La barbara uccisione di due cani, Bobo e Lea, a Sondrio perché abbaiavano troppo ha sconvolto non solo i loro proprietari e la comunità locale, ma pure le associazioni animaliste di fronte a un gesto condotto con spietata freddezza e anche sadismo: infatti, i due cani sono morti carbonizzati nell’incendio doloso della loro cuccia e per il quale sono stati utilizzati addirittura diversi litri di combustibile, quasi a voler sottolineare il carattere di vendetta di chi stava compiendo quel gesto. E, anche per questo motivo, è notizia delle ultime ore che è stata messa una taglia di 5000 euro sul responsabile: a renderlo noto è un comunicato pubblicato dalla AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali & Ambiente) che si è retoricamente chiesta quali siano state le motivazioni che hanno spinto una mano ignota a prendersela con due innocenti animali. A tal proposito, Lorenzo Croce, che dell’AIDAA è il presidente nazionale, ha parlato senza mezzi termini di un “gesto criminale che deve essere punito” annunciando anche che presto sarà presentato un esposto alla Procura di Sondrio anche per verificare le condizioni in cui i cani vivevano, al di là del brutale gesto compiuto da chi non sopportava che abbaiassero. (agg. di R. G. Flore)
I PRECEDENTI DI MEDA E ARGO
L’orribile gesto che arriva da Sondrio, dove sono stati bruciati vivi due cani, deve invitare a riflettere. Le Iene prontamente si battono in questa battaglia per far capire come sia davvero impossibile accettare quello che è accaduto. Per fare questo si decide di raccontare ancora una volta quanto accaduto a due cani di nome Medo e Argo non poco tempo fa. Il primo è un cane croato che abita a Trento e che era stato costretto per due anni al coprifuoco per dodici ore al giorno, dalle 20 doveva rimanere chiuso dentro casa per evitare di infastidire i vicini. Il ricorso presentato al Tribunale di Zagabria ha però dato ragione al proprietario del cane che ora è di nuovo libero. Peggio aveva detto ad Argo che era stato strappato ai suoi padroni con un sequestro preventivo. Quest’ultimo è tornato a casa grazie a una petizione online firmata da oltre 250mila persone. (agg. di Matteo Fantozzi)
“CHI LO HA FATTO MERITA DISPREZZO”
I poveri resti di Bobo e Lea, sono stati ritrovati nella giornata di domenica dalla loro proprietaria, ad Albaredo per San Marco, piccolo comune di appena 300 anime in provincia di Sondrio. Un episodio choc e di estrema crudeltà quello capitato ai due cani, la cui unica colpa è stata quella di aver abbaiato e, probabilmente, disturbato qualcuno nelle vicinanze. E così, questo qualcuno avrà pensato bene di ucciderli nella maniera più barbara, bruciandoli vivi insieme alla loro cuccia, riducendoli in cenere. E’ questa la scena che si è trovata di fronte la padrona che ora ha denunciato il macabro accaduto sul quale sono in corso le indagini dei carabinieri di Sondrio. L’episodio è avvenuto nella notte a cavallo tra sabato e domenica scorsa in un piccolo centro tranquillo dove abbaiare troppo potrebbe costare caro, come accaduto a Bobo e Lea. Secondo quanto riportato da Corriere.it, per appiccare l’incendio sarebbero stati utilizzati svariati litri di combustibile con il quale è stata cosparsa l’intera struttura in legno isolata con guaina nella quale stavano i due cani. L’incendio ha mandato in fumo non solo la struttura, lasciando solo pochi resti dei due animali, ma ha danneggiato anche le piante da frutto e tutto l’orto circostante.
LA DENUNCIA DEI DUE PADRONI
I proprietari di Bono e Lea hanno chiaramente segnalato l’accaduto alle forze dell’ordine, denunciando prontamente l’uccisione dei loro due cani ai carabinieri di Morbegno ma hanno anche allertato l’Enpa di Sondrio. L’appello lanciato sui social è chiaro: chiunque possa aver visto qualcosa, parli. “Chi ha commesso questa meschinità non può considerarsi una persona ma chiamarlo bestia sarebbe un’offesa verso i nostri cani. Chi ha ucciso questi animali per cattiveria gratuita merita disprezzo”, hanno aggiunto i padroni dei due cani uccisi brutalmente, comprensibilmente scossi. La moglie del proprietario di Bobo e Lea, riporta Corriere.it, ha spiegato: “Il box si trova a circa 200 metri dalla casa più vicina, sopra l’abitato di Albaredo, e a circa 150 dalla strada. Sappiamo che intorno alle 2,30 della scorsa notte chi è transitato in zona non ha visto alcun segno dell’incendio, ma alle 5.30 una persona che si trovava nel prato vicino ha notato il fumo e i resti di quella che era la casa dei nostri cani”. Indicazioni importanti, queste, che potrebbero ora contribuire a far risalire al responsabile (o ai responsabili) dell’inumano gesto.