Quattro esponenti del clan dei Casamonica sono stati arrestati nelle scorse ore a seguito del raid punitivo avvenuto presso il Roxy Bar, locale sito nel quartiere Romanina di Roma. La famiglia di malavitosi è ormai da tempo che cerca di dettare legge nella capitale, come sottolineato anche da un retroscena svelato questa mattina dal Corriere della Sera. A fine aprile, infatti, una decina di appartenenti alla famiglia si recò presso il commissariato di via Orazio Raimondo, nello stesso quartiere romano del locale di cui sopra, chiedendo il rilascio del 36enne Angelo, colpevole di aver rapinato alcuni automobilisti spacciandosi per un memebro della polizia e dei carabinieri. Le forze dell’ordine dovettero chiamare i rinforzi, lo scorso mese, per evitare che la tensione degenerasse in atti di violenza più feroce. Una situazione che sta divenendo insostenibile nella periferia romana, e sono molti gli esponenti politici che hanno invocato il pugno di ferro, con la speranza che gli episodi di criminalità possano sensibilmente diminuire. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL COMMENTO DI CALDEROLI
Il raid dei Casamonica al Roxy Bar della Romanina ha trovato la condanna anche delle forze politiche. Particolarmente acceso il commento di Roberto Calderoli, esponente della Lega che ha chiesto l’applicazione delle norme a disposizione per contrastare i clan mafiosi: “Questa storia dei Casamonica ha stufato. Se davvero i Casamonica, come scrivono i quotidiani e sostengono molti politici, sono dei mafiosi e utilizzano metodi mafiosi, come quelli dell’assalto al bar della Romanina, allora lo Stato e la magistratura applichino le norme a disposizione per contrastare la criminalità organizzata, le stesse norme usate in Sicilia, incluso il 41 bis per i capi bastoni e le confische dei beni del clan. Bene l’apertura di un’inchiesta da parte della procura di Roma, ma adesso si facciano seguire i fatti una volta per tutte: non si è mai visto uno Stato dove, a tre anni di distanza dal famoso funerale con elicotteri e carrozze, si continua a scrivere sui quotidiani che si tratta di un clan mafioso, con mille affiliati e un patrimonio da 100 milioni di euro, e poi non si fa nulla per combatterlo e smantellarlo. Basta con gli Spada o con i Casamonica: se è mafia la si combatta con gli strumenti utilizzati per i clan siciliani o calabresi”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“OSTENTAZIONE DEL POTERE”
Sul raid dei Casamonica nel bar di Roma nel quartiere Romanina, che ha portato a 4 arresti, ha parlato anche il Gip di Roma come riportato da Il Fatto Quotidiano. Ecco le sue parole: “Questa è ostentazione del potere. Dicevano di essere padroni del territorio“. Parole importanti che fanno capire come la situazione sia ancora più delicata di quello che si pensa. Nell’ordinanza possiamo leggere, sempre come riportato dal portale del quotidiano, le seguenti specificazioni: “Tale egemonia territoriale è confermata dalle stesse rivendicazioni degli indagati che contestualmente alle condotte poste in essere precisavano che ‘qua comannamo noi’, ‘non ti scordare che questa è zona nostra‘, oltre che dalle palesi, sottili e tacite intimidazioni che sono state esplicate nella zona”. Serve molta attenzione su una situazione che finalmente ha portato a fare un po’ di chiarezza con la luce di questo terribile evento. (agg. di Matteo Fantozzi)
4 ARRESTI PER L’ASSALTO ALLA ROMANINA
E’ stata nuovamente aggredita la troupe del programma Rai, Nemo. In occasione dell’arresto di quattro membri del clan dei Casamonica, a seguito del raid punitivo nel Roxy Bar del quartiere Romanina di Roma, vi erano anche le telecamere di Nello Trocchia e Giacomo Del Buono, che sono però state prese di mira da alcuni membri, donne comprese, della stessa famiglia Casamonica-Di Silvio. Non è la prima volta, come anticipato sopra, che la troupe di Nemo viene aggredita da alcuni esponenti di stampo mafioso. Lo scorso autunno, precisamente il 7 novembre 2017, fece molto scalpore la testata che Roberto Spada, esponente dell’omonimo clan, diede a Daniele Piervincenzi e al filmaker Edoardo Anselmi. In quell’occasione lo Spada venne arrestato e tutt’ora si trova in carcere per l’aggravante mafiosa. La stessa situazione potrebbe capitare ai quattro arrestati dei Casamonica. La cosa per certi versi inquietante, è che la nuova violenza ai danni di Nemo è avvenuto di fronte alle forze dell’ordine, quasi impotenti dinanzi alla mafia capitolina. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LA FERRARI NERA DEI DI SILVIO…
Si aggiravano in Ferrari i Di Silvio, arrestati nelle scorse ore dai Carabinieri di Roma, in seguito al raid punitivo effettuato lo scorso mese presso il Roxy Bar del quartiere Romanina. Una Ferrari Nera, rumorsa, che circolava minacciosa per le vie di quella zona della Città Eterna, quasi come a preannunciare quello che sarebbe successo se qualcuno si fosse messo di traverso agli esponenti del clan dei Casamonica. Il rumeno Marian, titolare del bar di cui sopra, ha avuto il coraggio di denunciare, e le forze dell’ordine sono subito intervenute, fermando i quattro responsabili del pestaggio, ma il clan è tutt’altro che decapitato, ed ora i gestori dell’attività commerciali non vivranno di certo dei sonni tranquilli. Sono scene usuali nella periferia di Roma, dove è spesso e volentieri la malavita a comandare, conscia che anche le forze dell’ordine hanno paura, o comunque, non hanno gli uomini a sufficienza per mantenere la sicurezza all’interno di tutta la capitale. Ma il coraggio di Roman e della sua famiglia è da ammirare, sperando che non rimanga vano… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
AGGREDITA TROUPE DI NEMO
Questa notte, mentre la Polizia effettuava gli arresti ai 4 responsabili delle aggressioni al Bar di Romanina, è successo di nuovo una vile aggressione ad una troupe di Nemo (proprio come avvenuto a Ostia con clan degli Spada), trasmissione di Rai2, che stava effettuando un servizio di esclusiva sugli arresti del raid Casamonica. Il giornalista Nello Trocchia e il filmaker Giacomo Del Buono sono stati letteralmente assaliti e insultati dai familiari dei Casamonica presente nel quartiere. Un uomo corpulento prima e dopo due donne si sono messe a rincorrere i due inviati di Nemo, colpendoli e danneggiando il materiale di ripresa. Il video è stato diffuso dalla Rai questa mattina con immediata dichiarazione di solidarietà dall’intera azienda e da molti colleghi in queste ore. «Appare evidente che i Casamonica e i Di Silvio siano assurti a padroni del territorio e che l’aggressione della donna prima e la spedizione punitiva nei confronti del barista, con annessa devastazione del locale dopo, abbiano costituito una rivendicazione di tale diritti», spiega il gip Clementina Forleo che ha ordinato l’arresto dei 4 protagonisti delle aggressioni al Roxy Bar del giorno di Pasqua. Qui il video dell’aggressione
“QUI SIAMO NOI I PADRONI”
Emergono ulteriori sviluppi circa il raid del clan dei Casamonica in un bar nel quartiere Romanina di Roma. Come sottolineato da Il Fatto Quotidiano, tre arrestati hanno fra i 22 e i 28 anni, oltre a Enrico di Silvio, di anni 71. I quattro sono finiti in carcere con le accuse di lesioni, minacce e danneggiamento, aggravate da modalità mafiose. Volevano infatti comandare in quella zona di Roma, e nel corso dei pestaggi all’indirizzo dei gestori dei due locali in cui hanno fatto irruzione, hanno ripetuto «Qui noi siamo i padroni, è tutto nostro». La polizia aveva arrestato due dei quattro, con la metà del clan mafioso che invece si era data alla macchia, per poi presentarsi di sua spontanea volontà alla stazione dei carabinieri di Tor Vergata, dopo essersi sentiti braccati. L’indagine ha subito un’accelerazione nelle ultime ore, dopo che la denuncia dei baristi era venuta alla luce. E’ quindi intervenuto il ministro dell’Interno Marco Minniti: «Ho telefonato al capo della Polizia Franco Gabrielli – le parole del numero uno del Viminale – al quale ho chiesto una risposta ferma e tempestiva. Atti di questo tipo non possono rimanere impuniti». L’arresto dei quattro è arrivato nel giro di 24 ore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PICCHIATA DISABILE
Nonostante i 4 arresti compiuti dalle forze dell’ordine dopo il raid di alcuni componenti del clan Casamonica in un bar della Romanina, nella periferia di Roma, è il barista del locale minacciato, adesso, a lanciare l’allarme: “Ora ho paura, sia per me che per i miei bambini. Temo che si possano vendicare”. Come riportato dall’Ansa, l’uomo racconta: “Loro quel giorno non volevano aspettare la fila e hanno detto ‘Qui noi siamo i padroni, è tutto nostro’. Pensavo che la signora stesse con loro poi ho capito che stavano litigando e lei mi difendeva, ad un certo punto le hanno gridato anche ti ammazzo”. Significativo l’atteggiamento di uno degli arrestati, il 71enne Enrico Di Silvio, il nonno dei fratelli Di Silvio, un passato fatto di condanne per sequestro di persona e lesioni, che dopo le denunce si è presentato di persona al bar chiedendo un caffè e contestualmente il ritiro delle accuse. Minacce neanche troppo velate, che spingono il barista terrorizzato a chiudere l’attività per due giorni. A reagire, in questo caso, è la moglie che convince il marito a riaprire, come riporta Il Fatto Quotidiano: “Io non ho paura, non la ho mai avuta. A prescindere da chi sono e di chi è la nazionalità”. (agg. di Dario D’Angelo)
CASAMONICA, RAID AL BAR DI ROMA: 4 ARRESTI
Si chiude la latitanza dei 4 che nel giorno di Pasqua hanno compiuto l’odioso raid nel Roxy Bar di Romanina, quartiere periferico di Roma: un appartenente del clan Casamonica e gli altri parente/colleghi del clan Di Silvio. Due arresti e due si sono costruiti dopo le indagini durate un mese e dopo che ieri sera siamo venuti tutti a conoscenza del fatto con la denuncia fatta dal quotidiano Repubblica, a firma Federica Angeli e Floriana Bulfon. Questa notte il blitz delle forze dell’ordine assicura finalmente alla giustizia per Antonio Casamonica, Alfredo, Vincenzo ed Enrico Di Silvio: i primi due sono responsabili dell’aggressione alla ragazza disabile presente dentro il bar (minacciata, picchiata e frustata con una cintura) mentre gli altri due hanno menato il proprietario rumeno del bar, Marian, davanti agli occhi increduli della moglie, l’unica a reagire davanti alla clientela letteralmente paralizzata dalla arroganza e violenza spropositata dei “padroni” del quartiere. Proprio per questo si sono sentiti in “dovere” di reagire quando non sono stati serviti per primi: hanno menato, minacciato di morte chi era presente per non raccontare nulla alla polizia e poi hanno sfasciato il locale intimare di non aprirlo mai più. Un raid in due momenti, con nessuno intervenuto ad aiutare la ragazza disabile civile e i baristi rumeni per paura di rimetterci la vendetta dei Casamonica: questa, forse, la notizia peggiore di tutte perché ci fa comprendere come il caso dell’aggressione, punito e con risonanza nazionale, non chiuderà il ciclo di violenze quotidiane che i vari Casamonica, Spada e tanti altri clan della Capitale sono “soliti” fare ogni giorno contro la popolazione inerme.
PARLA LA VITTIMA DISABILE
I quattro arresti sono accusati di lesioni, minacce, danneggiamento con aggravante del metodo mafioso: il carcere è servito per i quattro, con l’inquietante commento del fratello del capostipite dei Casamonica, Nando, giunto dalle colonne del Messaggero. «Conosco i gestori del bar, sono brave persone. Chi ha fatto questo andrebbe punito. Non sono dei Casamonica, ma se lo fossero a loro bisognerebbe spezzare le gambe». Per fortuna la polizia è arrivata prima e ha assicurato alla giustizia i 4 responsabili del raid: sempre sul Messaggero, oggi parla la vittima disabile che è stata presa a botte per il solo fatto di essersi “ribellata” alla loro arroganza. «Se il bar non vi piace, potete andare altrove»: queste parole hanno scatenato l’inferno, con la donna colpevole solo di aver detto quello che pensava e che era giusto dire in quella situazione. «Uno dei due mi ha stretto al collo e preso a calci. Ha fatto il gesto di sfilarsi la cintura ma senza usarla. Il locale era pieno ma nessuno mi ha aiutato», racconta la ragazza che vuole rimanere anonima. «Mi ha sferrato dei calci sul fianco. Mi sono fatta tre settimane in ospedale. Quei due erano ubriachi, forse anche drogati”. Mi sono sentita sola, il bar era pieno di clienti e nessuno ha mosso un dito per aiutarmi», conclude amaramente la donna. Il coraggio suo e la dignità dei baristi hanno permesso che almeno 4 di quei malavitosi delle periferie romane fossero arrestate: ma lo sforzo ora, dell’intera comunità, deve continuare..