Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il giovane morto nel 2009 in ospedale a pochi giorni dal suo arresto, è tornata a parlare e, come riferisce l’agenzia di stampa Ansa, la donna ha voluto spiegare la decisione della Cassazione che ha rigettato la richiesta dei tre carabinieri accusati del pestaggio ai danni del fratello e che avevano chiesto di essere assolti con formula piena. “Le parole della Cassazione sono chiare: fu tortura”, dice oggi Ilaria, prendendo in esame le parole della Suprema Corte. La stessa Cassazione, infatti, commentando le ferite gravi riportate da Stefano Cucchi ha ribadito come “frattura della terza vertebra lombare e della quarta vertebra sacrale, condizionanti la sua capacità di deambulazione, costituiscano evento di una violenza fine a se stessa”. Quella messa in atto dai carabinieri nei confronti del giovane sarebbe stata inoltre “un’attività illecita posta in essere dai pubblici ufficiali finalizzata a contenere l’arrestato con modalità tali da imporgli una ulteriore restrizione, attraverso l’impiego di misure di rigore rivelatesi talmente brutali da produrre quelle gravissime conseguenze”. Parole che, secondo la sorella del geometra morto, non conterrebbero alcun dubbio. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



M5S: “VICINI A CHI HA CORAGGIO DI DENUNCIARE”

Il caso del carabiniere-testimone trasferito in pieno processo Cucchi prende ora la via del tutto politica dopo l’appello di Casamassima ai ministri Salvini e Di Maio: ieri in Parlamento, il deputato Davide Galantino del Movimento 5 Stelle ha presentato ai colleghi un’istanza per poter agire in fretta sul caso spinoso sollevato dal superteste. «per ricordare che non dobbiamo abbandonare chi ha coraggio, come Casamassima che ha denunciato i suoi colleghi che hanno commesso quella violenza ma oggi vive sotto pressione, si sente abbandonato ed è diventato, come lui stesso dice, “carne da macello”». Galantino era un militare, ha indossato la divisa per 20 anni e dopo è stato eletto in Puglia tra le file del M5s: «Io conosco personalmente la gravità di questa situazione: nei miei vent’anni con indosso l’uniforme ho visto fare carriera a chi ha parlato poco o a chi non ha creato problemi. Io voglio bene alla divisa e voglio tutelarla dalle mele marce, come gli assassini di Stefano Cucchi». (agg. di Niccolò Magnani) 



TRENTA, “DISPONIBILE AD INCONTRARE IL CARABINIERE”

La morte di Stefano Cucchi ha tracciato un solco nella storia recente italiana e il supertestimone Riccardo Casamassima oggi ha invocato aiuto. L’appuntato dei carabinieri, che ha fatto riaprire l’inchiesta sul decesso del romano, si è rivolto al Governo per avere un aiuto: “Ai ministri Salvini e Di Maio e al presidente del Consiglio Conte: mi ascoltino”. Ed è già arrivato il primo commento dell’esecutivo per via del ministro della Difesa Elisabetta Trenta: “Ne ho già discusso con il comandante generale dell’Arma e sono disponibile a parlare con lui. Sicuramente ci sono dei fraintendimenti e quello che dice nel video va approfondito”, le sue parole riportate dai colleghi di Repubblica. Dal mondo politico è giunto anche l’opinione di Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea: “Massima solidarietà a Riccardo Casamassima, il carabiniere che ha fatto il suo dovere raccontando al magistrato quel che sapeva sulla morte di Stefano Cucchi. È stato declassato e trasferito mentre meriterebbe una medaglia”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



IL POST DI ILARIA CUCCHI

Non si è fatta attendere la reazione di Ilaria Cucchi dopo la video-denuncia del carabiniere Riccardo Casamassima, ovvero l’ufficiale che con le sue dichiarazioni aveva fatto riaprire il caso della morte di suo fratello Stefano: già all’epoca aveva lascito intendere di avere ricevuto pressioni dall’alto e nelle ultime ore ha sostenuto di essere stato demansionato e trasferito senza alcuna motivazione e, con un lungo post, la stessa Ilaria ha ricostruito innanzitutto la vicenda, ricordando come sia stato proprio Casamassima a dare il via al processo e ricordando come il carabiniere oggi sia stato trasferito alla scuola allievi e per giunta con una decurtazione dello stipendio: “L’ho sentito in lacrime, disperato. Avvilita e rassegnata la compagna Mari Rosati” ha continuato la sorella di Cicchi, rivolgendosi poi ai “cari Generali Nistri e Mariuccia”, chiedendo loro se davvero era necessario tutto questo, specialmente in base anche a quanto emerso nel suddetto processo. “Io amo e rispetto l’Arma dei Carabinieri e mi preoccupa che si stia facendo proprio di tutto per nuoce alla sua immagine” ha scritto Ilaria Cucchi che ha messo in guardia da un possibile rischio, ovvero il fatto che nella prossima udienza dell’11 luglio sfileranno in aula tanti colleghi di Casamassima che giocoforza “saranno ben consci di ciò che è successo oggi”, e chiudendo poi con un “non aggiungo altro perché è vicino il momento in cui sarò chiamata a testimoniare di fronte ai giudici: la saluto con enorme rispetto, l’Arma è sempre nei secoli fedele ai Cittadini, alla Democrazia e ala Repubblica”. (agg. di R. G. Flore)

CASO CUCCHI, CARABINIERE TESTIMONE TRASFERITO

Torna a parlare il carabiniere super testimone che fece riaprire il caso riguardante il povero Stefano Cucchi, arrestato e poi morto in circostanza ancora poco chiare nella notte del 22 ottobre 2009. Riccardo Casamassina ha pubblicato sulla propria pagina Facebook due video nelle scorse ore, per denunciare quanto sta accadendo. Un primo video, in cui lo stesso ha una maglietta bianca e appare agitato, e un altro video in cui l’appuntato appare in divisa. «Per aver fatto il mio dovere, come uomo e come carabiniere – afferma – per aver testimoniato nel processo relativo a Stefano Cucchi, morto perché pestato dai miei colleghi, mi ritrovo a subire un sacco di conseguenze». Casamassima rivolge un appello ai due vice-premier e ministri, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, affinché lo ascoltino.

IL VIDEO DELL’APPELLO

Al carabiniere è stato notificato un avviso di trasferimento, come spiegato dallo stesso: «Avevo manifestato le mie paure prima del processo del 15 maggio – dice – paure che si sono concretizzate perché mi è stato notificato un trasferimento presso la scuola allievi ufficiali». Un passo indietro per Casamassima, che dopo 20 anni sulle strade si troverà costretto a lavorare a scuola: «È scandaloso. Ho subito minacce, nessuno mi ha aiutato. Mi appello alle cariche dello Stato, ai ministri Salvini e Di Maio e al presidente del Consiglio Conte: è giusto che una persona onesta debba subire questo trattamento? Mi stanno distruggendo». L’appuntato intende incontrare il comandante generale dell’Arma, Nistri, «Se non mi verranno date delle spiegazioni – aggiunge e conclude – sarò costretto ad andare in Procura e a denunciare quello che sta succedendo perché il processo Cucchi è ancora aperto e quindi una qualsiasi azione fatta nei miei confronti lo va a compromettere».