Si sono chiuse le indagini della procura di Livorno circa Fausta Bonino, l’infermeria che fra il settembre del 2014 e lo stesso mese dell’anno successivo, pianificò e causò la morte di dieci pazienti, ricoverati in condizioni fisiche precarie presso il reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Piombino. Come riferisce il quotidiano Il Tirreno, la chiusura delle indagini ha inserito un altro nome sul fascicolo, quello di Michele Casalis, il primario dal dicembre del 2014 dello stesso ospedale piombinese. Le accuse nei confronti del medico sono di comportamento negligente, visto che lo stesso aveva l’obbligo e la responsabilità di «Vigilare sull’attività e sulla disciplina del personale sanitario».



LE PAROLE DELL’AVVOCATO DEL PRIMARIO

L’avvocato del primario, Federico Procchi, ha però voluto fare chiarezza: «Il dottor Casalis è coinvolto marginalmente nell’indagine a titolo colposo e non doloso perché assunse la direzione dell’unità di rianimazione nel gennaio 2015. E da quel momento ha messo in atto ogni controllo e cautela della gestione degli assistiti». Migliora anche la situazione della Bonino, per cui i casi contestati di decesso sono ora dieci e non più 14 come si pensava inizialmente. La morte pianificata sarebbe avvenuta, secondo la Procura, attraverso la somministrazione di un farmaco anticoagulante, forse l’eparina. Vi è il forte sospetto che gli ultimi tre decessi si sarebbero potuti evitare.

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