La Guardia Costiera non si tirerà mai indietro agli sos che le giungeranno. Parola del comandante generale della GC, l’ammiraglio Giovanni Pettorino, che interpellato dai microfoni dell’agenzia Ansa, cancella qualsiasi dubbio in merito alle responsabilità dello stesso corpo navale italiano: «Abbiamo risposto sempre, sempre rispondiamo e sempre risponderemo a ciascuna chiamata di soccorso». L’ammiraglio ammette che rispondere alle richieste di aiuto è un obbligo che «sentiamo moralmente», oltre che un obbligo giuridico, perché «tutti gli uomini di mare, da sempre e anche in assenza di convenzioni, hanno portato soccorso e aiuto a chi si trova in difficoltà in mare. Noi non abbiamo mai lasciato solo nessuno in mare».
“CONVENZIONE DI AMBURGO SUPERATA”
In mattinata era stato il ministro dei trasporti e delle infrastrutture, Danilo Toninelli, a parlare della Guardia Costiera, sottolineando come la stessa operi «In condizioni di autonomia tecnico-giuridica, per cui non devo essere io a dire se deve rispondere oppure no agli sos. La Guardia Costiera non può intervenire nelle acque libiche». La Guardia Costiera, nonostante le Ong non sembrerebbero essere più ben accette nei porti italiani, continuerà quindi ad operare secondo le convenzioni internazionali del mare, «Convenzioni che l’Italia ha ratificato con legge e la cui applicazione, quindi, è obbligatoria. Per noi e per tutti i Paesi che le hanno firmate». Secondo Pettorino, però, la convenzione di Amburgo, quella principale in materia, era nata in un periodo in cui l’esodo era un episodio raro e non all’ordine del giorno come invece sta accadendo ora, «con un intero popolo che si sposta o tenta di spostarsi via mare in un tratto breve ma pericoloso, con mezzi inadeguati e dunque occorre rivedere la Convenzione».