La Santa Sede interviene sulla questione migranti e in particolare sullo scontro a distanza tra Italia e Francia. Il Vaticano prende lo posizione e lo fa schierandosi dalla parte dei più deboli. «Una chiarezza sull’argomento era necessaria, che siano solo i Paesi fisicamente più esposti come l’Italia o la Grecia ad assumersi il peso dell’accoglienza e non tutta l’Unione europea non è giusto» questa la premessa di monsignor Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di stato vaticana e cardinale nel concistoro di giovedì. A proposito della linea dura del governo sui migranti ha però precisato: «Che si utilizzino le navi cariche di esseri umani per far avanzare posizioni politiche è inaccettabile». Nelle scorse ore Salvini era tornato all’attacco di Macron e non solo dandogli del “matto” per la carezza a Papa Francesco: «Parla di valori, ma è lui il primo a non riconoscerli quindi non può dare lezioni all’Italia». (agg. di Silvana Palazzo)



MACRON ROMPE PROTOCOLLO E SALVINI ATTACCA: “FA IL MATTO”

La visita di Emmanuel Macron al Papa in Vaticano ha fatto discutere anche per un gesto inatteso e inedito, per qualcuno anche inaudito. Il presidente francese, della patria della Rivoluzione e della laicità, ha accarezzato il Santo Padre. Lui che pochi giorni fa aveva redarguito duramente un ragazzo che lo aveva chiamato con il diminutivo “Manu” anziché “Signor presidente”, ha rotto ogni protocollo poggiando la sua mano sinistra sulla spalla destra del Pontefice, quindi l’ha accarezzato e l’ha baciato sulla guancia. A commentare questo gesto inaspettato è stato anche Matteo Salvini, che continua a usare toni forti contro Macron. «Fa il matto perché è al minimo della popolarità nel suo Paese. Accarezza il Papa… È la prima volta che vedo accarezzare il Papa, non commento», dice il ministro dell’Interno, come riportato dal Corriere della Sera. Gli osservatori francesi spiegano che Macron ama manifestare il suo affetto in questo modo, ma il gesto ieri in Vaticano ha spiazzato proprio tutti. (agg. di Silvana Palazzo)



LA GAFFE DI MACRON: “I BRETONI SONO LA MAFIA FRANCESE”

Dopo l’incontro avvenuto in Vaticano tra Papa Francesco e il presidente Emmanuel Macron, oggi i media francesi e non solo continuano a parlare della clamorosa gaffe avvenuta nel corso della sua visita in Italia. Il riferimento, come spiega l’Agi.it, è alle sue parole nei confronti dei propri connazionali bretoni. Macron, infatti, avrebbe detto rivolgendosi al Pontefice: “I bretoni sono la mafia francese”. Papa Francesco ha dovuto così celare il suo imbarazzo. Lo stesso Le Parisien ha scritto come il Pontefice abbia costretto se stesso a sorridere per educazione. A Bergoglio però, come è noto, non piace affatto scherzare su tematiche delicate come la mafia. A peggiorare la situazione è stato ancora una volta Macron che nel tentativo di mettere una toppa ha esclamato: “Ma abbiamo una morale”. Poi, dopo essersi accorto dell’atteggiamento del Papa dopo la sua battuta infelice, il presidente francese ha raddrizzato il tiro asserendo, ripreso dalle telecamere: “Ma è una mafia che fa del bene”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



AL PRESIDENTE FRANCESE CONFERITO TITOLO DI “PROTODIACONO ONORARIO”

Non solo l’incontro con Papa Francesco, da tempo annunciato, per parlare di alcuni temi sensibili, tra cui quello dei migranti, della laicità dello Stato e anche della risoluzione di vari conflitti, nel mondo, dato che la visita di quest’oggi di Emmanuel Macron in Vaticano è stata l’occasione per una cerimonia che, tradizionalmente, riguarda tutti gli inquilini dell’Eliseo. Infatti, a margine del colloquio col Pontefice, nel pomeriggio il Presidente della Repubblica francese, assieme alla consorte Brigitte, è stato protagonista nella Basilica di San Giovanni in Laterano del rito della consegna dell’onorificenza di “protodiacono onorario dell’ordine lateranense”: come è noto, il titolo spetta per tradizione a tutti i presidenti d’Oltralpe, come peraltro era accaduto già con Nicolas Sarkozy nell’oramai lontano 2007, mentre è curioso come nel caso di François Hollande sia stata segnata una discontinuità dal momento che quest’ultimo decise di rinunciare all’incarico, fedele alla sua idea di affermare la laicità dello Stato francese e marcando la distanza rispetto alla Chiesa. (agg. di R. G. Flore)

IL PONTEFICE AMMONISCE, “GOVERNANTI AIUTINO I POVERI”

Mentre da più parti si levano critiche nei confronti del Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, a margine dell’incontro avuto quest’oggi in Vaticano con Papa Francesco, la stampa adesso si interroga se tra i due possa nascere una sorta di empatia, dal momento qualcuno parla già di ultimi baluardi contro il sovranismo imperante, o se il colloquio definito “cordiale” tra i due abbia volutamente toccato in modo marginale il tema più caldo, quello dei migranti e che ha visto nuovamente oggi Italia e Francia ai ferri corti in relazione all’Odissea della nave ong Lifeline. Se Giorgia Meloni ha ironizzato su Twitter a proposito di quello che definisce “umanissimo Macron” (a suo giudizio bravo a dare lezioni di accoglienza agli italiani ma poi ipocrita a casa sua), non vanno nemmeno sottovalutate le parole del Pontefice, specialmente in un passaggio che, seppure indirettamente dato che si è trattato pur sempre di un incontro dettato dal protocollo, sembrava bacchettare anche l’inquilino dell’Eliseo sul tema dell’accoglienza: come è noto, Macron ha più volte spiegato che la Francia aprirà le sue porte solamente ai richiedenti asilo, tenendo ben distinti i migranti economici e altre tipologie. E nel regalare al Presidente transalpino una medaglia in cui si vede San Martino donare il suo mantello a un povero, Papa Bergoglio ha spiegato che sta a sottolineare quella che dovrebbe essere la vocazione di tutti i governanti, ovvero “essere in aiuto dei poveri, dato che tutti siamo poveri”. A buon intenditor… (agg. di R. G. Flore)

STAMPA FRANCESE AL SEGUITO, “DIVISI SUI MIGRANTI”

Incontro denso di significati, non solo per via della tempistica (nel pieno della bufera per quanto riguarda i rapporti diplomatici tra Italia e Francia) ma anche delle tematiche che sono state trattate l’incontro odierno in Vaticano tra Papa Francesco ed Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica francese. Sul tavolo dei colloqui tra il Pontefice e quello che, negli ultimi giorni, è diventato l’avversario preferito con cui battibeccare per Matteo Salvini, non solo il tema delle migrazioni e dell’accoglienza, ma pure la tutela dell’ambiente e il ruolo dell’Occidente non solo nella risoluzione dei conflitti in giro per il mondo ma pure la questione legata al disarmo. Tuttavia, se dal “fronte” italiano c’è attenzione per qualsiasi accenno dei due al tema dei migranti o al fatto che Macron non vedrà il premier Conte nel corso di questa “puntatina” nel Bel paese, i giornalisti transalpini, un nutrito nugolo al seguito del Presidente della Rèpublique, hanno parlato nelle ultime ore dell’incontro “tra due riformatori” che, anche se di generazioni diverse, potrebbero anche trovare una sintonia nonostante non si tratti che di uno di quegli incontri diplomatici previsti dal protocollo. Non solo: qualcun altro invece sottolinea che al Papa non possa piacere la linea del Governo francese che fa distinzione tra le diverse tipologie di migranti e privilegia solo i richiedenti asilo a scapito degli altri; ad ogni modo, tutti gli inviati d’Oltralpe paiono essere concordi su un punto, ovvero che Macron resta per la Chiesa uno dei pochi interlocutori in un panorama politico che vede prevalere forze populiste o comunque l’ascesa di leader sovranisti. (agg. di R. G. Flore)

CORDIALI COLLOQUI SU MIGRANTI E UE

La diplomazia vaticana ha diffuso i contenuti principali del colloquio fra Papa Francesco e Emmanuel Macron e sì, il tema delle migrazioni è stato toccato e discusso anche se non vi sono “proclami” né pro né contro quanto il Governo italiano sta intraprendendo nei confronti dell’emergenza immigrazione. «La protezione dell’ambiente, le migrazioni e l’impegno a livello multilaterale per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti, specialmente in relazione al disarmo»: questi sono i temi dei “cordiali colloqui” in Vaticano in occasione dell’udienza di Papa Francesco al Presidente della Repubblica di Francia. Secondo quanto riportato da Vatican News, canale ufficiale della Santa Sede, nelle lunghe conversazioni si è affrontato anche il caso di uno «cambio di valutazione su alcune situazioni di conflitto, particolarmente nel Medio Oriente e in Africa»; sono stati poi sottolineati i buoni rapporti bilaterali esistenti fra la Santa Sede e la Francia – e non era scontato dopo le frizioni recenti dell’amministrazione Hollande – oltre che il buon contributo che le «religioni possono dare per la promozione del bene comune nel Paese». Da ultimo, «non è mancata poi una riflessione congiunta circa le prospettive del progetto europeo».

“GOVERNI AIUTINO I POVERI”

Un’ora di colloquio privato, il secondo più lungo dopo quello con Obama – secondo l’Avvenire – e poche parole rese pubbliche al termine: Papa Francesco e Emmanuel Macron si sono abbracciati, incuranti delle “formalità” tra capi di stato e si sono scambiasti i consueti doni. Macron a Bergoglio ha regalato una edizione storica e preziosa, risalente al 1949, in italiano del Diario di un curato di campagna di Georges Bernanos. «Un libro che ho amato molto» a cui il Papa ha replicato, «L’ho letto molte volte, e mi ha fatto molto bene». Il Santo Padre di contro ha consegnato alla coppia francese una medaglia raffigurante san Martino che taglia il suo mantello in due, per darne metà a un bisognoso. Ha poi parlato della vocazione che tutti i governanti devono avere: «accogliete i poveri. Tutti aiutino i poveri, tutti noi siamo poveri», ha spiegato Papa Francesco nel breve scambio di battute davanti alle telecamere. Tra gli altri doni, i documenti basilari del Pontificato, tra i quali la Laudato si’ e la Gaudete et exsultate sulla santità. “Silenzio” sui migranti, almeno a livello pubblico, in attesa che escano i rispettivi comunicati sui contenuti più interessanti dell’incontro privato tra il Pontefice e il Presidente francese. 

L’INCONTRO TRA MACRON E IL PAPA

Macron è in Italia ma non vedrà il Governo dopo le frizioni e le fratture sul caso migranti: il presidente francese è invece atteso in Vaticano dove in questi minuti sta incontrando in un colloquio privato Papa Francesco. Il senso della visita ha di per sé carattere “istituzionale” come una normale visita di un Capo di Stato (con consorte Brigitte al seguito) dal Pontefice cattolico, anche se è evidente che la “tempistica” inviata al retropensiero: durante una della più grandi crisi diplomatiche degli ultimi decenni tra Italia e Francia, il Presidente di reca dal Papa per trovare una possibile “sponda” sul fronte immigrazione contro il Governo italiano che invece impone la linea dura sui migranti a bordo di alcune navi Ong al largo delle coste italiane o nel Mediterraneo (Aquarius, Lifeline, Alexander Maersk). All’udienza di circa mezz’ora con il Pontefice, prevista oggi per le 10:30, seguirà un colloquio con il segretario di Stato, Monsignor Pietro Parolin. Ad accompagnarlo in Vaticano, anche la moglie Brigitte. Il capo dell’Eliseo arriva nella Capitale accompagnato anche dai suoi ministri dell’Interno Gérard Collomb e degli Esteri Jean-Yves Le Drian, spiega l’Ansa nell’agenda programmata di Emmanuel Macron.

MACRON “SNOBBA” CONTE

«Il Papa non è l’Italia. Quello di oggi è l’incontro tra due uomini dal carattere forte, che ancora non si conoscono, ma tra cui possono emergere importanti punti di convergenza su questione migratoria e altri dossier connessi come la difesa del clima e gli aiuti allo sviluppo, ma anche temi cari ai due leader come la pace e il multilateralismo. L’incontro – aggiungono fonti dell’Eliseo a Parigi – può essere l’occasione per accordare due voci potenzialmente complementari su diversi aspetti». Il senso della visita insomma non rispecchia alcun interesse di incontro con il Governo italiano, tant’è che la fitta agenda di EM non prevede alcun dialogo o tavolo con politici italiani. Ieri al Sir Parolin ha anticipato alcune tematiche dell’incontro fra Papa Francesco e il Presidente di Francia, non potendo esimersi dal commentare il nodo immigrazione: «Credo che ci debba essere una risposta comune a questo problema. Certamente i porti chiusi non sono una risposta. Però la risposta può venire soltanto da una collaborazione tra tutti i Paesi europei. Credo che si debba insistere su questo. La problematica delle migrazioni esige il coinvolgimento di tutti. Non può essere rigettata sulle spalle di alcuni soltanto ma deve essere assunta responsabilmente da tutta Europa e da tutta la comunità internazionale, però sempre in quella linea e in quell’orizzonte di umanità e solidarietà che non può mancare di fronte a questi problemi», spiega il Segretario di Stato Vaticano.