Ha fatto il giro del web la foto della tac realizzata all’interno dell’azienda ospedaliera Cardarelli di Napoli da una paziente che durante una radiografia ha risposto ad una telefonata arrivata proprio in quel momento sul proprio cellulare. Se è vero che dinanzi allo stupore dei medici la paziente si è scusata dicendo, “Avevo portato il cellulare con me per errore”, lo è altrettanto che c’è un rigido regolamento che vieta proprio l’ingresso dei dispositivi cellulari all’interno della sala raggi. Come riportato da Il Corriere del Mezzogiorno, però, quanto fatto dalla paziente è ancora più grave visto che non solo ha introdotto lo smartphone, ma incredibilmente lo ha addirittura adoperato durante la tac. Volete sapere com’è andata a finire? Da quel che si apprende con un duro rimprovero da parte dei medici: di certo un’altra “dimenticanza” non si verificherà…(agg. di Dario D’Angelo)

OSSESSIONE SMARTPHONE

Sembrerebbe un fotomontaggio ma purtroppo non lo è: una donna, mentre stava facendo la tac all’ospedale Cardarelli di Napoli, ha ben pensato di rispondere al proprio cellulare. Sia chiaro, nulla di così tragico o dannoso per la stessa, ma almeno in certi momenti sarebbe bene dimenticarsi del proprio dispositivo mobile. E invece il rapporto con lo smartphone sta diventando sempre più morboso. Ormai non ci si sorprende più nel vedere la gente, soprattutto i ragazzini, girare per la città con il telefono in mano, sempre pronti a controllare se vi siano nuovi like ai post, alle foto, o nuovi messaggi su WhatsApp, e ancora, commenti, condivisioni e via discorrendo. Gli psicologici considerano la dipendenza dal proprio telefono una vera e propria malattia, al punto che ad alcuni viene addirittura la tachicardia se ad esempio il telefono non prende, o se la batteria si sta esaurendo e si è in giro senza il carica. Insomma, quello che una volta veniva chiamato “cellulare”, sta divenendo sempre più un estensione del proprio corpo, e per alcuni versi può essere un bene, vista l’utilità indubbia che lo stesso ha (si pensi ad esempio alla ricerca di un numero di telefono, o alla possibilità di tenersi aggiornati su un argomento, e ancora, allo sfruttamento delle app “mappe”), ma come per ogni cosa, non bisognerebbe mai abusarne, soprattutto, mentre si sta facendo una tac… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

COSA SUCCEDE SE SI RISPONDE DURANTE LA TAC?

Ma cosa può succedere, tecnicamente, portando un cellulare o un dispositivo affine all’interno di un macchinario per radiografie, risonanza magnetica o TAC? Quanto capitato alla signora all’ospedale Cardarelli di Napoli, che ha risposto a una telefonata mentre stava effettuando una TAC, non è in realtà così inusuale, capita spesso di scordare qualcosa che appartiene al paziente ma non dovrebbe assolutamente entrare nel macchinario durante l’esame diagnostico. Senza considerare che a volte (anche se non era questo il caso, qui si parla di pura negligenza) l’emergenza e la fretta causano queste sviste. Ovviamente, la presenza di un oggetto come il cellulare invalida completamente l’esame, ma non ha conseguenze sul paziente, alimentando l’effetto dei raggi X. Al tempo stesso, gli oggetti non assorbono le radiazioni, quindi non è pericoloso tenere vicino il cellulare dopo averlo accidentalmente introdotto all’interno della macchina dei raggi in funzione. Una lezione in più per la signora che la prossima volta attenderà sicuramente qualche minuto in più prima di rispondere al telefono, invece di farlo nel bel mezzo di una TAC. (Agg. di Fabio Belli)

“MI SONO SBAGLIATA”

Arrivata al pronto soccorso di Napoli con un forte mal di testa, la donna è stata mandata in Neuroradiologia per una Tac d’urgenza. I tecnici l’hanno posizionata davanti all’apposita apparecchiatura per l’esame e proprio durante lo scatto della foto, hanno visto la sagoma della donna con un telefonino all’orecchio. L’immagine è inequivocabile e ha già fatto il giro del web. La paziente si è così spiegata: “Avevo portato il cellulare con me per errore”. Il regolamento, infatti, vieta ai pazienti di portare con loro lo smartphone durante gli esami. L’accaduto logicamente ha fatto scalpore. L’esame – fa sapere tgcom – è stato poi svolto in maniera regolare e non sono stati riscontrati problemi particolari. Il primario Mario Muto si è così espresso sulla bizzarra vicenda: “Mi è sembrato paradossale. Eppure è accaduto davvero. La signora stava parlando al telefono durante la Tac”.

LA FOTO INCREDIBILE

Dall’Ospedale Cardarelli di Napoli ci arriva un’immagine che ha davvero dell’incredibile e che ci parla di una donna pronta a rispondere al cellulare addirittura durante una Tac. I tecnici di radiologia hanno immediatamente interrotto l’esame per evitare ulteriori problemi, ma il sistema ha immortalato la donna tracciando una foto davvero molto curiosa. L’immagine ha fatto il giro del web, diventando in poco tempo virale anche per l’assurdità del momento. Il Corriere del Mezzogiorno ha raccontato questa storia particolare e che lascia senza parole anche perché poteva far correre dei rischi davvero grandi alla donna alle prese con un esame medico davvero molto particolare e delicato. Al momento non è chiaro come abbia reagito la donna e cosa ha detto ai medici dopo che l’esame è stato messo in pausa. Soprattutto avrà chiuso la chiamata oppure avrà fatto attendere anche i tecnici?

IMPOSSIBILE STACCARSI DALLO SMARTPHONE

Da Napoli arriva una storia incredibile che ci parla di una donna sottoposta a una tac all’Ospedale Cardarelli che non ha saputo resistere al richiamo del suo smartphone. Ha provato a rispondere infatti durante l’esame che è stato immediatamente interrotto. Questo apre ovviamente uno spunto di riflessione importante legato alla società di oggi che fin troppo vive incollata ai dispositivi mobili. Un brutto vizio che purtroppo fin troppo spesso porta a incidenti stradali o altri problemi del genere. Una situazione a cui bisogna porre al più presto rimedio anche perché il disagio potrebbe crescere ancora di più in una società dove ci parliamo sempre di meno in mezzo alla strada e tendiamo ad isolarci nel mondo della rete. Trovare un rimedio che non vada a intaccare l’utilissimo scatto in avanti della tecnologia è però molto difficile anche perché risulta praticamente impossibile porre dei limiti.