Gentiloni a Genova: “l’Italia faccia l’Italia in Europa”

Intervenendo al Festival di Limes a Genova in un incontro con Lucio Caracciolo, è tornato a parlare il giorno dopo la Direzione Pd l’attuale presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, rimasto in carico per il disbrigo degli affari correnti negli ultimi due mesi e che lo vedono tra i possibili protagonisti anche della prossima fase “istituzionale” che avrebbe in mente il Capo dello Stato, qualora i partiti non riescano ad arrivarne ad una per la formazione del nuovo governo. Gentiloni risponde a distanza a Beppe Grillo che oggi è tornato sulla proposta M5s del referendum sull’Italexit dall’Euro: «L’Italia non è un paese neutrale, non può permettersi di essere fuori o contro l’Europa. Alla mia successora o al mio successore dirò che l’Italia deve fare l’Italia, difendendo i suoi interessi nazionali ma non dimenticando dove siamo e qual è la nostra scelta di campo». Secondo il premier sarebbero guai se l’Italia smettesse di fare l’Italia in politica estera, « non possiamo permetterci di uscire dai binari europei ma neppure ritenere esaurita la nostra politica estera perché questi binari pur rilevanti non sono esaustivi e l’Italia deve continuare a difendere anche i propri interessi». Tornando poi sul fronte immigrazione, tra i nodi più caldi delle critiche anti-Ue dove sia Lega che M5s battono il chiodo da tempo: «servono migrazioni legali e se possibili legate al mercato del lavoro. Ne abbiamo bisogno dei migranti ma il flusso sia sicuro per tutti». Ritornando poi, sempre da Genova, sullo stesso punto, Gentiloni precisa «Penso che l’unica ricetta sensata per un Paese con la nostra geografia, di fronte all’Africa, sia rendere il numero dei flussi governabile, riducendoli in modo drastico e facendo partire in parallelo un meccanismo di migrazioni legali, sicure e se possibile legate al mercato del lavoro nel paese in cui si va a migrare. Noi siamo leader di questa questione e ce lo riconosce tutto il mondo». (agg. di Niccolò Magnani)



Bologna, Stazione Centrale: arrestato il 23enne molestatore

In pochi minuti avrebbe molestato almeno 5 donne: questo il caso incredibile avvenuto nella Stazione Centrale di Bologna l’altro ieri mattina, 2 maggio 2018. Caso forse risolto però nel giro di 48 ore, con la Polizia Ferroviaria che ha fermato e arrestato un 23enne di origini afghane, riconosciuto dopo l’incrocio dei video di sorveglianza e le descrizioni e identikit delle vittime palpeggiate. Una donna ha raccontato di essere stata avvicinata e poi molestata da un uomo addirittura sul treno regionale appena giunto a Bologna. Sarebbe poi almeno altre 4 le donne toccate e molestate dal misterioso 23enne: chi dietro un muro, chi davanti ad un treno, chi dentro un sottopassaggio. Tutto in pochi minuti e tutte che forniscono le stesse descrizioni: il ragazzo ha svariati precedenti di polizia per analoghi reati a sfondo sessuale, furto, violazione di domicilio e resistenza e quando è stato arrestato non ha opposto particolare resistenza. Ora è accusato dalla procura di Bologna per violenza sessuale aggravata e continuata. (agg. di Niccolò Magnani)



Metro C Roma, l’esperto: “fermatevi!”

Secondo l’ingegnere Sandro Simoncini, docente di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA, il progetto della Metro C di Roma che dal 12 di maggio vedrà attiva la nuova stazione dI San Giovanni va assolutamente fermato. «È un bagno di sangue, fermiamoci ai Fori imperiali», spiega l’esperto ad Affari Italiani dopo l’annuncio della sindaco di Roma Virginia Raggi. «Con quasi sette anni di ritardo sull’iniziale cronoprogramma, la linea C della Metropolitana di Roma vedrà finalmente il suo percorso allungarsi fino alla stazione di San Giovanni – dichiara l’ing. Simoncini – Difficile, nella storia trasportistica europea, rintracciare una infrastruttura che abbia avuto uno sviluppo tanto travagliato e che presenti un così elevato numero di criticità: un esorbitante costo di progettazione e realizzazione di quasi quattro miliardi di euro», prosegue l’esperto in una invettiva contro l’intera gestione della Metro C. Giusta la fermata di San Giovanni ma poi bisogna fermarsi, spiega ancora Simoncini: «la cosa più saggia sarebbe quella di fermarsi, evitando lo sbocco al di là del Tevere che fu ipotizzato addirittura dal Piano Regolatore del 1962. Non solo si scongiurerebbero investimenti finanziari insostenibili nell’attuale congiuntura economica, ma sarebbe anche l’occasione per un ripensamento dell’idea stessa di mobilità nella Capitale». (agg. di Niccolò Magnani)



Raggi inaugura la metro C nella stazione San Giovanni

Il prossimo 12 maggio il sindaco di Roma, Virginia Raggi, inaugurerà la nuova stazione della Metro C a San Giovanni: durante la conferenza stampa tenuta stamane in Campidoglio, la prima cittadina M5s ha spiegato che quella stessa linea andrà avanti anche in futuro, «Siamo orgogliosi di quello che sta accadendo, e allo stesso tempo guardiamo al futuro della metro C e lo facciamo con il Piano urbano della Mobilità sostenibile, interpellando i cittadini. L’opera continuerà, andrà avanti e non si fermerà». L’obiettivo sulla Metro C è quello di continuare fino a Colosseo-Fori Imperiali e poi a Piazza Venezia, passando per altre fermate a Vittorio Emanuele, Piazza Navona, San Pietro Ottaviano e Piazzale Clodio, «e perché no, fino a Farnesina con una grossa area di scambio. Si toglierebbe la deviazione iniziale all’auditorium, e la zona dell’Auditorium sarà servita dal tram», spiega il presidente della commissione Mobilità, Enrico Stefano. La stazione San Giovanni di Metro C aprirà con una frequenza a 12 minuti, ma l’obiettivo è portarla in brevissimo tempo a 9 minuti su tutta la rete: tempi ancora molto lunghi che dovranno essere ridotti per poter far avvicinare il servizio metropolitano della Capitale a quello delle maggiori città europee, cominciando dalla stessa Milano. (agg. di Niccolò Magnani) QUI LA NOTIZIA APPROFONDITA

Direzione Partito Democratico: scoppia la pace Martina-Renzi

Una mano tesa verso Renzi quella che Maurizio Martina ha teso durante il suo intervento nella direzione nazionale del Partito Democratico. Il segretario reggente stoppa l’accordo col Movimento 5 Stelle e chiede che che si metta fine a quella fase di odio che tanto ha nuociuto al Partito di fronte agli elettori. Prima dell’incontro lo stesso Martina aveva incontrato alcuni esponenti dell’area renziana, probabilmente per siglare una tregua fino alla prossima assemblea. Martina ha confermato che lunedì dinanzi al Presidente della Repubblica il PD terrà un atteggiamento responsabile ma non ha negato come l’ipotesi di nuove elezioni si stia facendo via via sempre più forte. Intanto mattarella da lunedì darà il via a nuove consultazioni: si parte da M5S, poi a seguire il centrodestra unito. 

Lunedì nuovo giro di consultazioni del Presidente della Repubblica

Saranno consultazioni lampo quelle decise dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e fissate nella sola giornata di lunedì prossimo. Il giro di incontri servirà a verificare se ci siano altre prospettive per la creazione di un esecutivo stabile, la notizia che circolava già da qualche giorno è stata confermata in una nota del Quirinale. La stessa nota non nasconde l’irritazione della prima carica dello Stato per il fatto che ad oltre 2 mesi dalle elezioni nessun accordo politico è stato raggiunto tra le forze in campo. La speranza del capo dello Stato è quella che il MoVimento 5 Stelle e la Lega riescano a chiudere un accordo in queste ore, o almeno che i partiti appoggino un governo del Presidente, governo presieduto da una personalità terza che abbia lo scopo di varare una nuova legge elettorale e di portare il paese alle urne nella primavera del prossimo anno.

L’Italia a rischio per l’incertezza politica

Dura bacchettata della commissione europea al nostro paese, con i contabili di Bruxelles che pur confermando l’ipotesi di una leggera crescita per il Bel Paese vedono All’orizzonte un rischio legato all’ incertezza politica sul seguente alle elezioni dello scorso marzo. I dati della commissione certificano il nostro paese all’ultimo posto della crescita Europea. Partendo dai numeri viene analizzata la situazione politica italiana, e viene sottolineato come la mancata creazione di un governo può causare volatilità ai mercati con il susseguente rischio di un rallentamento della crescita. Pesante anche la parte dedicata al risanamento dei conti, con il commissario Pierre Moscovici che definisce questi ultimi pari a zero.

La Roma esce a testa alta

Ha abbandonato la Champions a testa altissima la Roma, acclamata dai tifosi dopo il 4 a 2 sul Liverpool. I ragazzi di Di Francesco non sono partiti benissimo ma hanno avuto il grande merito di ribaltare una partita che vedeva gli inglesi in vantaggio per 2 a 1, dopo il 5 a 2 dell’andata. Sul match deciso negli ultimi minuti pesa una svista arbitrale, con il direttore di gara Skomina che non ha visto un un rigore lapalissiano degli inglesi (fallo di mano di Alexander Arnold). A contendersi la vittoria del prestigioso trofeo il 26 maggio a Kiev saranno il Real Madrid e il Liverpool: anche il Blancos sono stati al centro di molte polemiche arbitrali nella semifinale vinta contro il Bayern Monaco.

Europa League, ecco le finaliste

Sarà Atletico Madrid-Marsiglia la finalissima di Europa League a Lione. Nelle semifinali di ritorno, i “Colchoneros” spagnoli hanno battuto 1-0 l’Arsenal dopo l’1-1 dell’andata. I francesi invece sono stati costretti al 2-0 dal Salisburgo, che ha pareggiato lo 0-2 subito al Velodrome all’andata. Ai supplementari però, in una partita che alla stregua di quanto visto in Champions ha scatenato molte polemiche sull’arbitraggio, è stato il Marsiglia con l’ex interista Rolando a trovare il gol della qualificazione.