«E’ tutto un grande equivoco, un malinteso, sono tranquillo». Ne è convinto il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle, parlando con i cronisti circa l’inchiesta sullo stadio Roma che ha portato all’arresto di 9 persone. Fra le persone finite in manette vi è anche l’avvocato Lanzalone, superconsulente nonché uomo molto vicino ai grillini. Si dice tranquillo Di Maio, rispondendo velocemente ai giornalisti durante il tragitto per il palco di piazza Indipendenza a Pomezia, dove ha tenuto un comizio in vista dei ballottaggi del prossimo 24 giugno. Arrestato anche il costruttore Parnasi, che dalle intercettazioni emerse sembrerebbe avere dei legami molto stretti con i 5 Stelle, ma secondo il vice-premier di cui sopra, a breve sarà tutto chiarito.
ANCHE SALVINI SI TIRA FUORI
Si tira fuori anche l’altro vice presidente del consiglio, Matteo Salvini, che a Genova per incontrare il poliziotto ferito dopo la colluttazione che ha portato alla morte di un ragazzo ecuadoregno che non voleva farsi sottoporre al tso, ha ammesso: «Non sono assolutamente preoccupato, è giusto che chi ha sbagliato debba pagare, mi spiace perché una delle persone coinvolte la conoscevo personalmente, ci sono andato allo stadio insieme, ma credo che questo non configuri un reato e spero che possa dimostrare la sua innocenza». Il leader del Carroccio si riferisce all’intercettazione telefonica in cui Parnasi chiede al dg della Roma, Baldissoni, dei biglietti per la partita di Totti, proprio per il leghista. Telefonate che coinvolgono da vicino anche Giorgetti, molto vicino a Salvini e attuale sottosegretario a Palazzo Chigi, ma su quest,o il ministro dell’Interno afferma un perentorio “che ne so”.