Nella conferenza stampa la Dia, i Ros e la Procura di Bari hanno reso noti i principali punti d’interesse della vasta operazione denominata “Pandora” con la quale questa mattina 104 persone sono state assicurate alla giustizia. Un crescente e sempre più centrale ruolo nel malaffare pugliese lo assumono i clan Capriati e Mercante-Diomede da mesi federati assieme e caratterizzati da «struttura gerarchizzata in cui sono delineati i ruoli e compiti degli affiliati; controllo militare del territorio coincidente totalmente o parzialmente con quello dei quartieri del centro abitato di Bari in cui sono esercitate le attività illecite; dall’uso interno e dalla rappresentazione esterna della metodologia mafiosa; dall’oggettiva forza intimidatrice sprigionata dal sodalizio sul territorio». Non solo, secondo il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, i problemi presenti nella gestione della Procura di Bari portano notevoli disagi e difficoltà nel contrastare l’intero malaffare esistente sul territorio pugliese. «Bari è una Procura di punta nel contrasto alle mafie. Lasciarla priva di una sede, senza gli elementi necessari per sviluppare il proprio lavoro, è gravissimo», ha detto Carierò durante la conferenza stampa che ha evidenziato l’affiliazione dei clan mafiosi (dimezzati dagli arresti) alle ben note Società Foggiana e Sacra Corona Unita. 



DECARO, “UN SUCCESSO NONOSTANTE GRAVI PROBLEMI A BARI”

Il sindaco di Bari Antonio Decaro ha voluto commentare subito il maxi blitz andato in porto questa mattina nel territorio del Barese con un colpo imponente dato dalla giustizia contro i clan mafiosi del capoluogo pugliese. «Questo importante colpo alle organizzazioni criminali baresi è stato inferto da Magistratura e Forze dell’ordine, spesso costretti a lavorare in condizioni di grande difficoltà»; secondo Decaro la situazione in cui verte da tempo la giustizia barese è davvero deprimente, con la tendopoli che sostituisce il Tribunale della città per i problemi strutturali all’interno del Palazzo di Giustizia. «La vicenda del Palagiustizia è solo l’esempio più eclatante. Davanti a questi risultati noi chiediamo in modo ancor più forte che lo Stato si faccia carico in termini prioritari di garantire il funzionamento della Giustizia in condizioni dignitose, decretando lo stato di emergenza per velocizzare le procedure di trasferimento delle funzioni giudiziarie in un’altra sede. Ad oggi non possiamo che ringraziare ancora una volta per lo straordinario lavoro che la Magistratura inquirente sta portando avanti nonostante le condizioni assurde in cui è costretta a operare», conclude il sindaco di Bari in una nota resa pubblica poco dopo il maxi blitz dei Ros. (agg. di Niccolò Magnani)



NEL MIRINO I CLAN MERCANTE-DIOMEDE E CAPRIATI

E’ in corso nella mattina di oggi un maxi blitz antimafia ad opera dei carabinieri del reparto del Ros contro la criminalità organizzata pugliese. Secondo le prime informazioni rese note dall’agenzia giornalistica Agi, al momento i militari starebbero eseguendo a Bari ed in molte altre località nel resto d’Italia un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 104 affiliati ai clan Mercante-Diomede e Capriati. Tra gli arrestati – riferisce Primapress – anche un imprenditore nel settore della sicurezza privata, ritenuto membro del clan Mercante-Diomede e da anni facente parte del consiglio direttivo della F.a.i., l’associazione antiracket ed antiusura attiva nella Regione Puglia. Al momento sono scarni i dettagli in merito alla maxi operazione antimafia in corso ma a partire dalle 11.00 di questa mattina è in programma una conferenza stampa alla quale prenderanno parte il procuratore nazionale antimafia, il procuratore di Bari ed il Comandante del Ros, i quali daranno maggiori informazioni sulle modalità del blitz.



LE INDAGINI

A coordinare l’indagine dei Carabinieri del Ros sui clan baresi Mercante-Diomede e Capriati e che ha portato questa mattina all’esecuzione di ben 104 arresti in Puglia e non solo, è stata la direzione distrettuale di Bari. Nell’ambito di un lungo lavoro è stato possibile documentare i presunti rituali di affiliazione, la disponibilità di armi (anche da guerra, tra cui kalashnikov) ed i rapporti con esponenti della criminalità organizzata foggiana e della Sacra Corona Unita di Lecce. Al culmine di una articolata attività investigativa si è quindi arrivati ai provvedimenti scattati alle prime luci dell’alba di oggi. Nello specifico, spiega RaiNews, la Direzione distrettuale antimafia di Bari è riuscita a ricostruire “gli assetti organizzativi, le attività criminali e la capacità di infiltrazione dei clan nel tessuto economico e sociale della città e della provincia di Bari”.