Carlo Bernardini è molto: il fisico e divulgatore scientifico italiano è scomparso ieri, giovedì 21 giugno 2018, all’età di 88 anni. E’ stato famoso per aver fatto parte del “gruppo del sincrotone” dell’Infn di Frascati: insieme ad altri colleghi realizzò la costruzione dell’anello di accumulazione (AdA) sotto la supervisione del fisico austriaco Bruno Touschek. Bernardini nel corso della sua carriera ha realizzato numerose opere di divulgazione scientifica ed ha inoltre contribuito alla realizzazione dell’acceleratore di particelle ADONE. La carriera da fisico ma non solo: Carlo Bernardini, nato a Lecce il 22 aprile del 1930, ha realizzato numerosi soggi di stampo politico e sociale usufruendo dlele conoscenze scientifiche nella società moderna. Nel 1976 è stato eletto come indipendente del Partito Comunista Italiano al Senato nella VII Legislatura e si è occupato di pedagogia scientifica dirigento la rivista “Riforma della scuola” insieme a Lucio Lombardo Radice. Nel 2013, infine, è stato il direttore della rivista scientifica Sapere.
CARLO BERNARDINI E’ MORTO, IL RICORDO DELL’INFN
Come vi abbiamo sottolineato, Carlo Bernardin è stato fisico dell’Infn di Frascati e anche professore emerito al Dipartimento di Fisica dell’Università Sapienza di Roma. Pierluigi Campana, direttore dei Laboratori Infn di Fracasti, lo ha salutato così: “Una grande personalità, un grande fisico, un grande intellettuale. Carlo è stato uno dei padri fondatori dei nostri Laboratori, ha partecipato in prima persona all’avventura di AdA e a tutta la storia gloriosa dei Laboratori di Frascati. Comunicatore, educatore, saggista, politico: una mente e uno spirito non comune, che ci mancheranno profondamente”. Queste, invece, le parole del presidente dell’INFN e professore alla Sapienza Fernando Ferroni: “Carlo Bernardini, al di là del suo grande contributo all’INFN e in particolare ai Laboratori di Frascati, è stato un docente straordinario alla Sapienza, ha appassionato intere generazioni di studenti alla Fisica delle Alte Energie. Ricordo ancora i suoi corsi che ebbi la fortuna di frequentare da studente, e che mi resero chiara sia la bellezza che avrei potuto incontrare sul mio cammino, sia le difficoltà che avrei sicuramente incontrato e che avrebbero richiesto un impegno senza compromessi. Un grande professore, uno spirito profondo, un pezzo della storia dell’INFN e dei suoi Laboratori di Frascati”.