Lunga intervista rilasciata da Matteo Salvini a Otto e mezzo su La7: il ministro dell’Interno ha parlato ampiamente del caso Aquarius e della questione immigrazione, ribadendo: “Non potranno arrivare tutti in Italia. Ci sono frontiere europee. Le navi delle Ong in giro per il Mediterraneo sono tutte spagnole, tedesche, olandesi. Sono finanziate da paesi stranieri, non si capisce in base a che cosa debbano arrivare tutti in Italia. Abbiamo richiamato gli altri Paesi europei a solidarietà. Abbiamo detto a voce alta che l’Italia non può essere il campo profughi d’Europa. C’è bisogno di aiuto, ricollocamenti e protezione. Sono contento, con qualche no si aprono prospettive utili”. Il leader della Lega, dopo aver sottolineato che anche Macron ha agito in questa direzione, ha parlato di costi: “Io rivedo i costi: l’Italia spende 35 euro al giorno, la Germania 26, la Polonia 20 e così via. Non vedo perché noi dobbiamo pagare di più: alcune spese superflue che gli altri Paesi non contano non capisco perché dobbiamo averle noi”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LA NOTA DI PALAZZO CHIGI
Una nota ufficiale di Palazzo Chigi mette a forte rischio il vertice tra il premier Conte e il Presidente Macron previsto per venerdì prossimo: «Le dichiarazioni intorno alla vicenda Aquarius che arrivano dalla Francia sono sorprendenti e denunciano una grave mancanza di informazioni su ciò che sta realmente accadendo. L’Italia non può accettare lezioni ipocrite da Paesi che in tema di immigrazione hanno sempre preferito voltare la testa dall’altra parte», scrive la Presidenza del Consiglio italiana dopo i commenti del portavoce di Macron, “governo Italia vomitevole” e dello stesso Presidente Macron che ha fortemente criticato Conte e Salvini per la gestione del caso Aquarius. In particolare, il Governo italiano «non ha mai abbandonato le quasi 700 persone a bordo dell’Aquarius. La nave è stata sin da subito affiancata da 2 motovedette che hanno offerto tutto il supporto necessario. Preso atto del rifiuto di Malta a collaborare e a permettere lo sbarco delle persone, abbiamo accolto un inedito gesto di solidarietà arrivato dalla Spagna. Lo stesso gesto non è arrivato invece dalla Francia, che anzi ha più volte adottato politiche ben più rigide e ciniche in materia di accoglienza», conclude con forte polemica verso l’Eliseo. I rapporti sono a rischio, mentre la situazione della nave zeppa di migranti nel Mediterraneo prosegue su piani paralleli: sono già 280 i migranti trasferiti dall’Aquarius alle due navi della Guardia Costiera e della Marina che accompagneranno la nave delle Ong in Spagna. Secondo Porro, membro del di Sos Méditerranée a bordo «Finalmente dopo due giorni di stand by sta succedendo qualcosa». (agg. di Niccolò Magnani)
ALLARME DI TAJANI: “L’EUROPA È A RISCHIO“
Non usa mezzi termini Antonio Tajani, il presidente del Parlamento Europeo (oltre che esponente di Forza Italia), per mettere in guardia dai rischi rappresentati dal tema immigrazione, ancora di più dopo lo strappo di Matteo Salvini sulla vicenda Aquarius. A margine dei lavori della plenaria, a Strasburgo, Tajani ha dichiarato:”Lancio un grido di allarme, perché qui è a rischio l’intero impianto dell’Unione Europea. E’ a rischio l’Europa, perché il problema dell’immigrazione rischia di far esplodere una serie di contraddizioni che faranno un danno enorme a tutti i Paesi dell’Ue”. Il candidato premier di Forza Italia alle ultime elezioni politiche, come riporta Rai News, ha rimarcato come gli Stati membri dell’UE debbano “rendersi conto che la situazione è seria: quando iniziano ad esserci contrasti su chi deve prendere le navi, quando le navi rimangono in mezzo al mare, con una situazione destinata a peggiorare, o si prende il toro per le corna oppure gli effetti politici saranno devastanti. Bisogna avere il coraggio di intervenire”. Secondo Tajani, “se non si comincia a ragionare oggi sul futuro, noi non avremo migliaia, ma milioni di persone che si sposteranno dall’Africa verso nord. Due miliardi e mezzo nel 2050, che è dietro l’angolo”. (agg. di Dario D’Angelo)
PARTITO MACRON CONTRO SALVINI, “POSIZIONE VOMITEVOLE”
La situazione di Aquarius, la nave ONG carica di migranti che l’Italia ha deciso di non far attraccare nei propri porti per decisione del ministro dell’Interno Matteo Salvini, è ancora in completa evoluzione. Come riportato da TgCom24, quattro donne incinte che si trovavano a bordo della nave sono state portate ieri a Lampedusa da una motovedetta della Guardia costiera. Insieme a loro anche un minorenne affetto da convulsioni. I pazienti sono stati inizialmente ricoverati nel poliambulatorio di Lampedusa: le donne, provate e disidratate, dopo circa tre ore sono state trasportate in elicottero all’ospedale Civico di Palermo e in altre strutture sanitarie mentre il giovane, a sua volta evidentemente disidratato, dopo essere stato curato è stato riportato nell’hotspot dell’isola.
Ma la bagarre politica a livello europeo dopo lo strappo di Salvini è tutta tranne che finita. Lo si evince ad esempio dalle dichiarazioni di Gabriel Attal, portavoce del partito di maggioranza francese La République En Marche, lo stesso di Emmanuel Macron, che ha definito la posizione del governo italiano su Aquarius “vomitevole” aggiungendo che anche la Francia è attualmente in cerca di “una soluzione”. (agg. di Dario D’Angelo)
MSF CHIEDE SBARCO IMMEDIATO
I vertici di Medici Senza Frontiere (MSF) hanno chiesto agli Stati membri dell’Unione Europea di facilitare lo sbarco immediato delle 629 persone soccorse nel fine settimana nel Mediterraneo e ora a bordo della Aquarius, la nave di ricerca e soccorso gestita da SOS Mediterranee in collaborazione con MSF. C’è preoccupazione per le sindromi da annegamento e ipotermia per diversi pazienti che erano stati rianimati. Sono monitorati attentamente perché potrebbero sviluppare rapidamente seri problemi polmonari per aver respirato acqua di mare. Ci sono poi 21 pazienti con gravi ustioni chimiche dovute alla prolungata esposizione al mix di carburante e acqua salata. Sono stabili ma avranno bisogno di medicazioni continue. Infine, ci sono diversi casi ortopedici gravi con infezioni che richiedono una valutazione chirurgica immediata e interventi che MSF non può fornire sulla nave. Intanto il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, ha dichiarato: «In Italia molti pensano di essere stati abbandonati sul problema migrazione. È vero che per molto l’Italia è stata lasciata da sola, ma faccio fatica a spiegarlo. Quando vado in Germania e Svezia e vedo il numero di profughi e rifugiati, sono numeri altissimi e comportano anche un problema di integrazione. Quindi, finché continueremo a rifiutare l’idea che abbiamo un problema collettivo che necessita soluzioni collettive, falliremo tutti assieme». Intanto su Vessel Finder si può individuare l’esatta posizione di Aquarius. (agg. di Silvana Palazzo)
MSF PROTESTA, “4 GIORNI IN PIÙ DI VIAGGIO DURO”
A meno di clamorosi colpi di scena sembra confermato che la nave Aquarius con a bordo 629 migranti approderà nel porto di Valencia, in Spagna. Se la notte scorsa sembrava prendere piede la possibilità che l’imbarcazione attraccasse a Pozzallo per consentire un primo ristoro alle persone a bordo in ragione del lungo viaggio verso la penisola iberica (si parlava di 3-5 giorni anche per l’atteso maltempo, ndr), adesso la decisione della sala operativa della guardia costiera italiana si è tradotta in una comunicazione già arrivata al comandante di Aquarius secondo cui un nave della Marina italiana e una delle guardia costiera scorteranno i migranti fino a Valencia. Come riportato da La Repubblica, anche Aquarius porterà un terzo delle persone a bordo fino in Spagna. Una decisione che comunque viene reputata negativa da Medici Senza Frontiere, secondo cui questa scelta “Significa costringere persone in sofferenza che sono a bordo da più di 72 ore ad effettuare un viaggio duro e difficile per altri quattro giorni. La cosa più sensata sarebbe invece quella di consentire il loro sbarco in Italia e poi trasferirli via terra in Spagna”. (agg. di Dario D’Angelo)
UN VIAGGIO DIFFICILE FINO A VALENCIA
Potrebbe clamorosamente saltare l’approdo della nave Aquarius a Valencia, riaprendo il caso dei 629 migranti che devono attraccare tra le coste di Italia e Malta. E restano queste le uniche destinazioni prese in considerazione da chi sta provando a portare in salvo i migranti di Aquarius, per motivi di sicurezza. Ha spiegato Annelise Borges, corrispondente di Euronews che oggi si trova a bordo della nave: “Si tratterebbe di affrontare un viaggio dai 3 ai 5 giorni, e il meteo è in peggioramento. Sarebbe un rischio per tutti: sono previste nei prossimi giorni onde alte due metri e pilotare una nave in quelle condizioni è una idea folle.” Il maltempo potrebbe dunque far saltare l’ìpotesi Valencia e riaprire il caso diplomatico tra Malta e Italia, col Ministro dell’Interno Matteo Salvini che non ha nessuna intenzione di aprire i porti italiani all’Aquarius. (agg. di Fabio Belli)
L’ASGI: “SALVINI GIOCA D’AZZARDO”
Riguardo il caso della nave Aquarius, chiamata ora a raggiungere il porto di Valencia con 629 migranti a bordo dopo il rifiuto dell’attracco in Italia, si è espressa anche l’ASGI (Associazione studi giuridici sull’Immigrazione), attraverso il suo vicepresidente Gianfranco Schiavone: “Quanta confusione su questa vicenda. Malta, per dire, non ha violato alcunché e l’Italia, semmai, si è avventurata in un vicolo cieco da cui solo il provvidenziale intervento della Spagna ci ha tirati fuori. Qualcuno ora potrà cantare vittoria dal punto di vista politico, ma ha giocato d’azzardo perché ci stava portando verso un gravissimo vicolo cieco. Se non si fosse fatta avanti la Spagna, qualunque cosa fosse successa a quelle persone la catena di comando di chi ha disposto la chiusura dei porti italiani e del soccorso ne avrebbe risposto sul piano civile e penale. E’ giusto dirlo, perché non si pensi che la chiusura dei porti possa essere la risposta dell’Italia.” (agg. di Fabio Belli)
NAVE DELLA MARINA MILITARE CON 1000 RIFUGIATI VERSO CATANIA
Matteo Salvini, arrivando al vertice in serata a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte, interviene ancora sul caso scottante dei migranti di Aquarius: «Entro fine mese avrò una missione spero risolutiva in Libia». A chi chiedeva lumi sulla presenza di una nave tedesca con circa 1000 rifugiati a bordo, il Ministro degli Interni spiega che «C’è una Ong tedesca che batte bandiera olandese che subirà la stessa garbata reazione da parte del governo italiano». Non è però chiaro se si tratti della stessa nave Diciotti che a bordo porta 900 migranti e che entro domani sera giungerà al porto di Catania dopo aver recuperato 7 diversi interventi di soccorso sull’imbarcazione della Guardia Costiera. Intanto le varie ong responsabili della Aquarius denunciano la mancanza di cibo e acqua a bordo con relativa tensione tra i 629 migranti salvati: «c’è cibo solo fino al pranzo di domani, per il dopo ancora non sappiamo..», spiega la ong Sos Mediterranee sul proprio account Twitter. Poche ore fa un migrante avrebbe anche minacciato di ributtarsi in mare se non fosse arrivata la notizia di un’apertura di porti o in Italia o a Malta o in qualsiasi altro luogo del Mediterraneo. Entro 4 giorni dovrebbero arrivare a Valencia ma ora bisognerà capire chi e come soccorrerà la nave migranti per dare quei viveri necessari ad arrivare fino in Spagna. «Msf – precisa l’organizzazione – conferma che le autorità italiane hanno offerto di evacuare le donne incinte e hanno chiesto informazioni sui minori a bordo. Msf ha risposto fornendo dettagli sui casi vulnerabili e sta comunicando con le autorità italiane per individuare la migliore soluzione per queste persone». (agg. di Niccolò Magnani)
DI MAIO, “NON C’ERA EMERGENZA”
Nessuna emergenza sulla nave Aquarius: lo assicura in un post su Facebook Luigi Di Maio, vice premier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. Il leader del Movimento 5 Stelle ha parlato del caso della nave dell’ong Sos Mediterranee con a bordo 629 migranti che da ieri vaga nel Mediterraneo senza un porto dove sbarcare dopo che il ministro dell’Interno Matteo Salvini non ha autorizzato l’approdo in Italia (clicca qui per il nostro approfondimento). La vicenda è stata poi risolta con l’intervento della Spagna che ha concesso alla nave di sbarcare a Valencia. «Il nostro governo ha deciso, visto che non c’era nessuna emergenza, di non far sbarcare la nave e di fare appello agli altri Paesi europei affinché non lasciassero ancora una volta da sola l’Italia nella gestione dei flussi migratori che è un fenomeno che riguarda tutta l’Europa», ha scritto Di Maio, secondo cui è stata messa la prima pietra sulla fine del «business dell’immigrazione». Per Di Maio è stata una prova di forza che non è stata rischiata prima da nessuno. «È bastato fare ciò che avrebbero dovuto fare i governi precedenti, cioè dire “l’Italia non può più farsi carico da sola di questa fenomeno globale” che finalmente si è attivato un altro Paese».
AQUARIUS IN SPAGNA: MARTINA ATTACCA, CONTE RINGRAZIA
Di Maio si è detto consapevole delle critiche che una posizione simile attira, ma va avanti per la sua strada e quella del governo M5s-Lega. «Non è facile dire basta al business dell’immigrazione, perché si rischia subito di essere bollati come razzisti, xenofobi e altri insulti simili. In realtà vogliamo fare solo cose di buon senso che vanno a vantaggio sia degli italiani che dei migranti». E in effetti non sono state poche le critiche ricevute dal nuovo governo in merito alla presa di posizione sulla nave Aquarius. Duro è stato, ad esempio, l’attacco del Pd, con il segretario reggente Maurizio Martina che è intervenuto al Nazareno in conferenza stampa. «Il governo spagnolo è intervenuto dove non è intervenuta l’Italia. Non sono gli amici di Salvini, quelli alla Orban, ma governi socialisti e riformisti». Il premier Giuseppe Conte invece tira dritto. «Avevamo chiesto un gesto di solidarietà da parte dell’Unione Europea su questa emergenza. Non posso che ringraziare le autorità spagnole per aver raccolto l’invito», ha dichiarato il presidente del Consiglio da Accumoli, dove è stato in visita. «ingrazio anche i ministri Salvini e Toninelli», ha aggiunto riferendosi ai ministri rispettivamente dell’Interno e delle Infrastrutture.