L’indagine della procura di Genova sui flussi finanziari sospetti della Lega è stata seguita da vicino da tre giornalisti che oggi sono stati identificati e trattenuti dalla Guardia di Finanza per tre ore. La procura li ha voluti sentire in merito ad alcuni articoli sull’inchiesta emersa oggi. A darne notizia è Il Fatto Quotidiano che riferisce anche i nomi dei cronisti in questione: si tratta di Ferruccio Sansa del Fatto, Marco Preve di Repubblica e Matteo Indice de La Stampa. Sansa ha spiegato nella sua inchiesta come la Banca d’Italia lo scorso marzo abbia ricevuto da una fiduciaria del Lussemburgo un report che segnalava un movimento di denaro di 3 milioni di euro ritenuto sospetto alla Sparkasse di Bolzano. Il dubbio è che i soldi siano stati movimentati da soggetti vicini alla Lega e potrebbe trattarsi di una fetta dei 48 milioni di rimborsi elettorali spariti. I tre giornalisti sarebbero stati sentiti senza la presenza di un avvocato dalla GdF e il comportamento di procura e polizia giudiziaria non è affatto piaciuto a Fnsi, Associazione Ligure Giornalisti, Ordine Ligure dei Giornalisti e Gruppo Cronisti Liguri. In una nota la loro condanna in merito a quello che è stato definito un “comportamento intimidatorio messo in atto […] nei confronti dei colleghi impegnati a illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni, riportando aggiornamenti importanti e di sicuro interesse pubblico su un’indagine finanziaria che riguarda riciclaggio conseguente a truffa ai danni dello Stato nel percepimento di 48 milioni di fondi pubblici”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PERQUISIZIONI ALLA SEDE CENTRALE DELLA SPARKASSE
Lega, fondi sospetti dal Lussemburgo: blitz Gdf a Bolzano, perquisizioni alla sede centrale della Sparkase. La vicenda riguarda l’inchiesta per riciclaggio che ha subito una accelerata dopo la condanna per i rimborsi-truffa ricevuti dal Carroccio ai tempi di Umberto Bossi. Come sottolineato dai colleghi de Il Secolo XIX, una segnalazione dal Lussemburgo ha spunto i pubblici ministeri di Genova a chiedere l’acquisizione di una serie di documenti. Poco prima dell’orario di apertura della sede centrale della Sparkasse di Bolzano, i finanzieri e gli ispettori di Bankitalia hanno effettuato una vasta ricognizione. Si cercano prove documentali e informatiche sul sospetto riciclaggio di rimborsi fuorilegge incassati fino al 2013 dal partito guidato oggi da Matteo Salvini. L’accusa è che la Lega potrebbe aver esportato questi fondi in Lussemburgo con l’obiettivo di metterli al riparo dai sequestri, per poi farli rientrare (almeno una cifra parziale) in Italia in un secondo momento.
FONDI LEGA, DUE MOVIMENTI SOSPETTI
Il Secolo XIX sottolinea che sono due le operazioni sospette, ovvero un investimento di tre milioni di euro nel Granducato ed il rientro di una somma analoga dallo stesso paese, avvenute proprio tramite l’istituto altoatesino e agli occhi di chi indaga queste due operazioni potrebbero essere collegate a degli esponenti del Carroccio. Ma non solo: una fiduciaria del Lussemburgo nel corso degli ultimi mesi ha segnalato alle autorità antiriciclaggio nostrano una transazione di ritorno anomala, che ha avuto proprio la Sparkasse di Bolzano come terminale. La Guardia di Finanza sta indagando per questo motivo per riciclaggio su delega della Procura di Genova: al momento contro ignoti, ma sono attesi aggiornamenti nel corso delle prossime ore. Il blitz di Gdf e Bankitalia è in corso inoltre anche a Milano e a Parma, più precisamente a Collecchio, sede di un altro importante centro informatico.