Dopo la nave della Lifeline, c’è un’altra imbarcazione in cerca di un porto dove sbarcare i migranti a bordo. Si tratta della nave cargo Alexander Maersk, imbarcazione battente bandiera danese, che sta trasportando 110 migranti, soccorsi tra l’altro dalla Lifeline di cui sopra. Attualmente si trova al largo del porto di Pozzallo, in Sicilia, ed è ferma da venerdì in attesa di un’autorizzazione della guardia costiera italiana, per entrare in porto. «In questo momento – scrive il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, su Facebook – le navi di due Ong (Open Arms, bandiera spagnola e Aquarius, bandiera di Gibilterra) sono nel Mediterraneo, in attesa di caricare immigrati. Le navi di altre tre Ong (Astral, bandiera Gran Bretagna, Sea Watch e Seefuchs, bandiere olandesi) sono ferme in porti maltesi. Che strano…».



LA MAERSK RIFORNITA CON BENI DI PRIMARIA NECESSITA’

L’Italia, sia con il ministro Salvini quanto con il ministro Toninelli, ha fatto quindi capire, seppur in via indiretta, che la Maersk non approderà nei porti del Bel Paese con il suo carico di migranti, e di conseguenza, dovrà trovarsi una nuova nazione in cui sbarcare. I 110 profughi sulla nave danese sono stati riforniti di viveri e di beni di primaria necessità, ma lo sforzo italiano sembrerebbe essersi esaurito a questo duplice gesto. Stando a quanto afferma l’organizzazione non governativa, Lifeline, i migranti a bordo della Maersk sarebbero ormai in mare da quasi quattro giorni, tenendo conto che prima del loro soccorso sostavano su dei gommoni nel mar Mediterraneo da ben 30 ore.

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