A largo di Augusta c’è ancora la nave americana Trenton che ha recuperato 41 immigrati ed è stata costretta a gettare in mare 12 deceduti per l’assenza di celle frigorifere a bordo. In attesa di spiegazioni dall’Italia la Trenton chiede ausilio su dove poter attraccare per rimediare alla grave situazione che si è creata a bordo, con gli immigrati ancora in vita che hanno bisogno di urgente assistenza medica. Va sottolineato come l’attenzione sia subito andata alle persone ancora vive con i cadeveri dei deceduti che ormai sono in fondo al mare irraggiungibili. Ovviamente c’era paura della decomposizione e di possibili epidemie all’interno della nave per la mancanza di celle frigorifere in grado di poter conservare i corpi ed evitare spiacevoli problemi. Ovviamente il caso ha scatenato numerose diatribe puramente legati all’etica e su quale sarà la strada migliore da percorrere. (agg. di Matteo Fantozzi)
OIM “CONSENTIRE ATTRACCO”
Nella prova di forza delle Ong contro l’Italia, e le misure adottate dal ministro dell’Interno Matteo Salvini per arginare gli sbarchi, a farne le spese è anche la Marina militare americana. Ieri ha recuperato 41 immigrati nel Mar Mediterraneo e ha chiesto alla Sea Watch di prenderli a bordo. La Ong ha allora lanciato la sfida: «Siamo pronti a farlo se l’Italia apre i suoi porti». A bordo della Uss Navy Trenton c’erano però anche dodici cadaveri recuperati martedì sera dopo il naufragio al largo delle coste libiche. I militari americani si sono visti costretti ad abbandonare i corpi in mare visto che la nave non aveva celle frigorifere per conservarli. La Uss Trenton è rimasta un giorno in attesa di indicazioni dalle autorità italiane, ma la strategia del Viminale è chiara: in Italia sbarcano solo navi della Marina militare italiana. A causa dell’emergenza sanitaria per i cadaveri presenti a bordo, non avendo celle frigorifere, la Marina americana ha abbandonato i cadaveri in mare. Intanto la portavoce per l’Italia di Oim (Organizzazione internazionale per le Migrazioni) ha chiesto che la nave americana Trenton attracchi in Italia. «È davanti ad Augusta, in Sicilia, con 41 persone sopravvissute a un naufragio. I sopravvissuti hanno immediato bisogno di assistenza». (agg. di Silvana Palazzo)
SEA WATCH: “È INACCETTABILE”
Sta facendo discutere il caso riguardante la nave della marina Usa, Trenton, che ha gettato in mare i cadaveri di 12 migranti, perché sprovvista a bordo di apposite celle frigorifere. La Trenton ha chiesto aiuto alla Sea Watch 3, ma quest’ultima non è potuta intervenire perché non aveva la certezza di un porto in cui attraccare nel raggio di 340 miglia. Johannes Bayer, il presidente dell’organizzazione Sea Watch, che si occupa del salvataggio dei civili nel Mediterraneo, ha parlato così ai microfoni dell’agenzia Ansa: «È inaccettabile che persone che sono state letteralmente raccolte dall’acqua, che hanno visto i loro amici annegare, siano bloccate in mare senza un porto pronto ad accoglierle. La disputa sulla distribuzione dei richiedenti asilo non deve essere condotta a spese delle persone in difficoltà in mare». Si potrebbe rischiare un nuovo caso diplomatico come quanto accaduto con l’Acquarius fra Francia e Italia. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
12 CADAVERI IN MARE, MANCANO LE CELLE
Il Mediterraneo è un cimitero: quanto emerge in questi giorni non è purtroppo una novità per chi si interessa di immigrazione e soprattutto di vite umane. Da anni, troppi, i barconi dei trafficanti di persone compiono stragi su stragi nel trasporto dal Nord Africa verso il sud Italia e non è certo la nave Aquarius che ha fatto “scoppiare” il problema: prima l’Europa se ne occuperà, al netto delle tensioni presenti pro Italia/contro Italia, e prima si eviteranno altre stragi per un problema annoso che continuerà imperterrito nei prossimi anni (perché i campi di detenzione in Libia per evitare le partenze non può essere la soluzione di ogni problema). Oggi si viene a sapere ad esempio che la nave Usa Navy Trenton ha dovuto abbandonare i corpi senza vita di 12 migranti in mezzo al mare perché non aveva le celle frigorifere per il trasporto. Si tratta di una nave veloce militare della sesta flotta della Usa Navy che martedì scorso ha dovuto soccorrere un gommone di 60 persone circa: 40 sono stati tratti in salvo e 12 purtroppo erano già annegati dopo che il barcone si è rovesciato per la presenza a bordo di troppe persone. «Non ci sono salme a bordo della Trenton l’equipaggio continua a prendersi cura delle 40 persone soccorse. Ci stiamo coordinando con i nostri partner internazionali per decidere la destinazione delle persone a bordo», ha spiegato l’ufficio stampa della Us Navy al quotidiano Repubblica.
IL PROBLEMA DELLA SEA WATCH
Il problema per cui è sorto tutto questo vespaio – oltre al disastro e dramma umanitario che sottende il tutto – è la concomitanza con la vicenda della nave Aquarius: infatti la Trenton ha chiesto, invano, aiuto alla nave Ong tedesca Sea Watch per poter trasportare alcuni migranti del naufragio tremendo. Ma la risposta è stata “picche” visto che non hanno la sicurezza che poi possano attraccare in porti italiani dopo il caso che ha fatto discutere della Aquarius. «Corpi non possiamo prenderne, non abbiamo le celle. E i superstiti li prendiamo solo se ci assegnano contestualmente un porto sicuro che non sia più lontano di 36 ore di navigazione». Non solo, secondo quanto riporta ancora Repubblica – che va detto, è su linea assai critica da giorni sulla gestione della vicenda da parte del Ministro Salvini – la nave Usa avrebbe chiesto lumi alla sala operativa di Roma che però ha replicato che il soccorso non è coordinato dall’Italia e dunque non spetta a loro indicare il porto. « In realtà il soccorso non è stato coordinato da nessuno», scrivono i colleghi di Rep. Il nodo rimane, l’emergenza pure e il silenzio assordante – ancora – dell’Europa in questi termini sembra sempre di più il vero punto nodoso della questione.