La morte di Jefferson Tomalà, il 20enne ucciso da un poliziotto dopo una aggressione a un collega, continua a fare discutere. Si arricchiscono i gialli sulla dinamica della tragica vicenda e la madre del ragazzo, intervistata dal Tg 1, ha chiaramente detto: “Chiedo giustizia, spero che Dio perdoni questa persona che l’ha fatto”, sottolineando ai microfoni della giornalista Valentina Di Virgilio che le forze dell’ordine avrebbero potuto sparare alle gambe del ragazzo, non colpendolo mortalmente. Ai microfoni del telegiornale anche Franco Gabrielli, capo della Polizia: “Queste vicende lasciano sempre un aspetto di amarezza, perché quando muore una persona, anche una persona che si delinque e che si è posta in condizione di offesa nei nostri confronti, credo che non sia mai una cosa positiva”. Attesi nuovi aggiornamenti nelle prossime ore sulla triste storia, con la posizione dei militari che verrà chiarita in ogni aspetto. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



GIALLO SULLA DINAMICA

Si tinge di giallo la morte di Jefferson Tomalà, il ventenne di origini ecuadoriane ucciso da un agente che gli ha sparato nel suo appartamento per evitare che il ragazzo accoltellasse un collega. I familiari della vittima chiedono infatti “giustizia” per il loro congiunto che, a quanto dicono, “era un bravo ragazzo, conosciuto da tutti”. Secondo il fratello, Jefferson avrebbe impugnato il coltello soltanto dopo aver visto che uno degli agenti si toccava la pistola. Il giovane avrebbe chiesto:”Perché ti tocchi l’arma? Cosa vuoi fare? Farla finita?”. A rincarare la dose c’ha pensato anche il legale della famiglia, Maurizio Tonnarelli, secondo cui sul corpo del giovane sarebbero stati sparati “5 o 6 colpi di pistola, con fori d’ingresso almeno uno sulla schiena ed un paio sulle spalle. Considerate che abbiamo all’interno di questo appartamento un dispiegamento di forze importante e dall’altra parte un ragazzo che aveva un banale coltello da cucina”. (agg. di Dario D’Angelo)



GABRIELLI, “AGENTE FERITO A 54 ANNI ANCORA SULLA VOLANTE”

L’uccisione di Jefferson Tomalà, il 20enne originario dell’Ecuador ucciso a Genova domenica scorsa da un agente mentre stava accoltellando un altro poliziotto, è destinata ad aprire una profonda riflessione sulla condizione delle forze dell’ordine nel nostro Paese. Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, a margine di un convegno organizzato dal Silp a Genova dopo l’episodio non ha mancato di sottolineare come l’agente ferito “a 54 anni stava ancora su una volante”, una dato che dovrebbe fare riflettere sulla necessità di ringiovanire l’organico della Polizia. Come riportato da Genova24, Gabrielli ha spiegato:”La richiesta è molto semplice. In questo momento abbiamo un sotto organico, rispetto all’organico già falcidiato, di circa 8mila persone in meno e con una prospettiva di qui ai prossimi 10 anni di 40mila pensionamenti. Quindi noi chiediamo che si continui sulla strada, solo da poco invertita di assunzioni, soprattutto dalla vita civile perché questo abbatte notevolmente l’età. La cosa che ci chiedono di più i cittadini è di vederci a tutte le ore sul territorio quindi questo significa assunzioni ma anche modalità contrattuali che consentano agli operatori che vivono condizioni di disagio di essere significativamente remunerati. Credo che questi siano i pilastri sui quali è possibile ricostruire un rinnovato rapporto di considerazione e stima che per fortuna nel nostro Paese le forze di polizia mantengono, ma questa richiesta è una richiesta che i territori richiedono da Nord a Sud e che richiedono legittimamente”. (agg. di Dario D’Angelo)



GABRIELLI, “PRESTO TASER AI POLIZIOTTI”

Due le novità delle ultime ore sul caso spinoso di Genova, ovvero del 20enne ecudoregno ucciso domenica scorsa durante l’intervento della Polizia in un appartamento dove il giovane stava dando in escandescenza e aveva minacciato il suicidio. È stato indagato il poliziotto che ha sparato e ucciso il 20enne sudamericano per difendere il suo collega che era stato aggredito e accoltellato dalla furia del ragazzo: è indagato per omicidio colposo e per eccesso colposo nell’uso delle armi. Si tratta ovviamente di un atto dovuto per poter iniziare le indagini, nominare il legale e il perito, ma come ogni volta il tema riapre una ferita piuttosto grande sul concetto stesso di legittima difesa, in particolare modo per le forze dell’ordine. Secondo la ricostruzione Jefferson Tomalà ha accoltellato l’agente davanti agli occhi dei genitori che avevano ordinato il Tso per il ragazzo: ora il pubblico ministero Cotugno incaricherà il medico legale dell’autopsia e disporrà la perizia balistica. Questa mattina però sul caso di Via Barzoli è intervenuto anche il capo della Polizia Franco Gabrielli dando voce ad una ipotesi che da tempo circola nel Ministero degli Interni ma senza mai un’effettivo cambio di passo come invece pare accada ora: «Presto i poliziotti avranno in dotazione i taser (pistole elettriche), così potranno agire in ulteriori condizioni di sicurezza e non arrecare danno eccessivo alle persone in certi interventi».

SALVINI, “SEMPRE CON LA POLIZIA”

Le parole del capo della Polizia uscendo dall’ospedale San Martino dove è ricoverato l’agente ferito dalla furia del 20enne ecudoregno e salvato dall’intervento del collega ora indagato, fanno ovviamente discutere: «L’iter per dotare la polizia dei taser è partito nel 2014 e ora è alla firma del ministro. In un primo momento – ha spiegato ancora Gabrielli – le pistole elettriche saranno sperimentate in alcune città insieme a carabinieri e guardia di finanza. Poi saranno distribuite a tutte le forze dell’ordine». Il caso di Genova ha fatto discutere ma in generale si è tenuto fin da subito in considerazione la versione della Polizia, suffragata anche dalla testimonianza dei genitori di Tomalà che hanno visto l’intera scena e sanno bene che gli spari del poliziotti erano volti a salvare il collega aggredito. A sostegno del poliziotto anche lo stesso Ministro degli Interni Matteo Salvini che su Twitter ha scritto stamattina, «Non solo da ministro, ma da cittadino italiano e da papà sarò vicino in ogni modo possibile a questo poliziotto che ha fatto solo il suo dovere salvando la vita a un collega».