Il giallo di Roberta Ragusa sembra non avere mai fine, anche se il principale sospettato per il suo delitto rimane il marito Antonio Logli. Condannato a 20 anni di carcere in due gradi di giudizio, l’uomo si dovrà sottoporre al verdetto della Cassazione prima che il caso venga chiuso come omicidio. Quarto Grado ripercorrerà i punti interrogativi rimasti ancora aperti della scomparsa di Roberta Ragusa, grazie alla puntata che andrà in onda questa sera, venerdì 15 giugno 2018. Ed è proprio al programma di Gianluigi Nuzzi che Logli ha voluto rilasciare la sua prima intervista degli ultimi anni. Dopo le iniziali dichiarazioni a stampa e televisioni, il marito di Roberta aveva deciso infatti di rimanere in silenzio. Salvo poi interrompere tutto nei giorni successivi all’ultima condanna, per sottolineare ancora una volta la propria innocenza. “Ammazzatemi perché l’ho tradita”, ha affermato con forza durante l’intervista esclusiva, sicuro che il rapporto fra lui e la moglie fosse sereno. Salvo quella “discordia” fra coniugi comune a tante coppie, dovuta per lo più per via del diverso modo di vivere l’educazione dei figli. “Spero almeno che stia bene”, ha aggiunto inoltre augurandosi che la donna non si trovi in ostaggio da ormai sei anni.
ROBERTA RAGUSA, LA DIFESA DI ANTONIO LOGLI E IL SOSTEGNO DEL FIGLIO
L’accusa non ha dubbi sulla colpevolezza di Antonio Logli in merito alla moglie Roberta Ragusa. La stessa sicurezza che i figli e i genitori del principale indiziato hanno per quanto riguarda la sua innocenza. Daniele Logli ha infatti deciso di supportare il padre nella sua battaglia legale, non solo con la lettera che ha destinato agli inquirenti prima del processo di secondo grado, ma anche unendosi al genitore in aula. “Lo giuro sui miei figli” ha affermato invece Logli ai microfoni di Quarto Grado smentendo ancora una volta il suo coinvolgimento nel delitto. Lo stesso che ai suoi occhi ed a quelli dei suoi difensori non sarebbe mai accaduto. Per gli avvocati infatti, Roberta sarebbe ancora viva e soprattutto si sarebbe allontanata in modo volontario dalla sua abitazione. “Magari si trova in un posto lontano”, aggiunge infatti Logli, convinto di non aver mai litigato con la moglie. Si tratta infatti del movente che l’accusa ha individuato per il delitto di Roberta: Logli avrebbe deciso di ucciderla perché la donna avrebbe scoperto il suo tradimento e la sua relazione con Sara Calzolaio. Invece l’uomo lo definisce come “un rapporto tra persone mature”, sicuro che la moglie non avrebbe mai potuto ascoltare una sua telefonata segreta con l’amante.