Una latitanza che è anche un vero e proprio viaggio, peraltro rocambolesco e agevolato da dei complici che tuttavia le autorità spagnole non hanno ancora rintracciato e che potrebbero essere organizzati in una vera e propria rete: la fuga di Igor il russo (nome col quale è oramai conosciuto sulla stampa italiana il killer Norbert Feher) in Spagna è stata svelata attraverso scatti, video e selfie arroganti che hanno permesso di ricostruire le tappe di una latitanza tanto lunga quanto inspiegabile. Ci sono le foto (oltre 100) con tanto di pistola usata per compiere i suoi delitti, quelle in tenuta mimetica e i video ben quindici) dei posti in cui si è accampato e ha dormito in mezzo alla natura grazie alle riprese effettuate con la sua Go Pro che ha svelato anche i nascondigli usati per nascondersi dalle eventuali ricerche, ma non mancano anche scatti in cui compare solamente la sua mano, con un crocifisso legato al polso, in cui indica un punto lontano all’orizzonte sugli altopiani iberici e che, di volta in volta, potrebbe aver rappresentato una tappa della sua fuga con tanto di scia di sangue lasciata alle sue spalle (agg. di R. G. Flore)



TUTTI I SUOI SPOSTAMENTI IN BICI

Una fuga a dir poco rocambolesca, quella di Igor il russo, colui che per mesi è stato il ricercato più pericoloso e temuto d’Italia. E a far sì che oggi sappiamo qualcosa di più rispetto a quanto accaduto nel suo periodo di latitanza è proprio il killer, che nel corso delle settimane ha scattato centinaia di selfie e girato diversi video. Così sappiamo che Igor, una volta arrivato in Spagna, ha attraversato le località di Mequinenza, Caspe, Escatrón, Castelnou, Samper de Calanda, Híjar, con una bici di montagna. Un percorso che si è interrotto bruscamente ad Albalate del Arzobispo, dove Igor il 14 dicembre ha ucciso altre tre persone prima di essere arrestato dalla Guardia Civìl. La conferma di questi spostamenti l’ha fornita proprio Igor, che ha segnato sulle sue mappe tutte i luoghi da cui è passato, e stando alle cartien potrebbe avere attraversato anche il confine in una regione della Catalogna, arrivando nella cittadina di Seu d’Urgell. (agg di Dario D’Angelo)



NESSUNA TRACCIA DEI COMPLICI

L’ennesima beffa firmata Igor il russo, o Norbert Feher che dir si voglia: un diario della latitanza fatto di foto e selfie, video e messaggi quasi poetici, se non fosse che l’uomo che descrive la natura come un turista qualsiasi altro non sia se non il killer spietato che poco tempo prima aveva sparato e ucciso senza esitazioni il barista di Budrio, Davide Fabbri, e la guardia ecologica Valerio Verri. Come riportato da Il Corriere della Sera, il materiale multimediale estrapolato da sim card, Go Pro, telefono e pc di Igor non è servito ad individuare eventuali complici, persone che lo abbiano aiutato ad allontanarsi dall’Italia senza lasciare tracce. Quel che pare certo è che in terra spagnolo si sia mosso da solo: in Aragona, nella cittadina di Fraga, tra fine settembre e inizio ottobre arrivò senza nessuno; così come da eremita avrebbe vissuto fino alla cattura, avvenuta il 14 dicembre dopo l’uccisione di altre due persone. La Guardia civìl ne è sicura:”Non ha incontrato nessuno, nessuno lo ha aiutato ed era diretto a Madrid”. (agg. di Dario D’Angelo)



I VIDEO DELLA LATITANZA

Non solo foto ma anche 6 video che “attestano” la latitanza e assoluta tranquillità di Norbert Feher in Spagna prima di essere braccato, purtroppo con altri morti sulla coscienza: nel rapporto della Guardia Civil diffuso oggi, Igor pare si sia autoripreso mentre parla in spagnolo. «Assomiglia a qualcosa, sembra la Bosnia Erzegovina. Guarda dove hanno piantato un albero in mezzo a una roccia. Che meraviglia, che bellezza. Non è il solo come vedi, ce ne è un altro lì. Sta crescendo, bello, bello, Padre Celeste», si legge nei trascritti della polizia spagnola. Nessuno finora ha trovato prova di “assistenza” al pluriomicida in Italia o in Spagna, eppure le continue foto con t-shirts diverse tra cui una con figurata un’azienda di maiali della Huesca fa discutere e riflettere i poliziotti spagnoli. «Non sappiamo come e dove si sia impossessato di quella t-shirt», conferma il rapporto della Guardia Civil in un caso ancora con punti “oscuri” prima della cattura. (agg. di Niccolò Magnani)

I SELFIE CON LA PISTOLA

Video e selfie sono stati ritrovati nella cam Go-pro di Norbert Feher, più comunemente noto come Igor il Russo, killer professionista che ha ammazzato in Italia e poi in Spagna. Come riportato da vari organi di informazione italiana, a cominciare dall’edizione online del quotidiano La Repubblica, lo spietato assassino si è scattato dieci selfie ed ha realizzato sei video, tutti scovati dalla guardia civil in uno degli apparecchi informatici in possesso allo stesso al momento dell’arresto, lo scorso 15 dicembre a Terul. Materiale che sarebbe stato prodotto pochi giorni prima dei fatti di El Ventorillo, in cui Feher ha ucciso due poliziotti a sangue freddo, Victor Romero e Victor Caballero, nonché José Luis Iranzo, un allevatore della zona.

LE FOTO DI IGOR

In quasi tutte le foto, Igor il Russo tiene in mano la sua fidata compagna di viaggio, la Smith & Wesson argentata, rubata alla guardia giurata di Consandolo (Ferrara) il 30 marzo dell’anno scorso. Un’arma che ha ucciso più volte, leggasi i quattro omicidi di cui sopra, nonché Davide Fabbri, al bar Gallo della Riccardina di Budrio, il 1 aprile 2017, e Valerio Verri a Portomaggiore una settimana dopo. Le immagini sono state pubblicate dal quotidiano spagnolo El Pais, fino allo scorso 24 aprile coperte da segreto istruttorio. In uno dei video, il killer bosniaco sembra apprezzare l’arido territorio dell’Aragona: «Guarda dove hanno piantato un albero, nel mezzo di una roccia – dice – che meraviglia, che bellezza. Non è il solo come vedi. Li ce n’è un altro, che sta crescendo, bello, bello… Padre Celeste. Che meraviglia». Clicca qui per la fotogallery del killer