In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha invitato la comunità internazionale a «operare con scelte politiche condivise e lungimiranti per gestire un fenomeno che interessa il globo intero». Il capo dello Stato si è rivolto anche all’Unione Europa, esortandola a «intervenire nel suo insieme, non delegando solamente ai Paesi di primo ingresso l’onere di affrontare le emergenze». L’Italia sta contribuendo «al dovere di solidarietà, assistenza e accoglienza nei confronti di quanti, costretti a fuggire dalle proprie terre, inseguono la speranza di un futuro migliore per sé e per i propri figli». Ma questo non basta. Per Mattarella bisogna lavorare sulla “prevenzione” dell’emergenza: «Occorre prevenire i conflitti e mettere fine a quelli in corso, sostenere i Paesi di origine dei flussi aiutandoli a combattere carestie e malnutrizione, fornire adeguato sostegno ai Paesi limitrofi e alle aree soggette a ostilità». (agg. di Silvana Palazzo)
GIORNATA MONDIALE RIFUGIATO: 66 MILIONI GLI SFOLLATI
Oggi, 20 giugno, si celebra in tutto il mondo la giornata mondiale del rifugiato. Mai come quest’anno il tema sembrerebbe essere d’attualità, visto che i migranti, non soltanto in Italia, quanto nel resto dei paesi del mondo, continuano ad essere in aumento, come testimoniato anche dai numerosi sbarchi delle ultime settimane. Stando a quanto riportato da Lifegate.it, il fenomeno worldwide ha numeri incredibili, visto che nel 2017 sono stati ben 66 milioni le persone rifugiate o sfollate, praticamente l’intera popolazione dell’Italia. Un fenomeno negativo, che porta con se altre conseguenze disastrose, come ad esempio l’aumento della fame e della carestia. Di solito le persone che lasciano il proprio paese d’origine, o che fuggono da esso, abbandonando i mezzi di sostentamento, affidandosi solo alla solidarietà delle nazioni ospitanti.
UNA PERSONA OGNI 110 COSTRETTA A FUGGIRE
Si calcola che uno sfollato passa di media 17 anni lontano dalla propria casa, comportando matrimoni precoci, lavoro minorile e pressione sui governi ospitanti, che spesso e volentieri sono nazioni povere di risorse. La giornata del rifugiato è un’iniziativa istituita nel 1951, voluta fortemente dall’assemblea generale dell’Onu, e che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema davvero d’attualità. Una persona ogni 110 è costretta a fuggire dal proprio paese, e l’85% dei rifugiati, come sottolineato dall’edizione online del quotidiano La Repubblica, sono persone che risiedono in paesi poveri e in via di sviluppo. Quattro rifugiati su cinque, infine, si spostano in paesi limitrofi ai loro.