Tre finanzieri “infedeli” sono stati scoperti dai colleghi del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Napoli. L’ipotesi di reato è concussione: in cambio di soldi e regali “ammorbidivano” i controlli fiscali. Per questo la Guardia di Finanza ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari, Luana Romano, nei confronti di tre militari del corpo in forza al medesimo reparto. Uno è finito agli arresti domiciliari, altri due invece sono stati sospesi dai pubblici uffici per la durata rispettivamente di 12 e 6 mesi. Le indagini nei confronti dei finanzieri “infedeli” sono state coordinate dalla locale Procura della Repubblica e svolte dallo stesso nucleo di Polizia economico-finanziaria di Napoli che ha ricostruito diversi episodi di concussione commessi negli anni dal 2014 al 2016 in danno di società sottoposte a verifiche fiscali. La sospensione dal servizio per i tre militari, come riportato dal Mattino, è stata immediata.



CONCUSSIONE, IL PRECEDENTE

Per concussione nei mesi scorsi è finito in manette un sottufficiale della Guardia di Finanza che aveva chiesto denaro ad un imprenditore per evitargli una inesistente verifica fiscale. Al maresciallo, che inizialmente finì agli arresti domiciliari, arrivò la condanna di tre anni per concussione. I domiciliare furono sostituiti con il divieto di espatrio senza preventiva autorizzazione del tribunale, con il provvedimento accessorio di interdizione dalla professione per un anno. Il maresciallo in questione patteggiò la pena, con la possibilità di chiedere due mesi dopo, quando la sentenza passa in giudicato, lo sconto della pena in affido ai servizi sociali. Il militare ammise i fatti contestati precisando di non aver costretto nessuno a consegnargli denaro, mille euro che poi restituì. L’imprenditore registrò il colloquio avvenuto all’interno dell’auto del finanziere.

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