Gli insegnanti laureati protestano contro il governo per le misure “salva” diplomati magistrali. Come riporta il Corriere della Sera, il primo gruppo si sente vittima di un’ingiustizia da parte dello stato: «Inaccettabile la proposta – spiegano – di garantire un ulteriore contratto annuale ai ricorsisti usciti sconfitti dalla sentenza della Plenaria di dicembre 2017, che continueranno a permanere illegittimamente su posti che evidentemente non spettano loro». Secondo Emma Villani, il numero uno del coordinamento, starebbero concedendo dei privilegi ai diplomati, a scapito però dei laureati: «che continuano a permanere in seconda fascia – dice – e che sono considerati in subordine persino a coloro che si sono riscoperti insegnanti grazie alla macchina dei ricorsi che è stata messa in atto dal 2014 e che il Consiglio di Stato avrebbe dovuto disinnescare».



GLI INSEGNANTI LAUREATI TEMONO DI VENIRE DECLASSATI

Il timore degli insegnanti laureati, è quello di avere meno diritti rispetto ai diplomati, «ossia di chi ha un semplice titolo di scuola secondaria vecchio di almeno sedici anni e neanche un briciolo di cultura pedagogica e didattica». Ferma bocciatura della riforma anche da parte di Elisabetta Nigris, presidente del coordinamento dei corsi di laurea in Formazione primaria, che senza troppi giri di parole afferma: «Nessuno vorrebbe un infermiere che opera un intervento chirurgico, un diplomato che ci difende in una causa; e la firma di un geometra è illegale in situazione in cui è richiesta quella di un ingegnere». La sfida è aperta, vedremo chi sarà il vincitore, sempre che ce ne sarà uno…

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