestione dei conflitti a scuola. Ma anche una formazione di cui siano destinatari gli adulti affinché possano acquisire strumenti utili per la gestione della conflittualità». (aggiornamento di Davide Giancrstofaro)



“MEGLIO LA PREVENZIONE DELL’ARRESTO”

Sul blog “Osservatorio Cyberbullismo” su Repubblica, la collega Lucia Tironi per il caso scoppiato nella Bergamasca ha sentito un magistrato che è anche procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Hanno infarti destato qualche critica e polemica le notizie riguardo l’arresto dei 16enni, alcuni hanno anche gridato alla pena eccessiva (posto che è un anno che i due ragazzini, pare, picchiassero e vessassero il compagno di classe, non proprio una o due scazzottate, ndr): secondo il magistrato esperto Ciro Cascone, «Non conosco il caso in questione ma sicuramente l’arresto sarà scattato per un reato come ad esempio gli atti persecutori, oppure l’estorsione, visto che i due chiedevano soldi. Il reato di bullismo non esiste ma anche a Milano in passato ci sono stati arresti per casi simili». Secondo il procuratore le semplici prese in giro e le vessazioni, ovviamente da sole, non valgono un arresto «ma se ripetute e odiose, da sole non bastano a far scattare l’arresto. Quindi si va a cercare un altro reato, come le lesioni, la rapina o lo stalking». Detto questo, per Cascone la risposta penale non aiuta a risolvere molto se manca poi tutta la fase della prevenzione: «Ma non basta. Bisogna puntare su prevenzione e formazione sia dei ragazzi ma anche degli adulti, i genitori, i professori». Secondo il procuratore, la scuola sta prendendo di nuovo coscienza di un problema sommerso e dimenticato, purtroppo, da anni: «Bisogna riuscire a capire e a far capire la portata distruttiva di certi comportamenti. Certo è un po’ tardi. Sono almeno 10 anni che se ne parla. Mi ricordo ancora una vecchia campagna che aveva come slogan ‘Smonta il bullo’. E non mi pare si siano fatti molti passi avanti, a livello educativo e preventivo», si legge ancora sul blog di Repubblica. 



I DATI ISTAT PREOCCUPANO

Nuovo caso di bullismo questa volta a Zogno, nella bergamasca, dove un ragazzo di 16 anni è stato bullizzato per un anno da due suoi coetanei, fermati e attualmente in una comunità di recupero. Come pubblicato da Il Fatto Quotidiano, sono preoccupanti i numeri riguardanti i casi di violenze psicologiche e fisiche subite dagli alunni nelle scuole d’Italia. Stando ai dati Istat, nel 2014 un ragazzo su due è stato vittima di bullismo, e l’età più a rischio è quella che va dagli 11 ai 17, con il periodo più critico 11-13. La maggior parte dei casi di bullismo si limita a parolacce e insulti, ma in alcuni casi si sfocia addirittura nella violenza fisica. A subire queste ingiurie sono più le ragazze rispetto ai maschi, e i casi più frequenti si registrano nel nord della nostra penisola rispetto al sud Italia. Il 50% degli studenti ha subito un episodio offensivo, mentre il 9.1% lo ha subito almeno una volta a settimana. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



NUOVO CASO DI BULLISMO A ZOGNO

Si chiude, forse, un incubo per uno studente della Bergamasca a Zogno: i carabinieri infatti questa mattina hanno arrestato due compagni di classe 16enni che per oltre un anno avrebbero vessato, minacciato e picchiato a più riprese un loro coetaneo nella cittadina in provincia di Bergamo. Gli episodi di bullismo estremo infatti non si sarebbero limitati a “qualche scaramuccia” momentanea ma ad un vero e proprio clima di vessazione durato tra il dicembre 2016 e lo stesso mese dell’anno dopo. Il tutto con a cornice una scuola superiore di Zogno, dove questa mattina i due adolescenti sono stati arrestati e portati davanti al Tribunale dei Minori. La misura cautelare è scattata per disposizione del pm dopo le lunghe indagini per verificare e accertare i numerosi episodi di bullismo aggravato da minacce: uno dei 16enni arrestati è originario della zona, mentre l’altro è nativo del milanese, spiega l’Eco di Bergamo. Non è ancora chiaro se scatteranno misure come direttamente il carcere minorile o i domiciliari, ma di certo resta la forte decisione degli inquirenti che vogliono così spezzare una catena di orrori che continuava da troppo tempo.

ESTORSIONI E BOTTE PER UN ANNO

Gli studenti 16enni sono accusati di lesioni, minacce aggravate e in concorso nei confronti di un loro coetaneo e compagno di classe: un “rituale” di bullismo durato 12 mesi dove addirittura i due ragazzini avrebbero più volte costretto il compagno a dare loro soldi per evitare di picchiarlo ulteriormente. Solo che l’incubo non finiva e la volta dopo tornavano alla carica; l’indagine è scattata ormai qualche mese fa quando i genitori della vittima hanno denunciato tutto ai carabinieri dopo che il ragazzo ha avuto il coraggio di raccontare il tutto. Sono emersi in questo modo tutti gli episodi che il ragazzino non aveva riferito, pare, per timore della reazione dei due 16enni che avrebbero potuto picchiarlo ancora di più. Secondo quanto riporta il Messaggero, i due adolescenti accusati di bullismo sono al momento stati collocati in una comunità per minori della zona in attesa della decisione del Tribunale dei Minori.