Ventiquattro ore dopo l’efferato omicidio in strada a Corsico, nell’hinterland milanese, nel quale è morto, ucciso a colpi di pistola, il senegalese Assan Diallo, il presunto killer è stato fermato. Si tratta dell’italiano Fabrizio Butà, 47enne di origini calabresi, il quale si sarebbe presentato nella tarda serata di ieri in caserma, confessando il delitto al cospetto del pm Christian Barilli e consegnandosi. A darne notizia è Il Giorno che riporta le motivazioni alla base dell’omicidio, avvenuto con 10 colpi di pistola calibro 9 esplosi al petto ed alla testa del senegalese: “Assan infastidiva la mia fidanzata, le chiedeva continuamente soldi, anche pochi euro”. Alla base del delitto, dunque, le presunte e reiterate molestie dell’uomo nei confronti della donna di Butà. Per questo i due si erano dati appuntamento lo scorso sabato sera, per chiarire definitivamente questa situazione divenuta ormai oltremodo “irrispettosa” per il 47enne italiano. Prima una lite al telefono, poi l’invito del senegalese a sistemare la faccenda “faccia a faccia”. Un incontro culminato poi con l’esplosione di 10 colpi di pistola, alla presenza della compagna di Butà. Quest’ultimo ha precedenti anche per un omicidio consumatosi nel 1998. Arrestata anche la compagna 36enne per favoreggiamento personale, detenzione di arma illegale e possesso di stupefacenti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SINDACO DIFENDE CORSICO DA ACCUSA RAZZISMO

Il sindaco di Corsico Filippo Errante prova a difendere la propria comunità dall’accusa di razzismo piovuta addosso non solo dalla disperata moglie di Assan Diallo ma anche da social e web in queste ore dopo l’agguato terribile avvenuto nel comune alle porte di Milano. «Diamo massima disponibilità ai carabinieri che stanno lavorando per dare un nome al killer che ha freddato Assan», spiega in una nota il primo cittadino di Corsico. E poi aggiunge, con tono anche polemico, «Se gli investigatori accerteranno che si tratta di crimine razziale, come afferma la moglie, la condanna mia e dell’intera Amministrazione sarà senza se e senza ma. Credo però che non sia corretto, nel rispetto della magistratura, giungere a conclusioni affrettate perché ritengo che i carabinieri debbano poter svolgere il proprio lavoro fino in fondo. Si è trattato di un’esecuzione. Su questo credo non ci siano dubbi», spiega ancora Errante rispondendo alle forti critiche piovute addosso alla comunità di Corsico. Il sindaco è in contatto con i carabinieri per le varie indagini e ha promesso «massima disponibilità delle istituzioni. Forniremo tutto il supporto necessario e, sono sicuro, non mancherà, se si rendesse necessario per rafforzare il notevole lavoro svolto dagli uomini dell’Arma, anche l’intervento della Prefettura». (agg. di Niccolò Magnani)



54ENNE AVEVA PRECEDENTE PENALE

Qualche piccolo dettaglio in più circa l’omicidio avvenuto nella tarda serata di ieri a Milano, precisamente a Corsico, periferia del capoluogo lombardo. Stando a quanto riportato da MilanoToday, pare che la vittima, un 54enne di origini senegalesi, avesse un piccolo precedente penale, visto che avrebbe speso del denaro falso molti anni fa. L’uomo era comunque ben voluto da tutti, soprattutto nel bar di Corsico che frequentava quotidianamente. Assan, come si chiamava, si occupava di sicurezza, e spesso e volentieri lavorava nei locali, quindi sapeva trattare con la gente, e non aveva lo “scatto” facile. Difficile capire cosa abbia portato il misterioso omicida a freddare il senegalese ieri sera, e il movente razziale resta una delle piste più battute dalle forze dell’ordine, che comunque non escludono alcuna ipotesi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MOGLIE: “VIA DA ITALIA RAZZISTA”

L’elemento razziale al momento è l’ipotesi numero 1 in pista per gli inquirenti sul caso dell’orrendo agguato occorso questa notte alle porte di Milano: si scava intanto nella vita del 54enne nordafricano per provare a scoprire di più su eventuali scontri e discussioni pregresse alla tragica notte di oggi, con annesse telefonate e persone eventualmente incontrate nelle ultime ore prima dell’esecuzione in strada. 6 colpi di arma da fuoco alla testa, 4 al petto, un agguato in stile mafioso che di certo non può essere annoverato come una “mera reazione” ad alcune liti presunte nel pub di Via delle Querce. Assan Diallo viveva qualche chilometro più lontano, a Cesano Boscone e la moglie non riesce a capacitarsi di quanto successo, se non appunto accusando alcuni italiani di profondo razzismo che hanno “portato via il mio Assan”, come spiegato agli inquirenti dalla donna in clamore. Indagano i Carabinieri che stanno svolgendo anche tutte le perizie scientifiche per capirci di più in merito alla morte del 54enne senegalese. (agg. di Niccolò Magnani)

AGGUATO IN STRADA A CORSICO

Un omicidio è avvenuto nella tarda serata di ieri nel milanese. Assan Diallo, 54enne senegalese, è stato ammazzato a colpi di pistola a Corsico, attorno alle ore 23:00, in via delle Querce. Stando alle prime indiscrezioni, pare che si sia trattato di un regolamento di conti, un vero e proprio agguato, visto che l’uomo è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola, di cui due alla testa e altri al corpo. Le forze dell’ordine stanno indagando per cercare di ricostruire con esattezza l’accaduto, e in base a come riportato da Il Giorno, non è da escludere il movente razziale. Pare infatti che Diallo avesse litigato poco prima di essere ucciso, presso il bar Tessera, dove lo stesso era molto conosciuto e accolto in maniera benevola. Un uomo lo avrebbe insultato per via del colore della pelle, e probabilmente ne è scaturita una rissa verbale, protrattasi anche fuori dal locale e conclusasi appunto con l’assassinio dell’immigrato.

LA MOGLIE OLIVIA E’ DISTRUTTA

Sul luogo del delitto è accorsa attorno all’1:30, dopo il turno di lavoro, anche la moglie di Assan, Olivia: «Gli avevo detto di venire a casa, non mi ha ascoltato – racconta la donna distrutta dalla perdita – ieri ha litigato con un uomo che l’ha seguito fino a casa. Lo aveva offeso e insultato per il suo colore della pelle». La moglie ha concluso affranta: «Volevamo andare via da questo paese razzista ora me lo hanno ammazzato». Stranamente nessuno ha visto nulla ne sentito nulla, probabilmente i testimoni hanno paura di parlare, sapendo che nella periferia di Milano non è mai facile vivere, ed è meglio farsi gli affari propri. La moglie della vittima è stata ascoltata in questura, e nelle prossime ore si avrà sicuramente qualche notizia in più.