Il processo a carico di Matteo Cagnoni, il noto dermatologo in carcere con l’accusa di aver ucciso, il 16 settembre 2016, la moglie 39enne Giulia Ballestri dalla quale stava per separarsi, si avvia velocemente verso le sue battute finali. Oggi si è tornati in aula in occasione della 24esima udienza del processo che vede imputato il medico a rischio ergastolo. Ad intervenire, come spiega Ravennaedintorni.it, è stato il consulente informatico della difesa, Donato Eugenio Caccavella, il quale ha analizzato con estrema attenzione tutte le immagini delle videocamere installate in via Padre Genocchi a Ravenna, ovvero dove è sita la villa disabitata di famiglia e nella quale sarebbe avvenuto l’orrendo omicidio della donna, massacrata secondo l’accusa proprio da Cagnoni armato di bastone. L’esperto ha esposto in aula le immagini di una simulazione eseguita con un’altra telecamera e che andrebbe a smentire quanto teorizzato dall’accusa. A sua detta, seguendo il metodo scientifico non è possibile affermare con assoluta certezza che il giorno precedente all’omicidio della moglie Giulia si veda Cagnoni nei filmati. Caccavella ha quindi esaminato i filmati delle telecamere della caserma della Guardia di Finanza, ovvero i medesimi usati dall’accusa, ed ha realizzato una simulazione con una telecamera simile a quella usata dalle Fiamme Gialle. Quindi gli esperti forensi hanno realizzato dei filmati in cui vengono compiute le azioni di cui è accusato Matteo Cagnoni per poi confrontarli con gli originali riscontrando una differenza e quindi smentendo in tal modo la tesi dell’accusa.



L’ANALISI DEI VIDEO SECONDO IL PERITO DELLA DIFESA DI CAGNONI

In aula, nel corso del processo a Matteo Cagnoni l’attenzione del perito della difesa si è concentrata in particolare sul giorno precedente all’omicidio di Giulia Ballestri. Secondo quanto sostenuto dall’accusa, l’imputato si recò alla villa dell’orrore con la sua Chrysler Voyager nera con l’intento di portare il bastone che avrebbe usato per uccidere la moglie e l’acqua distillata con la quale tentò di ripulire le tracce. Il mezzo rimase fermo davanti alla villa per ben otto minuti. L’esperto ha commentato, come riporta Ravennaedintorni.it: “Sì, è vero che si vede un veicolo fermo. Ma se stiamo a un metodo scientifico non ci sono elementi sufficienti per dire che qualcuno scenda e qualcuno risalga. Se ci atteniamo alle rilevanze scientifiche dobbiamo pensare che il conducente sia rimasto a bordo otto minuti senza scendere”. Il presidente della Corte, a quel punto, ha chiesto spiegazioni sulle ombre che si vedono nel video e che sembrano essere i movimenti di una persona. Il perito ha quindi spiegato: “È un effetto dovuto alla compressione del video nelle telecamere di videosorveglianza che fa perdere qualità, possiamo dire che è una sorta di miraggio”. Quindi Caccavella ha commentato anche il momento in cui la Mercedes di Cagnoni, nel giorno del delitto della moglie, riparte dalla villa. L’imputato non ha mai negato di essersi recato con la donna nella villa di famiglia ma ha poi sempre detto di essere andato via in auto mentre Giulia sarebbe andava via a piedi. Per l’accusa però, la 39enne non uscì più dalla villa mentre di contro l’imputato fece inversione e fermò la vettura davanti all’abitazione per caricare in auto degli oggetti. “Nel video non si vedono sportelli aprirsi e la vettura resta ferma appena pochi secondi, impossibile caricare materiale”, ha però sostenuto il perito della difesa.

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