È arrivato anche il nullaosta dell’Autorità per la sicurezza alimentare statunitense. A fine maggio FDA ha decretato che il Golden Rice è sicuro. Si tratta di una varietà di riso i cui chicchi sono arricchiti di beta-carotene, che ingerito viene convertito dal metabolismo in vitamina A. Di suo, il riso, alimento base di metà dell’umanità non contiene alcuna fonte di vitamina A. Venne sviluppato 15 anni fa, da Ingo Potrykus e Peter Beyer due accademici svizzeri, come rimedio economico contro la piaga di deficienza cronica di vitamina A che è un nutriente essenziale per la vista: ogni anno, circa 500 mila bambini vengono colpiti da cecità irreversibile. Ma anche vitale per il sistema immunitario. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute, ogni anno si contano tra 1,9 e 2,8 milioni decessi, perlopiù di giovani, per malattie legate alla sua carenza.
Usando la tecnica del DNA ricombinante, Potrykus e Beyer hanno introdotto nel chicco di riso bianco due geni, uno prelevato da un batterio molto comune nel terreno (spesso ingerito dagli umani) e l’altro dal mais. Il marcato colore giallo-oro a cui il Golden Rice deve il nome, rivela l’abbondante presenza di beta-carotene precursore della vitamina A. Primo e unico Ogm con finalità umanitarie, il brevetto del Golden Rice appartiene all’organizzazione senza fini di lucro fondata dai due scienziati che trasferisce la tecnologia senza pagamento di royalties a qualsiasi ente di ricerca purché questo non tragga beneficio economico.
Il tratto genico specifico del Golden Rice può essere incrociato con le varietà di riso autoctone coltivate in Filippine, Bangladesh, India, Cina e Vietnam, salvaguardando così la biodiversità. Gli agricoltori possono piantare, immagazzinare, ripiantare e rivendere le sementi di Golden Rice senza vincoli. Il suo costo è allineato a quello del riso commercializzato localmente. Inoltre, ai contadini con reddito inferiore ai diecimila dollari l’anno viene inizialmente distribuito gratuitamente.
Da 25 anni, Oms, Fao e Unicef denunciano le conseguenze devastanti della carenza di vitamina A, conducendo delle campagne educative a favore di una dieta variata e distribuzione di capsule di supplementi vitaminici. Rispetto a questi programmi validi, ma costosi e di difficile implementazione, Golden Rice rappresenta un intervento alimentare economico, facilmente attuabile, e indicato soprattutto per quelle aree dove i diseredatati si sfamano con una razione di riso al giorno. Secondo una ricerca dell’American Society for Nutrition, anche il consumo quotidiano di una tazza circa di Golden Rice, fornisce la metà del Recommended Dietary Allowance (RDA) di vitamina A.
Con l’approvazione degli Stati Uniti salgono a quattro i paesi favorevoli al Golden Rice, ma Canada, Australia e Nuova Zelanda sono società progredite con sacche di povertà limitate dove la richiesta e il potenziale del Golden Rice è marginale, mentre in alcuni paesi asiatici come Filippine e Bangladesh, dove il riso è l’alimentazione di sussistenza e l’urgenza sanitaria molto più marcata, sono dieci anni che il riso è in attesa dell’autorizzazione alla sua coltivazione.
Un ritardo ordito dall’organizzazione ambientalista Greenpeace arroccata su posizioni anti-OGM senza distinguo anche a costo di vite innocenti. Quando i militanti arcobaleno non si spingono a organizzare dei blitz nei campi sperimentali nelle Filippine, l’attivismo anti-OGM si adopera per intralciare la collaborazione scientifica facendo pressione sulle istituzioni internazionali come Oms, Fao e Unicef e diffidandole dal sostenere apertamente il Golden Rice. Di segno opposto l’entusiasmo di Papa Francesco al quale Ingo Potrykus ha presentato una manciata di chicchi giallo-oro, ricevendo la benedizione del Pontefice alla sua scoperta in grado di salvare vite umane in un pianeta dove ancora una persona su tre soffre di malnutrizione.