Proprio ieri le massime autorità sanitarie italiane si sono espresse in modo contrario al “boom” di negozi che vendono marijuana cosiddetta light, cioè contenente una bassissima quantità di Thc, inferiore allo 0,6% previsto per legge come quantità minima da non superare, e dunque non considerata droga. Per le nostre autorità non è stato stabilito in modo scientifico e accurato se anche questo tipo di sostanze facciano o meno male alla salute, chiedendo che suddetti negozi vengano chiusi. Ma a parte questo aspetto, ne esiste un altro che in molti sospettavano ed è quanto si è verificato a Macerata, dove le forze dell’ordine hanno ordinato la chiusura di due di questi negozi, cosiddetti “Grow shop”.



MACERATA, POLIZIA CHIUDE NEGOZI CANNABIS LIGHT

Il fatto è che veniva venduta marijuana autentica, non solo light, con principio attivo superiore allo 0,6%, dunque fuori della legge. Il titolare dei due negozi è adesso indagato a piede libero per spaccio di sostanze stupefacenti, i negozi chiusi. Al loro interno, 24 piante di marijuana in avanzato stato di crescita oltre a 13,150 chili di marijuana. Altri accertamenti analoghi sono in corso anche ad Ancona. Il procuratore di Macerata nel corso di una conferenza stampa ha anche messo in dubbio il concetto stesso di marijuana light:  “La cannabis è cannabis a tutti gli effetti  a prescindere dalla percentuale di principio attivo. Non è vero che si può vendere la cannabis light: la sostanza stupefacente è tale a prescindere dal Thc”. In Italia dopo l’ok dato dal ministero dell’agricoltura alla coltivazione di marijuana light e l’entrata in vigore della legge apposita, esisterebbero oggi circa 650 esercizi pubblici che vendono questo tipo di cannabis. Ma potrebbero chiudere presto tutti.

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