Tra le 25 persone arrestate oggi nell’ambito dell’operazione “Alba pontina” ci sono sette donne, una delle quali figura tra i vertici del clan criminale. Anche loro si sono rese protagoniste di episodi estorsivi. In un’occasione, ad esempio, due delle donne del clan, moglie e figlia di un membro del clan Di Silvio, hanno preteso di appropriarsi della merce, a proprio piacimento e dietro pagamento arbitrario (inferiore a quello effettivo), di un negozio di casalinghi, ai danni della titolare, peraltro in stato di gravidanza. Il modus operandi del gruppo ha mostrato forti analogie con le mafie tradizionali anche nella capacità di gestione delle campagne elettorali di diversi candidati alle Elezioni Comunali 2016 a Latina e Terracina, attraverso alcuni affiliati o intervenendo direttamente. Dalle indagini sono emersi anche casi di compravendita di voti nello stesso periodo elettorale. Il clan Di Silvio riusciva a monopolizzare la propaganda di molti candidati, imponendo i suoi servizi o vendendo consensi degli elettori residenti nelle zone ricadenti sotto il loro controllo. Il clan ha evidenziato una struttura solida, imperniata non solo sui legami familiari, ma alimentata con l’innesto di criminali già affermati, in precedenza organici a gruppi rivali. Clicca qui per vedere il video dell’operazione.



ESTORSIONI AGLI AVVOCATI E REATI ELETTORALI

È in corso la conferenza stampa relativa all’operazione “Alba pontina”. Gli oltre 45 cui d’accusa vanno dal reato di associazione di tipo mafioso all’estorsione e al riciclaggio, con l’aggravante della modalità mafiosa. Sono 25 le persone arrestate, che fanno parte di «un gruppo autoctono che da moltissimi anni è insediato nel territorio di Latina e opera con modalità mafiose». A parlare – come riportato dal Messaggero – è Michele Prestipino Giarritta, procuratore della Direzione distrettuale antimafia. «Quello di Latina è un territorio critico, fino adesso ci siamo misurati con pezzi di ‘ndrangheta, camorra. Qui siamo in presenza di un salto di qualità criminale». Il procuratore è rimasto colpito anche dalla capacità di questo gruppo di relazionarsi con esponenti di altri gruppi criminali e di darsi un’organizzazione strutturata. «Qui per la prima volta sono stati sottoposti a estorsioni professionisti, in particolare avvocati. Condotta che ha suscitato grandissimo allarme nel Foro di Latina, tanto che alcuni di loro si sono rivolti ai loro organi di rappresentanza che hanno collaborato alle indagini». Sono poi emersi reati di carattere elettorale, seppur non particolarmente significativi. Il procuratore parla di «manovalanza spicciola che attacca manifesti elettorali ma anche episodi di compravendita di voti, si parla di elezioni amministrative, ma è un indice importante della mafiosità di questo gruppo che ha la capaticà di stringere rapporti anche con le amministrazioni e con i gruppi politici del territorio». (agg. di Silvana Palazzo)



MAFIA A LATINA, 25 ARRESTI NEL CLAN DI SILVIO

Colpo fortissimo inflitto al clan mafioso dei Di Silvio, i “cugini” dei Casamonica saliti alla cronaca anche ultimamente per la “combinata” aggressione in quel bar di Roma gestito da due innocenti e picchiati romeni: con l’operazione “Alba Pontina” stamane la polizia, la Dia e la Procura di Roma ha arrestato 25 persone nel quartiere di Campo Boario con l’accusa gravissima di associazione a delinquere di stampo mafioso. Gli agenti della squadra mobile guidati dal dirigente Carmine Mosca hanno messo a segno un blitz che sgomina gran parte dei vertici del clan, con il questore Carmine Belfiore che verso le 11 presenterà tutte le novità delle indagini in una conferenza stampa sullo stato di cose attuali. Nasce tutto dalle rivelazioni del pentito Renato Pugliese che ha raccontato diverse abitudini e rivelazioni sulla famiglia di etnia rom che spadroneggia, come i “cugini” dei Casamonica, in larga parte della periferia romana e in tutta Latina.  E’ la prima volta che al clan pontino viene contestata l’aggravante mafiosa, dopo che per anni le varie accuse vertevano sullo spaccio di droga e le estorsioni in una microcriminalità assai più radicata di quanto si possa pensare. «La Polizia di Stato di Latina dalle prime ore di stamane, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma -sta eseguendo una misura cautelare nei confronti di  oltre 20 persone, appartenenti ad un pericoloso clan criminale rom operante nel quartiere Campo Boario della città di Latina, poiché ritenute responsabili di associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, violenza privata, favoreggiamento, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reati elettorali, tutti aggravati dalle modalità mafiose», si legge in una nota della Questura.



ASSOCIAZIONE MAFIOSA LOCALE

L’inchiesta e’ del sostituto procuratore Barbara Zuin della Dda e dei pm pontini Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro (applicati alla Dda) e coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipin; la novità dell’inchiesta è proprio il riconoscimento di associazione mafiosa locale che non sia legata ai “noti” gruppi criminali di Campania, Sicilia e Calabria (ovvero Camorra, Cosa Nostra e ‘ndrangheta). Secondo l’ordinanza emessa che ha portato ai 25 arresti verte sulla lotta alle Mafie sul territorio laziale, volta contro i vari clan tra cui fanno parte i Di Silvio, famiglia rom criminale del capoluogo pontino imparentata da decenni con i Casamonica. «La struttura criminale del clan Di Silvio è stata confermata da numerose sentenze di primo, secondo, grado e definitive», si legge ancora nell’ordinanza di arresto e blitz contro la famiglia che controlla gran parte del territorio di Latina e sconfina anche fino alle periferie della Capitale. «Tra i soggetti destinatari della misura cautelare vi sono ben 7 donne, una delle quali figura tra i vertici del clan. Nel provvedimento cautelare vengono contestati anche reati elettorali previsti dal Codice Antimafia».

OPERAZIONE “ALBA PONTINA”