L’incontro chiave che ha cambiato forse le sorti di questo processo è stato, come sempre in questa triste vicenda, determinato dalla passione e lotta per la verità sulla morte di suo fratello di Ilaria Cucchi. Lo ha spiegato ieri in aula Anna Carino, quando gli è stato chiesto perché non avesse parlato prima di quanto raccontatole dall’ex marito D’Alessandro e cosa poi le ha fatto cambiare idea sulla versione da tenere: «ho incontrato Ilaria Cucchi nel gennaio 2016, mi sentivo in dovere di farlo per chiedere scusa per non aver parlato prima. La incontrai e le dissi che mio figlio mi aveva detto che un giorno sbirciò sul telefono del padre mentre parlava con un amico e vide le foto di Stefano; e che il padre disse all’amico ‘Io accussì l’aggio lassatò”». Solo poche settimane prima di quell’incontro a due, la Carino aveva deciso di raccontare tutto ai giudici, facendo finalmente ricostruire agli inquirenti il lato “oscuro” di quella triste vicenda. Anna Carino gli ricorda al telefono, «Hai raccontato a tutti di quanto vi eravate divertiti a picchiare quel drogato di mer**a (…) che te ne vantavi pure… che te davi le arie». Da lì poi inizia un altro processo che porterà nei prossimi mesi, probabilmente, le prime condanne.
“SI SENTIVA COME RAMBO”
«Raffaele D’Alessandro si sentiva come Rambo»: sono le parole della ex moglie moglie del carabiniere indagato e accusato di omicidio preterintenzionale e di abuso di autorità sul purtroppo ben noto caso di Stefano Cucchi. Anna Carino ha parlato oggi davanti ai giudici del Tribunale di Roma all’interno del processo bis per il pestaggio, la morte e il tentativo di discolparsi con falsi atti e false testimonianze sulla triste fine del giovane geometra romano, Stefano Cucchi. La donna ha anche ricordato come durante un servizio in tv di diversi anni fa, l’ex marito commentò «Quante gliene ne abbiamo date’, però Cucchi era un drogato di mer*a». La Carino poi aggiunge come alcuni mesi dopo «ricevette una convocazione e mi aggiunse che anche altri erano stati pestati da lui ed altri, specie extracomunitari». I rapporti tra i due sono da tempo assai compromessi, anche per gli atteggiamenti violenti di D’Alessandro, sempre secondo le accuse della ex moglie: «Con quella divisa addosso diventava aggressivo. Non era certo preoccupato sino a quando non ricevette la lettera».
LA TESTIMONIANZA CHOC DELL’EX MOGLIE DI D’ALESSANDRO
Anna Carino ha testimoniato anche il suo stesso stato psicologico nei giorni in cui venne convocata, la prima volta, dai magistrati per alcune domande sulle indagini: «Quando venni convocata dai magistrati avevo paura. Lui, in seguito alla separazione, aveva avuto reazioni violente. Faceva continue telefonate, minacce, atteggiamenti intimidatori. Litigavamo tantissimo». L’ex moglie rivela – e non è la prima volta – che D’Alessandro tentò anche il suicidio quando i giudici iniziarono a sospettare di lui e di altri carabinieri di quella “maledetta” caserma romana: «li tolsi la pistola dalle sue mani. Lo convinsi a lasciar perdere. Lui non è aggressivo nei miei confronti. Una volta però mi prese per la maglietta e mi spostò vicino ad una finestra, lì si che ebbi paura». Scontata e giusta la domanda alla donna sul perché non avesse spiegato prima e rivelato gli atteggiamenti e le confessioni del marito, con la Carino che replica: «All’inizio non parlai della storia dell’arresto di Cucchi per paura perché Raffaele era mio marito. Poi perché in fondo non gli credevo. Pensavo dicesse quelle cose per darsi delle arie in qualche modo». E invece non si trattava affatto di “arie” ma di terribili verità che lentamente (troppo) stanno emergendo a 9 anni dalla morte del fratello di Ilaria Cucchi, colei che grazia alla perseveranza e desiderio di giustizia, ha permesso il compiersi di questo processo bis in totale rispetto e memoria del fratello ingiustamente ammazzato.