Nella borsa che l’uomo ritrovato sotto gli scavi di Pompei portava con sé, c’è anche una chiave che sicuramente era quella dell’abitazione della sfortunata vittima dell’eruzione vulcanica. Gli esperti e gli archeologi, dalle monete ritrovate e dalla chiave, stanno ipotizzando che l’uomo fosse un rappresentante della media borghesia dell’epoca, forse un commerciante. Molto più remota la possibilità che si trattasse di un ladro colto in flagrante dall’evento naturale, oppure che stava cercando di approfittare del caos susseguente all’eruzione, anche perché le condizioni della sua gamba non erano compatibili con un’attività criminale. La chiave di ferro indica come probabilmente l’uomo vivesse in una delle abitazioni nel cuore di Pompei, che spesso appartenevano ai benestanti commercianti locali. (agg. di Fabio Belli)



SI FARA’ LUCE SULL’UOMO CLAUDICANTE?

La nuova scoperta emersa dagli scavi di Pompei e relativa al ritrovamento di un sacchetto contenente oltre 20 monete in argento e bronzo e una chiave contribuirà ora a fare ulteriore luce sull’uomo claudicante che tentava di fuggire dalla furia del Vesuvio in piena eruzione, restandone però ucciso. Quello che è stato definito l’ultimo fuggitivo potrebbe essere stato un commerciante, o comunque una persona per nulla povera. Lo si deduce dal tesoretto che lo stesso portava con sé, presumibilmente durante la fuga e con il quale sperava di poter sopravvivere altrove. Le monete erano contenute in una piccola borsetta, forse in cuoio e che il misterioso uomo claudicante teneva stretta al petto. Non è un caso se alcune monete sarebbero emerse dalle costole del torace per poi far trapelare l’intero bottino. La nuova scoperta, come spiega Askanews è avvenuta nel corso degli scavi che si stanno svolgendo presso il cantiere della Regio V dove proprio nei giorni scorsi era stato ritrovato lo scheletro del fuggitivo, colpito da un blocco di pietra e che gli avrebbe tranciato la parte alta del torace e la testa, uccidendolo. Gli accertamenti in corso contribuiranno a far luce sulle condizioni di salute dell’uomo ma anche sul suo contesto economico e sociale. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA DIFFERENTE CRONOLOGIA DEI 20 DENARI D’ARGENTO

Dopo le recenti scoperte avvenute a Pompei, l’attenzione degli archeologi sembra essersi concentrata nel dettaglio proprio sulle monete rinvenute sotto lo scheletro dell’ultimo fuggitivo ed attualmente allo studio  dei numismatici. Secondo le prime ipotesi, spiega Repubblica.it, si tratterebbe proprio di 20 denari d’argento e due assi in bronzo per un valore nominale di circa 80 sesterzi e mezzo. Con una quantità simile di monete, all’epoca era possibile mantenere senza problemi una famiglia di tre persone per circa 14-16 giorni. Proprio le monete, però, avrebbero cronologia differente e su questo si concentreranno i prossimi studi. Al momento è stato possibile esaminare 15 monete, in gran parte di origine repubblicana, a partire dalla metà del secondo secolo avanti Cristo. Una delle monete repubblicane più tardi, sarebbe un denario legionario di Marco Antonio con l’indicazione della XXI legio e molto diffuso a Pompei, mentre tra gli altri sarebbero stati individuati anche un probabile denario di Ottaviano Augusto e due denari di Vespasiano. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA NUOVA SCOPERTA A POMPEI

Dopo lo scheletro dell’ultimo fuggitivo, l’uomo claudicante ucciso dall’eruzione del 79 d.C. a Pompei, si aggiunge oggi un altro interessante tassello nel lavoro degli archeologi. Un sacco di cuoio con 20 denari d’argento ed una chiave in ferro, probabilmente quella di una casa, è stata rinvenuta proprio sotto quello scheletro contribuendo così a fornirci nuove informazioni sull’uomo ucciso dalla furia del Vesuvio all’angolo tra via di Nola e il vicolo delle Nozze d’Argento. Gli studiosi al lavoro avevano prima rinvenuto tre monete tra le costole del torace ma poi, man mano che venivano rimossi i resti del fuggitivo è emerso il prezioso tesoretto. I resti della vittima si trovano attualmente al Laboratorio di ricerche applicate del Parco Archeologico di Pompei dove saranno eseguiti ulteriori accertamenti. Come spiega Repubblica.it, le monete sono attualmente analizzate dai numismatici mentre il resto, compreso il sacco in cuoio è al vaglio degli studiosi che in laboratorio potranno definire il materiale esatto. Stando a quanto annunciato dal direttore del parco archeologico, Massimo Osanna – spiega TgCom24 – le 20 monete rinvenute equivalgono a circa 80 sesterzi, ovvero 500 euro. Una cifra con cui a Roma una famiglia media poteva tranquillamente vivere per due settimane. Secondo Osanna, dunque, “ci fa ritenere che non si trattasse di un riccone, ma nemmeno di un poveraccio. Forse un commerciante che a causa della sua gamba malata non si era convinto a lasciare la città nelle ore precedenti”, a dispetto degli altri abitanti che invece erano riusciti a fuggire.

ESAMI IN CORSO SUI NUOVI OGGETTI

La nuova scoperta è avvenuta nel momento in cui gli archeologi impegnati negli scavi a Pompei hanno rimosso lo scheletro per portarlo in laboratorio. Le monete rinvenute sarebbero l’argento ma appartenenti ad epoche differenti, come spiegato Osanna. Le indagini proseguiranno quindi in laboratorio dove attualmente si trova non solo lo scheletro del fuggitivo ma anche il suo presunto tesoretto. Solo grazie ai prossimi accertamenti sarà quindi possibile comprendere quali siano state le condizioni fisiche dell’uomo claudicante, quindi la storia dei suoi oggetti. Alcune analisi saranno svolte dal Policlinico di Napoli. Certamente, oltre alle condizioni dell’uomo, anche l’ulteriore ritrovamento di oggi dei nuovi oggetti aiuterà la squadra di archeologi a comprendere maggiormente il contesto di vita della vittima e aggiungere particolari in più sulla vita e sulle storie degli uomini a Pompei in quell’esatto periodo storico.