E’ stato condannato a sei anni e sei mesi di carcere, con la patente ritirata a vita, il 45enne milanese Alessandro Ghezzi, che lo scorso 27 gennaio investì e ammazzò in via Michelino da Besozzo a Milano, l’88enne Sandro Orlandi. Il guidatore, una volta messo sotto il povero anziano, scese dall’auto e guardò il cadavere, per poi darsela a gambe levate. Un comportamento che ha indotto il gup di Milano, Natalia Imarisio, ad utilizzare il pugno di ferro: «Scese dall’auto – racconta – guardò il corpo dell’uomo che aveva appena travolto con l’auto e risali a bordo per scappare. Senza la minima frenata nonostante negli ultimi istanti avesse visto quella figura davanti alla macchina, scese e guardò il corpo a terra, poi risalì in auto e fuggì via a velocità elevata fregandosene del principio di basilare umanità che una persona gravemente ferita va soccorsa».
LA SODDISFAZIONE DEL LEGALE
Al momento dell’incidente, l’uomo era alla guida di un suv privo di assicurazione intestato alla madre, ed era ubriaco e con la patente già sospesa. Appena fermato dalle forze dell’ordine aveva raccontato di aver avuto un’amnesia, e di non ricordare quanto successo, ma in realtà stava semplicemente cercando di farla franca. Soddisfatto l’avvocato Domenico Musicco, figlio della vittima e presidente della ‘Associazione vittime incidenti stradali, sul lavoro e malasanità’: «Soddisfazione per la pena alta – ammette – ma soprattutto per la sanzione accessoria della revoca della patente a vita. Una sentenza storica che mostra come la nuova legge sull’omicidio stradale funzioni».