Si attende dunque ancora il via libera per veder la Lifeline attraccare a Malta: vanno definite ancora le redistribuzioni dei migranti presenti a bordo per avere un ok che il premier Muscat ha comunque già anticipato nella giornata di martedì al Premier italiano Conte e al Presidente francese Macron. In giorni di grandi dubbi sul ruolo e il comportamento dell’Italia in mare, è arrivato il commento del comandante generale, l’ammiraglio Giovanni Pettorino: “Abbiamo risposto sempre, sempre rispondiamo e sempre risponderemo a ciascuna chiamata di soccorso. Lo facciamo – aggiunge – perché è un obbligo giuridico, ma anche un obbligo che sentiamo moralmente: tutti gli uomini di mare, da sempre e anche in assenza di convenzioni, hanno portato soccorso e aiuto a chi si trova in difficoltà in mare.di” Certezze contrapposte a un momento estremamente delicato e difficile. (agg. di Fabio Belli)



MACRON: “NAVE HA VIOLATO REGOLE”

Niente da fare, non sembra sbloccarsi la situazione relativa alla Lifeline, la nave dell’organizzazione non governativa tedesca, battente bandiera olandese. Per tutto il giorno si è parlato di possibile attracco a Malta, ma la situazione non si è ancora sbloccata, e la stessa Lifeline, attraverso un Tweet, ha fatto sapere che: «Abbiamo ricevuto un messaggio da Malta alle 18: dice che non ci è permesso di entrare nelle acque territoriali. Non siamo in grado di confermare ciò che è stato diffuso dai media finora». A bordo vi sono 234 migranti, e secondo Emmanuel Macron, oggi a Roma per incontrare il Papa: «Ha agito contro tutte le regole, ha fatto il gioco degli scafisti e non ha rispettato le regole né la Guardia costiera libica». Macron ha altresì aggiunto, smentendo Lifeline, che la nave Ong attraccherà a Malta, e che la Francia accoglierà «una parte dei migranti», a bordo della stessa imbarcazione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MIGRANTI ANCHE A FRANCIA E PORTOGALLO

Matteo Salvini esulta su Twitter, il premier Giuseppe Conte riallaccia i rapporti con Emmanuel Macron e per i migranti a bordo della nave Lifeline termina una vera e propria Odissea: l’accordo raggiunto con Malta affinché l’imbarcazione attracchi in uno dei porti dell’isola, a patto che poi altri Paesi europei contribuiscano alla redistribuzione della propria quota di migranti, sembra risolvere alla vigilia dell’atteso Consiglio Europeo, una situazione che stava diventando spinosa e che aveva fatto salire il clima dello scontro tra Roma e Parigi. Come auspicato dal Presidente del Consiglio italiano, che per primo aveva promesso che il nostro Paese avrebbe fatto la sua parte nell’accogliere alcuni dei 234 migranti a bordo della Lifeline, anche Francia e Portogallo hanno deciso di fare la loro parte tanto che alcuni quotidiano sottolineano che a far sbloccare l’impasse sia stato un incontro segreto avuto da Conte proprio con Macron. (agg. di R. G. Flore)



MALTA REPLICA, “SOLO DOPO RIDISTRIBUZIONE QUOTE MIGRANTI”

Sembrava essersi sbloccata la lunga e complicata situazione della Lifeline, la nave di una Ong tedesca con a bordo 234 migranti che da giorni è alla ricerca di un porto nel Mediterraneo in cui attraccare, e invece emergono nuovi intoppi: dopo l’ok da parte del Governo di Malta a far attraccare la Lifeline, da parte di alcuni esponenti politici dell’isola è arrivato non tanto uno stop quanto una frenata dato che si chiede che, prima che la nave entri in porto, venga raggiuta una intesa sul fatto che poi sei o sette Paesi europei accolgano ciascuno una quota degli oltre 200 migranti che vi sono a bordo. Insomma, l’attracco è subordinato a questa condizione anche se il premier italiano, Giuseppe Conte, da parte sua ha già fornito rassicurazioni merito, garantendo che il nostro Paese farà la sua parte e si prenderà in carico la sua quota e auspicando che anche altri seguano l’esempio: stando a quanto si apprende, mancherebbe però ancora il via libera di altri tre Stati, motivo per cui dalle autorità maltesi non è ancora arrivato il tanto atteso via libera per l’attracco. (agg. di R. G. Flore)

LIFELINE PUO’ ATTRACCARE A MALTA

Il premier maltese ha accettato grazie all’intermediazione di Francia e Spagna, di accogliere la Lifeline con il suo carico di 234 migranti. Lo ha annunciato il nostro premier Conte dicendo che l’Italia prenderà la sua quota di migranti della nave, a patto che vengano ridistribuiti anche in altri paesi europei. Il governo maltese dal canto sua annuncia l’apertura di una inchiesta sul comandante della nave per avber ignorato le istruzioni delle autorità italiane date in accordo alle leggi internazionali. Il ministro delle infrastrutture invece ha annunciato un accordo con la Libia per nuove motovedette italiane che aiuteranno il paese nordafricano a pattugliare il mare e bloccare i trafficanti di uomini (Agg. Paolo Vites)

APERTA INCHIESTA SULLA ONG LIFELINE

Si chiude (forse) il caso della nave Ong Lifeline dopo giorni di discussioni e crisi europee sul fronte immigrazione: Malta accoglie la nave, come la Spagna aveva accolto la Aquarius giorni fa, ma il governo di La Valletta ha imposto e ottenuto la redistribuzione delle quote in altri Paesi Ue. È allora che il Premier Giuseppe Conte afferma in una nota ufficiale, «Ho appena sentito al telefono il presidente Muscat: la nave della Ong Lifeline attraccherà a Malta. Con il Presidente maltese abbiamo concordato che l’imbarcazione sara’ sottoposta a indagine per accertarne l’effettiva nazionalità e il rispetto delle regole del diritto internazionale da parte dell’equipaggio. L’Italia farà la sua parte e accoglierà una quota dei migranti che sono a bordo». Mentre prosegue l’alta tensione tra Italia e Francia sul caos migranti, interviene anche il Ministro degli Interni Matteo Salvini che a commento della chiusura del caso Lifeline infiamma ancora la polemica, «E due! Dopo la Ong Aquarius spedita in Spagna, ora tocca alla Ong Lifeline che andrà a Malta, con questa nave fuorilegge che finalmente verrà sequestrata. Per donne e bambini davvero in fuga dalla guerra le porte sono aperte, per tutti gli altri no!. Stop invasione». 

MALTA DICE SÌ, “MA PROFUGHI VANNO SMISTATI”

Probabile svolta per quanto riguarda la nave Ong Lifeline con a bordo 234 migranti. Dopo un’opera di mediazione fra Francia e Malta, alla fine La Valletta pare abbia accolto l’idea di far attraccare l’imbarcazione dell’organizzazione non governativa. Come sottolineato dall’edizione de La Repubblica, è stata però posta una condizione da parte di Malta, ovvero, che i profughi a bordo della nave vengano smistati fra i vari paesi dell’Unione Europa. Il governo maltese ha diffuso una nota ufficiale in cui spiega che: «Vogliamo evitare un’escalation della crisi umanitaria attraverso una condivisione di responsabilità da parte di alcuni stati volenterosi». Nel frattempo è stata anche aperta un’inchiesta nei confronti del capitano della Lifeline «che ha ignorato le istruzioni delle autorità italiane date in accordo alle leggi internazionali». Situazione in evoluzione quindi, attese novità a brevissimo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MALTA APRE

Sembra vicina ad una soluzione la questione riguardante la nave della Ong Lifeline con a bordo 234 migranti, che ormai da giorni naviga in attesa di una meta. Nelle ultime ore è tornata fortemente di moda la possibilità che Malta possa accogliere l’imbarcazione carica di profughi, come dichiarato in mattina da Benjamin Griveaux, portavoce del governo francese: «Una soluzione europea sembra emergere – le parole riportate dall’edizione online de Il Fatto Quotidiano – possibile sbarco a Malta». Malta Today afferma che La Valletta sta ragionando sul da farsi, non ha ancora preso una decisione, ma la posizione della nota isola sembrerebbe essersi più ammorbidita rispetto alla settimana scorsa. Al lavoro anche il presidente francese Emmanuel Macron, in visita attualmente dal Papa, che sta colloquiando con il premier maltese Joseph Muscat, proprio per trovare una soluzione. A breve sono attese ulteriori novità. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LA REPLICA DI AXEL STEINER

Mentre attorno al caso della nave Lifeline si riaccende lo scontro tra Italia e Francia, col Ministro degli Interni Matteo Salvini che ha replicato a muso duro alle parole di uno dei suoi omologhi transalpini che aveva affermato che era il Bel Paese a doversi fare carico dell’accoglienza, arrivano delle novità a proposito dell’imbarcazione. In sostanza, secondo Axel Steiner, co-fondatore di Lifeline, “andare al momento verso la Francia è comunque impossibile a causa del maltempo anche se inizialmente volevamo farlo”. Contattato dall’agenzia AFP, Steiner (che comunque non si trova a bordo) ha spiegato che non sono solo le condizioni meteo a rendere impossibile questa soluzione ma anche il fatto che loro non vogliono “entrare in un porto ma restate per adesso in acque internazionali”, ribadendo che un eventuale approdo sulle coste francesi non dovrebbe avvenire né domani né tantomeno dopodomani dato che Lifeline si trova a circa 30 miglia nautiche dalle coste di Malta. (agg. di R. G. Flore)

SALVINI, “SPESSO ONG PERICOLOSE PER VITA DEI MIGRANTI”

Infuocato il contenuto delle parole di Matteo Salvini (in conferenza stampa di ritorno dalla missione in Libia) in replica agli attacchi del Ministro francese sul caso Lifeline, non tanto i toni (come sempre accade nella comunicazione del leader Lega, calmo e pacato ma durissimo nei contenuti): «spetta all’Italia farsi carico della Lifeline? Dico che il Ministro francese è ignorante, nel senso che ignora la situazione di questa nave che ha agito ignorando le segnalazioni della guardia costiera italiana e libica: una nave fuori legge che va sequestrata. Mi stupisce la cattiveria dei francesi, sarebbe un bel gesto l’apertura del porto di Marsiglia a questa nave che non si vede perché deve arrivare in Italia visto che non ha nulla a che vedere con il nostro paese». A parte la “citazione inconscia” (forse) di una celebre battuta di Aldo, Giovanni e Giacomo, le parole del Ministro rispediscono al mittente le critiche del Govenro francese dopo che ancora la nave Lifeline si trova al largo delle acque maltesi senza una meta. Ma gli attacchi di Salvini non vanno solo contro Parigi: «il comportamento delle guardie costiere in Libia è fuori da ogni discussione e al di sopra di ogni sospetto. Anzi, spesso sono più pericolosi per la vita dei migranti le modalità usate dalle Ong che non dalle autorità libiche», replica il vicepremier ai cronisti che chiedevano lumi sul rispetto dei diritti umani da parte del governo di Tripoli.  

LE PEN, “NAVE ONG TORNI IN LIBIA”

È tutt’altro che vicina la risoluzione del “caos” Lifeline nelle acque del Mediterraneo, specie dopo che la risposta di Parigi alla richiesta della Nave Ong è stata pressapoco «ci pensi l’Italia, spetta a lei…», con tanti cari saluti all’accoglienza e alle buone parole del Presidente Macron. Dalla Francia, la sua più ostinata rivale politica Marine Le Pen dice forse quello che l’inquilino dell’Eliseo vorrebbe dire ma non può per “dovere” istituzionale (e un po’ per quell’immancabile e francesissimo “comodo stallo”). «Le navi cariche di migranti delle Ong vanno ricondotte al porto di partenza, in Libia», ha attaccato la leader di Rassemblement National prima di aggiungere una stilettata contro le Ong  complici di essere «in combutta con i trafficanti di essere umani che vanno a prendere i clandestini lungo le acque territoriali per condurli poi nell’Unione Europea», cioè in Italia, in Grecia e a Malta. La frenata del Governo di Parigi riflette la frizione fortissima ormai in corso tra il Governo Conte e Macron, in attesa che il Consiglio Ue di giovedì prossimo possa risolvere o aumentare definitivamente la frattura intercorsa con i cugini transalpini. 

LIFELINE, “RIFIUTATI DA TUTTI”

E se anche gli “accoglienti” non accolgono, cosa succede? La situazione della Lifeline – la nave Ong nel Mediterraneo con a bordo 230 migranti salvati dai barconi al largo dalla Libia – è potenzialmente più grande e “rumoroso” del caso Aquarius: questo perché il Consiglio Ue si avvicina (sarà giovedì prossimo) e il nodo della nave battente bandiera olandese resta aperto proprio nel pieno mezzo del litigio europeo sul fronte immigrazione. I porti italiani e di Malta restano chiusi, come pure era accaduto con la Aquarius ma anche quelli di Germania, Olanda e forse anche Spagna e Francia restano sbarrati per la Ong che ha tirato in a bordo centinaia di rifugiati appena al di fuori dalla Libia. Per ora hanno attraccato al largo delle coste maltesi e non hanno problemi di emergenza medica a bordo, di certo però bisogna arrivarne ad una che possa risolvere l’emergenza prima che le condizioni si aggravino. «Siamo stati rifiutati da Germania, Olanda, Italia. Oggi chiederemo alla Francia di accoglierci», spiega Axel Steier, rappresentante dell’Ong Lifeline che noleggia la nave da giorni carica di migranti in attesa della possibilità di attraccare. Lo ha raccontato ad una radio francese (Rtl France) chiedendo l’aiuto di Parigi, come già Madrid aveva fatto con la Aquarius: «Se non abbiamo risposta – ha concluso Steier – lasceremo Malta per andare verso il nord. Spagna o Francia».

LA SECCA RISPOSTA DEL MINISTRO FRANCESE

Il Governo spagnolo per ora ha “silenziato” il caso, così come Macron fino almeno alle parole pronunciate questo pomeriggio dal Ministro per gli Affari Europei Nathalie Loiseau: «spetta all’Italia farsi carico della nave umanitaria Lifeline che trasporta dei migranti. La Francia ricorda il diritto internazionale: quando c’è una nave e si fa un salvataggio in mare, è il caso dei passeggeri della Lifeline, li si sbarca al porto più vicino, è Malta o l’Italia». Insomma, una posizione fortissima nel giorno in cui il ministro degli Interni Matteo Salvini è volato in Libia per provare a trovare un accordo “alla Minniti” con le autorità libiche presso le coste. Secondo il Ministro francese, il fatto che speri all’Italia il compito di accogliere la nave Ong «non a tutti va bene, è il diritto internazionale, ma non siamo qui per sostituire il diritto con la legge della giungla». È stato lo stesso Salvini a spiegare però – dopo il colloquio con il Governo di Tripoli – che l’ipotesi di hotspots dell’accoglienza in Italia «Sarebbe problema per noi e per la Libia stessa perché i flussi della morte non verrebbero interrotti. Noi abbiamo proposto centri di accoglienza posti ai confini a Sud della Libia per evitare che anche Tripoli diventi un imbuto, come Italia».