RUSSIA, PUTIN PRESIDENTE PER LA QUARTA VOLTA
Si è insediato Vladimir Putin per la quarta volta da Presidente della Russia, con il giuramento avvenuto al Cremlino questo pomeriggio dopo la schiacciante vittoria alle elezioni del marzo scorso: il leader di Russia Unita ha spiegato all’inizio del suo quarto mandato (che lo vedrà al potere fino al 2024), «Ritengo un mio dovere e la missione della mia vita fare tutto il possibile per la Russia, per il suo presente e per il suo futuro», spiega il 65enne al potere dal lontano 1999 ormai. Come primissima, scontata, decisione del Cremlino, Putin ha chiesto di confermato il fedele Dmitri Medvedev come primo ministro del Governo Putin IV: se ben ricordate, l’ex primo ministro uscente è stato l’unico a concedere l’alternanza prevista dalla Costituzione russa (con limite di non più di due mandati consecutivi al Cremlino, ndr) a Putin, divenendo tra il 2008 e il 2012 il Presidente con Vladimir premier. Qualche altro membro del governo dovrebbe cambiare ma per ora non vi sono nomi certi: quello che invece è sicuro è che qualsiasi scelta farà Putin sarà approvata vista la larghissima maggioranza che Russia Unita ha nella Duma, con 339 deputati su 450. (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI-BERLUSCONI, RESTANO LE DISTANZE
Il vertice del centrodestra che si è svolto ieri sera a Palazzo Grazioli ha messo in luce ancora una volta le enormi distanze tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Due ore dopo le tensioni non si sono affatto appianate. Il leader della Lega ha ritenuto più opportuno il ritorno al voto piuttosto che un governo del presidente, bocciando quindi l’idea di Berlusconi. Se l’accordo con Di Maio si facesse, stando alle ipotesi del centrodestra, si potrebbe avanzare il nome di un premier come Giancarlo Giorgetti, con Salvini garante dell’alleato. In assenza di un governo politico in grado di dare garanzia al Paese, il leader del Carroccio preferirebbe tornare al più presto al voto. Berlusconi intanto continua a chiedere l’incarico a un premier di centrodestra e secondo fondi di FI, se Mattarella dovesse proporre un governo del presidente, pur di tenere unito il centrodestra lui sarebbe disposto a dire di no accettando il ritorno al voto. Il vertice molto sofferto è andato avanti fino a tarda sera con un duro braccio di ferro tra Lega e Forza Italia. Vertice che, proprio alla luce delle forti tensioni è stato aggiornato a questa mattina. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
VERTICE SALVINI-BERLUSCONI, TENSIONE
Sarà una giornata decisiva quella di oggi per le trattative di governo. Nel vertice del centrodestra riunito a Palazzo Grazioli è andato in scena un vero e proprio braccio di ferro tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Un summit, quello comprendente anche Giorgia Meloni, durato circa due ore e al quale non è seguito alcun comunicato ufficiale, segnale inequivocabile che la quadra non è stata ancora trovata. La riunione è stata aggiornata alla mattinata di oggi, poco prima che alle 11 la delegazione della coalizione di centrodestra (a quanto pare unita) salga al Colle per le consultazioni con Sergio Mattarella. A meno che tra il leader della Lega e quello di Forza Italia non si consumi la rottura sul tema del governo con i 5 Stelle.
TIMIDO PASSO INDIETRO DI MAIO
Alla vigilia delle consultazioni del Presidente della Repubblica oggi si nota un timido passo indietro del capo politico del Movimento Cinque Stelle, DI Maio. Il politico campano parlando in una nota trasmissione televisiva si dice pronto ad accettare una personalità terza che presieda un governo sull’asse Movimento-Lega. Netta ancora la contrapposizione verso Forza Italia, con i grillini che non accettano in maniera assoluta l’ingresso di Berlusconi in un eventuale esecutivo. Adesso la palla passa nuovamente nel terreno del centro destra, i leader di quest’ultimo si incontreranno stasera a Palazzo Grazioli, qui Salvini, Berlusconi e la Meloni metteranno a punto la linea che terranno nell’incontro di domani con Mattarella, una linea che sarà anche una risposta alla proposta grillina.
MCCAIN NON VUOLE TRUMP AI SUOI FUNERALI
Per capire quanto l’America sia divisa sul presidente attuale Donald Trump basta seguire la notizia che vede un senatore molto stimato del congresso americano, rifiutare la presenza dell’inquilino dello studio ovale al suo…funerale. McCain è ammalato gravemente di un tumore al cervello, grande e tenace combattente oggi parlando con i giornalisti ha chiarito come in caso di sua prevedibile dipartita non vuole la presenza di Trump, una persona che ha definito “malvagia e senza cuore”. Il senatore è stato persino candidato Vice presidente nell’elezione vinta poi da Barak Obama, presidente che a differenza dell’attuale gode della stima dell’ex prigioniero di guerra in Vietnam.
ALLARME VIOLENZA A LONDRA
Non trova tregua la violenza a Londra, con la capitale inglese che dall’inizio dell’anno ha dovuto contare ben sessanta vittime di reati violenti. La violenza sembra scoppiare soprattutto tra i giovani, solo ieri infatti morti due giovani, un diciassettenne colpito nel sud della città e un ventenne ucciso a coltellate. E mentre il sindaco di Londra Sadiq Khan dice di stare predisponendo, con l’aiuto delle forze dell’ordine, un piano di contrasto, ribrezzo viene dalle dichiarazioni del presidente Trump, con l’inquilino dello studio ovale che parlando alla riunione della lobby delle armi americane paragona le strade attorno al Big Ben ad una vera e propria malfamata zona di guerra.
JUVENTUS VIRTUALMENTE CAMPIONE D’ITALIA
Manca solo la matematica per incoronare gli uomini di Massimiliano Allegri campioni d’Italia pe la settima volta consecutiva. Ieri i bianconeri pur soffrendo a causa di un generoso rigore concesso al Bologna, hanno dominato la partita contro gli emiliani, vincendo alla fine per 3 a 1. Oggi invece il Napoli di Sarri non è andato più in là di un pareggio con il Torino in casa. Adesso i punti di vantaggio sono sei a due giornate dal termine, in tale contesto a Buffon e compagni serve solamente un’altro misero punto in due partite, in alternativa i bianconeri dovranno evitare di prendere molti goal, stante che in caso di pari punti al termine a consegnare il tricolore sarà la differenza reti, nella quale si trovano abbondantemente in vantaggio rispetto ai partenopei