Tra i reati contestati ai sei agenti di polizia e a un dipendente della procura di Roma c’è anche l’accesso abusivo a sistemi informatici e la rivelazione di segreti di ufficio. Come in una scena di un film comico, ad arrestare i poliziotti di cui a un settimo è stata disposta la misura interdittiva, sono stati i carabinieri. In sostanza secondo le prime rivelazioni i poliziotti prendevano tangenti in cambio di rivelazioni su indagini in corso (Agg. Paolo Vites)
TANGENTI IN CAMBIO DI RIVELAZIONE INDAGINI
L’ironia del destino (e della magistratura) porta la squadra dei Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Roma ad indagare ed effettuare gli arresti ai colleghi della Polizia: il mondo di corruzione e segreti d’ufficio rivelati dietro la Mobile di Roma è inquietante e sta ancora emergendo a piccole dosi con l’attesa dei dettagli offerti dalla Procura nelle prossime ore con la conferenza stampa di rito. In attesa di scoprire di più riguardo soprattutto le identità degli arresti ed eventuali altri coinvolti, le accuse rivolte contro i 7 arrestati (6 poliziotti e un addetto della Procura, più un ottavo raggiunto da misura interdittiva) sono gravissime e di vario titolo. Corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, accesso abusivo a un sistema informatico o telematico e rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio: insomma un “bottino” di accuse niente male per chi avrebbe dovuto vigilare a favore della legge e non contro. È chiaro che tutti dovranno avere regolari indagini e processi eventuali per poter dimostrare eventualmente la propria innocenza, ma resta il quadro fosco che appare in queste prime ore di indagini rivelate è tutt’altro che “degno” per le stesse Forze dell’ordine della Capitale. (agg. di Niccolò Magnani)
ARRESTI PER CORRUZIONE NELLA POLIZIA DI ROMA
Un terremoto ha scosso la polizia romana nelle scorse ore. Come riportato dai principali organi di informazione online, a cominciare dal quotidiano La Repubblica, sei poliziotti capitolini sono finiti in manette, con l’aggiunta di un dipendente della Procura Roma, e di un pregiudicato. Un settimo poliziotto è stato invece raggiunto da una misura interdittiva. Un’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma e dalla Squadra mobile della Questura, che ha portato alla luce una rete di corruzione che ha coinvolto appunto numerose forze dell’ordine, con l’accusa di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, accesso abusivo al sistema informatico, e rivelazione di segreti di ufficio.
TANGENTI IN CAMBO DI SEGRETI SULLE INCHIESTE
Le ordinanze sono state emesse dal Gip del tribunale romano, su richiesta della procura di Roma. Come riferisce il quotidiano Il Secolo XIX, i sei poliziotti arrestati, venivano pagati per indagare e combattere il crimine, ma invece di svolgere il proprio lavoro quotidianamente, intascavano delle tangenti, e riferivano a terzi i segreti sulle varie inchieste portate a termine. Non sono state rese note per ora le identità dei 6 poliziotti arrestati, ne tanto meno degli altri personaggi coinvolti, ma in tarda mattinata si terrà una conferenza stampa in cui verrà spiegato ogni dettaglio su questa indagine.