Il caso Pasquaretta finisce nel Consiglio Comunale di Torino: la sindaca Chiara Appendino ha difeso il suo portavoce, finito nel mirino per la consulenza da 5mila euro alla scorsa edizione del Salone del Libro. «La procedura di autorizzazione è stata seguita in maniera regolare», sostiene la prima cittadina. La richiesta – spiega Appendino – «è arrivata il 12 maggio perché c’era la necessità che Luca Pasquaretta fornisse assistenza al presidente della Fondazione per il Libro, Massimo Bray». L’autorizzazione invece «è arrivata il 16 maggio dal responsabile dello staff di giunta che ha valutato che non ci fosse conflitto d’interesse tra l’attività di collaborazione con il Salone e il suo ruolo in Comune». Proprio oggi i carabinieri hanno acquisito la documentazione sulla consulenza di Pasquaretta per il Salone del Libro 2017. Il MoVimento 5 Stelle, a differenza della sindaca di Torino, prende palesemente le distanze dal collaboratore di Appendino. «Il gruppo consiliare ritiene che sia stato inopportuno il conferimento di detto incarico soprattutto alla luce del ruolo rivestito allora e a tutt’oggi dallo stesso Pasquaretta».
TORINO, CASO PASQUARETTA: APPENDINO DIFENDE IL PORTAVOCE
Sul caso Pasquaretta, approdato anche in Sala Rossa, è intervenuto anche Stefano Lo Russo, capogruppo del Partito democratico: «Non possiamo entrare nel merito per ragioni di privacy, e mi fa rabbia che la sindaca dica che è normale che il suo portavoce sia stato pagato e gli altri no», ha commentato durante il Consiglio comunale. «Nel modulo da lui firmato dove chiedeva di poter svolgere questa attività ultronea di collaborazione, Pasquaretta ha assicurato che l’attività sarebbe stata fatta fuori dall’orario di lavoro», ha aggiunto Lo Russo, il quale ha poi chiesto che la questione venga approfondita «perché non ci sono arrivate risposte sufficienti». Peraltro, dubita che quella prestazione sia stata effettivamente svolta. Ma ha anche attaccato la sindaca di Torino per «la sua completa mancanza di onestà intellettuale». Dai banchi dem non sono mancate ironie, come quella dell’ex assessore Claudio Lubatti: «Dovevate aprire il comune come una scatoletta di tonno e vi siete mangiati anche la scatoletta. Sapete cos’è l’opportunità politica?».