Potrebbe allargarsi a macchia d’olio la già imponente indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza a proposito degli accertamenti sui doppi lavori svolti da alcuni docenti universitari. Infatti, le verifiche del cosiddetto Progetto Magistri hanno portato alla luce qualche centinaio di casi, la maggior parte riguardanti atenei nel nord Italia ma che si configura come un fenomeno che interessa l’intera penisola. Infatti, dagli iniziali 172 controlli che hanno sollevato le prime irregolarità si è arrivati al doppio delle verifiche che hanno mostrato come la maggior parte delle segnalazioni mettessero in risalto effettivamente dei casi che violavano palesemente quanto disposto dalla legge Gelmini. Oltre al danno per l’Erario, adesso si procederà ad ulteriori controllo per capire alla fine quale potrebbe essere l’entità del risarcimento totale che i suddetti docenti dovranno corrispondere: infatti, quella che sembrava una irregolarità che riguardava una minoranza del corpo docente degli atenei adesso si pone invece come una vera e propria piaga che ha visto tanti scegliere la formula dell’insegnamento a tempo pieno, salvo poi svolgendo in parallelo una attività più remunerativa guadagnando dunque illecitamente e, di fatto, contravvenendo alle prerogative contenute nella riforma che porta il nome della parlamentare di Forza Italia. (agg. R. G. Flore)



UN GIRO DA OLTRE 80 MILIONI?

Università, doppio lavoro docenti: nuovi aggiornamenti sulla vicenda che vede ben 411 professori sotto inchiesta per aver svolto attività privata nonostante il lavoro a tempo pieno sottoscritto con l’Ateneo di appartenenza. Secondo quanto sottolinea il Corriere della Sera, le prime contestazioni hanno raggiunto un danno da 42 milioni di euro. Ma siamo solo all’inizio: nel corso delle prossime settimane le verificherà saranno ampliate anche ad altre facoltà, come vi abbiamo sottolineato, e i dati acquisiti fin qui dalla Guardia di Finanza permettono di effettuare una stima ben più alta di ciò che potrà essere il risarcimento da chiedere ai professori sotto inchiesta. Il quotidiano di via Solferino sottolinea che alla fine di questo giro di controlli si potrebbe arrivare al doppio della cifra già accertata: parliamo di oltre ottanta milioni di euro. Attesi aggiornamenti nelle prossime ore, con le Università italiana che dovranno vedersi restituire somme ingenti percepite illecitamente dai docenti… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



UNIVERSITA’, DOPPIO LAVORO DOCENTI

Pur lavorando a tempo pieno nelle Università, alcuni docenti non hanno comunque rinunciato all’attività privata. Per tale ragione, almeno 411 professori universitari che occupano una cattedra presso i dipartimenti di Ingegneria e Architettura in diverse Università d’Italia sono finiti sotto inchiesta nell’ambito di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza. L’accusa a loro carico è quella di svolgere un doppio lavoro. Optando per il regime di “tempo pieno”, infatti, i docenti hanno accettato di non svolgere altri incarichi, ad eccezione di quelli esplicitamente autorizzati dal Rettore, ma così non è stato per oltre 400 di loro. Come riporta Il Messaggero, però, a finire nel mirino della Gdf non sarebbero stati solo i dipartimenti di Ingegneria e Architettura ma anche Chimica, Medicina, Giurisprudenza ed Economia. Si tratterebbe di una pratica molto diffusa soprattutto tra i professori universitari del Nord Italia e vedrebbe in cima alle Regioni con i maggiori casi di docenti con doppio lavoro soprattutto la Lombardia. Qui sarebbero ben 60 i casi attualmente al vaglio dei militari. In seconda posizione si colloca invece la Campania con 49 docenti sotto inchiesta, mentre nel Lazio sono attualmente 38. L’inchiesta, tuttavia, è destinata ad allargarsi coinvolgendo un numero molto più ampio di quello finora emerso e che vedrebbe almeno 411 docenti aver distorto a proprio comodo le prerogative della riforma Gelmini, scegliendo la formula di insegnamento a tempo pieno ma dedicandosi ad altre attività remunerative, svolgendo di fatto un doppio lavoro e infrangendo la legge.



LOMBARDIA RECORD DI DOPPI LAVORI TRA I PROF UNIVERSITARI

Sarebbero almeno 411 i docenti finiti nel mirino della Guardia di Finanza e che in tutta Italia avrebbero svolto un doppio lavoro nonostante la formula di insegnamento a tempo pieno con pieno stipendio. Per tale ragione, come spiega Corriere.it, ora sono chiamati a risarcire lo Stato versando nella casse delle strutture pubbliche quanto finora guadagnato illecitamente. I controlli a tappeto in tutto il Paese hanno riguardato i principali atenei al fine di appurare il pieno rispetto della legge che impone a chi sceglie di lavorare a tempo pieno non solo un impegno di 350 ore ma anche e soprattutto il divieto di svolgere altre attività. Le verifiche sono state spronate proprio dal presidente della Corte dopo aver evidenziato risultati positivi per l’Erario grazie a questi tipi di controlli. In Lombardia si registra il record di doppi incarichi. Dopo aver appurato i vari casi, si procede adesso con le contestazioni. Tra gli atenei presi di mira dalla Fiamme Gialle non mancano Università rinomate come il Politecnico di Milano e quello di Torino; Tor Vergata, Romatre e la Sapienza nella capitale; la Federico II di Napoli e l’Unipa di Palermo e che ora dovrebbero vedersi restituire soldi illecitamente percepiti fino ad oggi da molti professori.