È stata ascoltata per un’ora in procura la sindaca di Roma, Virginia Raggi, come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma che dovrebbe sorgere a Tor di Valle. Stando a quanto riportato da RaiNews, l’atto istruttorio ha riguardato principalmente la figura di Luca Lanzalone che ha svolto per il Campidoglio il ruolo di consulente nella trattativa con il gruppo Parnasi per la modifica del progetto stadio. Ma è stato sentito anche Michele Civita, coinvolto nelle indagini: «Ha spiegato le ragioni dei suoi comportamenti e come i due fatti siano assolutamente slegati fra di loro: la richiesta per il figlio e la questione dello stadio», le parole dell’avvocato Luca Petrucci, legale dell’ex assessore regionale. «Ha ammesso di aver fatto una leggerezza in favore del figlio quando però non era più assessore e non era ancora neanche consigliere regionale. Ha sbagliato ma non è un reato. Abbiamo chiesto una revoca della misura cautelare», ha aggiunto Petrucci uscendo dalla Procura, come riportato da Repubblica. (agg. di Silvana Palazzo)

LEGALE PARNASI, “VUOLE CHIARIRE COI PM”

È durata un’ora la deposizione di Virginia Raggi nel colloquio con i pm della Procura di Roma: sentita come “teste” sull’inchiesta dello stadio, il sindaco ha allontanato da sé ogni responsabilità e ribadito che lei non è stata iscritta nel registro degli indagati (come invece Malagò, l’ultimo grande nome “eccellente” finito nel calderone del “sistema Parnasi”, stando ovviamente all’accusa). Mentre rimangono notevoli dubbi sulle prossime effettive mosse dello stadio a Tor di Valle, la giunta M5s riceve non poche critiche da parte delle opposizioni ricordando come proprio Raggi & Co abbiano contribuito in passato a creare un clima di “giustizialismo esasperato” ogni qual volta emergeranno dettagli poco chiari nella gestione della Capitale, tanto con Alemanno quanto soprattutto con Marino. «Mi pare sconcertante che la giunta romana sia spettatrice. Il fatto che sia sempre all’oscuro di tutti non depone tanto bene. La Raggi deve spiegare, non basta dire che non sapeva”. Così come Fraccaro e Bonafede dovrebbero spiegare al Parlamento “che rapporto c’è con Lanzalone e perché lo presentarono alle più alte gerarchie», spiega in una lunga intervista a Fanpage.it il deputato del Pd Emanuele Fiano. Anzaldi attacca ancora più duramente e se la prende direttamente con il sindaco M5s: «Raggi parte lesa? Basta con questa balla, se c’è una parte lesa sono i tifosi. Se la sindaca si è sentita raggirata o calunniata dall’avvocato Lanzalone, o da altri suoi colleghi di partito, lo denunci alla Procura. O forse avrebbe dovuto farlo prima che arrivassero gli arresti, non dopo». Intanto il legale di Parnasi ha fatto sapere che il suo assistito intende chiarire tutto davanti ai pm, ma al momento intende avvalersi della facoltà di non rispondere. (agg. di Niccolò Magnani)

INDAGATO ANCHE MALAGÒ

Continua a fare tremare Roma l’indagine sul nuovo stadio del club giallorosso. E sale il numero delle persone indagate: come sottolineato da Forzaroma.info, tra questi spunta anche il numero uno del Coni Giovanni Malagò. L’alto dirigente sarà ascoltato dalla Procura e il Coni ha diramato la seguente nota per spiegare la vicenda: “Il Presidente del Coni Giovanni Malagò ha appreso questa mattina dalla lettura di alcuni quotidiani di essere indagato nell’ambito di un procedimento penale. Malagò ha subito dato incarico al suo legale, avvocato Carlo Longari, di chiedere alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma di essere interrogato quanto prima per chiarire la sua posizione”. Attesi nuovi aggiornamenti nelle prossime ore, con Malagò che avrebbe per aver favorito l’assunzione del compagno di sua figlia, facendogli incontrare l’ormai famoso Parnasi. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

RAGGI “PARTE LESA”

Il sindaco di Roma è stata convocata in Procura per riferire sul caso spinoso dello stadio a Tor di Valle: nel pomeriggio Virginia Raggi dovrà spiegare nel dettaglio quali erano i ruoli di Lanzalone, in prima battuta, ed eventuali legami della sua maggioranza in Campidoglio con il costruttore Luca Parnasi. «Andrò in Procura come testimone per una vicenda che mi vede parte lesa. Ricordo che i giudici hanno già detto che non c’entro niente, per favore non iniziamo con il solito fango», ha scritto il sindaco su Facebook e affermato anche in un video con il direttore generale dell’As Roma Mauro Baldissoni. Sul fronte “sportivo”, la Raggi ha fatto sapere dopo il vertice in Campidoglio come «Per maggior sicurezza dei cittadini, dell’amministrazione e della Roma avvieremo immediatamente una verifica. Se questa verifica darà esito positivo, si potrà continuare». Sul lato giudiziario invece il commento della prima cittadina M5s è di speranza perché questo (ennesimo) scandalo possa terminare al più presto: «Per tutto il resto confidiamo nella magistratura. Noi tutti vogliamo proseguire con questo progetto nel solco della legalità, e questa verifica è un’ulteriore garanzia». (agg. di Niccolò Magnani)

NUOVI INDAGATI: SINDACO RAGGI, “NON C’ENTRO NULLA”

Il caso politico della Capitale rischia di allargarsi, e non di poco, anche a livello nazionale: Stefano Esposito (dem) intervenendo questa mattina a L’Aria che Tira su La7, ha attaccato il Governo sottolineando «Giorgetti dica cosa discuteva con Lanzalone. Per Mafia Capitale abbiamo commissariato il PD». Il “sistema” Parnasi messo a nudo oggi su molti giornali ancora non ha ben chiaro i modi, le operazioni e soprattutto se effettivamente vi siano stati degli ambiti e atteggiamenti corruttivi o se invece i diretti interessati dimostreranno la loro innocenza. Il sindaco della Capitale prova a difendersi, «È vergognoso ed oltraggioso parlare di sistema Raggi perché la Procura ha detto chiaramente che io non c’entro niente. Sono arrestati anche altri esponenti politici come Civita che stava con Zingaretti e Palozzi eppure si parla di sistema Raggi. Sarà perché sono donna, o perché sono del M5s o perchè sono scomoda. Ma questa cosa deve finire. Non sono lo sfogatoio d’Italia», ha spiegato la Raggi ieri a Porta a Porta. Se sul fronte del progetto-Stadio, l’As Roma ha da poco comunicato con Baldissoni «speriamo che non si fermi il progetto», con annessa risposta della Raggi dopo il vertice al Campidoglio, «faremo altre verifiche per andare avanti», arrivano notizia dalla Procura di nuovi indagati. Fra questi ci sarebbe Francesco Prosperetti, soprintendente della Capitale, accusato dai pm di avere incontrato l’ex capo segreteria del Ministro ai Beni culturali, Claudio Santini: «il Sovrintendente Prosperetti venne avvicinato e chiamato a pronunciarsi sul vincolo sulle tribune dell’ippodromo di Tor di Valle, che poi venne tolto». (agg. di Niccolò Magnani)

LANZALONE SI DIMETTE DA ACEA, PARNASI “MAI COMMESSO REATI”

È in corso in questo momento il vertice al Campidoglio tra il sindaco Virginia Raggi e il ds della A.S. Roma Mauro Baldissoni: dopo gli arresti illustri degli ultimi giorni infatti il progetto dello Stadio a Tor Di Valle torna ad essere in forte bilico e la società giallorossa vuole vederci bene provando ad uscire dal caos generato dagli intrallazzi fra politica e imprenditoria romana. Intanto giungono ufficiali e formali le dimissioni di Lanzalone da Presidente dell’Acea, ovvie dopo l’arresto del consulente in “quota” M5s: «L’avvocato Luca Alfredo Lanzalone ha rimesso il mandato di presidente del Consiglio di amministrazione di Acea SpA. Il Consiglio di amministrazione, nella riunione del 21 giugno 2018, assumerà le opportune determinazioni al riguardo». Nel frattempo, dal carcere parla anche il “palazzinaro” Luca Parnasi dopo le tante accuse e “illazioni” piovute anche oggi da gran parte dei medi (la cena con Giorgetti e non solo): «Non ho mai commesso reati. Abbiamo lavorato per anni, 24 ore al giorno, solo per realizzare un progetto», avrebbe detto l’imprenditore secondo i suoi legali difensori Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini che lo hanno incontrato nel carcere di San Vittore a Milano. «Domani comunque prenderemo contatto con i pubblici ministeri di Roma per fissare ulteriori passi formali», con l’intenzione della difesa che sarà quella di far avvalere Parnasi della facoltà di non rispondere. (agg. di Niccolò Magnani)

“IL GOVERNO LO FACCIO IO”

Emergono ulteriori sviluppi circa gli arresti di due giorni fa, in merito alla costruzione del nuovo stadio della Roma in Tor di Valle. Fra i protagonisti in negativo di tale vicenda vi è Luca Parnasi, il numero uno di Eurnova, l’impresa incaricata di costruire appunto la nuova casa dei capitolini. Stamane Il Corriere della Sera dedica ampio risalto proprio alla figura dell’imprenditore classe 1977, e ai suoi stretti legami con la politica italiana. «Noi in questo momento – raccontava Parnasi a un amico durante il gennaio scorso, come svela il quotidiano nazionale – con i 5 Stelle abbiamo una forte credibilità. Vuoi la previsione di Luca Parnasi? C’è un rischio altissimo che questi facciano il governo, magari con Salvini insieme … e quindi noi potremmo pure avere … incrociamo le dita, silenziosamente, senza sbandierarlo, un grande rapporto».

I RAPPORTI CON GIORGETTI E LA LEGA

Parnasi stava quindi tessendo la tela per fare affari con il nuovo governo che stava nascendo, e un’ulteriore conferma deriva dalla cena a tre fra lo stesso, l’ex presidente di Acea Luca Lanzalone, e l’attuale sottosegretario a palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti, esponente della Lega. Tale incontro viene definito dai carabinieri come «una delle evidenze acquisite che rivela come il dominus dell’associazione investigata (Parnasi, ndr), avvalendosi dei suoi sodali, sia in grado di permeare le istituzioni pubbliche». I rapporti del costruttore erano quindi trasversali, dagli iniziali legami con il PD, passando per il Movimento 5 Stelle, e arrivando fino alla Lega. E proprio il Carroccio viene tirato in ballo pesantemente in un’altra intercettazione, in cui Parnasi usa il termine “pagare” con il suo commercialista di fiducia: «Abbiamo qua altri 22.000 euro della campagna (elettorale, ndt), tu qui non hai messo le cose, la Lega ed Eyu. La Lega ed Eyu li paghiamo ad aprile, quindi… È solo di essere precisissimi, che in questo momento io mi sono (poi sussurra a bassa voce parole incomprensibili)… Il governo lo sto a fare io, eh! Non so se ti è chiara questa situazione!».