Al termine del Concistoro, Papa Francesco e i 14 nuovi Cardinali hanno fatto visita ufficiale al Papa Emerito Benedetto XVI: con due pullmini la speciale delegazione è giunta al Monastero “Mater Ecclesiae” dove il Santo Padre Joseph Ratzinger si è ritirato in preghiera e vita privata dopo le dimissioni nel 2013. Come riporta Vatican News, nella cappella del Monastero si sono riuniti tutti assieme recitando l’Ave Maria: dopo un breve saluto ad uno ad uno con Papa Ratzinger, i nuovi porporati sono stati benedetti dai due Pontefici prima di ritornare in Aula Paolo VI e nel Palazzo Apostolico per la Visita di Cortesia, come riferisce ancora la Sala Stampa vaticana in una breve nota. Dalle foto, poche, emerse dall’incontro in “Mater Ecclesiae” Papa Benedetto XVI è apparso in buona forma fisica e lucidissimo nell’accogliere e raccomandare una buona azione apostolica ai nuovi 14 Cardinali che entrano a far parte del Collegio Cardinalizio della Chiesa. Qualche ora prima, durante il Consistoro, Francesco aveva spiegato loro «l’invito che il Signore ci fa perché non dimentichiamo che l’autorità nella Chiesa cresce con questa capacità di promuovere la dignità dell’altro, di ungere l’altro, per guarire le sue ferite e la sua speranza tante volte offesa. E’ ricordare che siamo qui perché siamo inviati a «portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». 



“SERVITE CRISTO E NON SENTITEVI SUPERIORI”

Nel consegnare l’anello e la berretta ai 14 nuovi Cardinali, Papa Francesco ha detto loro «Nessuno di noi deve sentirsi superiore e guardare gli altri dall’alto in basso. La più alta onorificenza è servire Cristo nell’affamato, nel dimenticato, nel carcerato, nel malato, nel tossicodipendente». Secondo Il Santo Padre, non bisogna fare corrodere all’interno del proprio sé da «intrighi asfissianti che inaridiscono e rendono sterile il cuore e la missione». Non un lungo discorso ma un vero e proprio “accompagnamento” nella difficile missione di testimonianza continua che la Chiesa a tutti i livelli, specie quelli alti, deve sempre “riaccordare” rispetto alle “note” del Vangelo. Nel saluto dato da ciascuno al Pontefice, il primo dei neoporporati nonché Patriarca dei Caldei Sako ha raccontato «La vostra chiamata paterna per noi è un incoraggiamento nelle nostre sofferenze e ci dona la speranza che la tempesta attuale passerà e sarà possibile vivere insieme armoniosamente. Credo fermamente nella fecondità dell’amore spinto fino alla fine. Questo sangue dei martiri non è per niente, Santità, vi assicuriamo il nostro sostegno e la nostra collaborazione ancora più intensa per promuovere la cultura del dialogo, del rispetto e della pace dappertutto e in particolare dove c’è più bisogno», come riportano i collegi di Vatican Insider. 



CONCISTORO, ECCO I 14 NUOVI CARDINALI

È cominciato alle ore 16 il nuovo Concistoro in Basilica di San Pietro a Roma, con la creazione di 14 Cardinali, 11 dei quali entrerebbero ad oggi nel Conclave (3 sono invece ultraottantenni). Mentre si attende per domani la prima Santa Messa concelebrata dal Pontefice con i 14 nuovi Cardinali (alle ore 9.30, con benedizione finali dei palii per gli arcivescovi metropoliti), la funzione di oggi sancisce la sacralità della nuova nomina, di fatto il quinto Concistoro in 5 anni di Pontificato che allarga i numeri del Collegio Cardinalizio a 227 membri: 125 di questi sono anche elettori nel Conclave avendo meno di 80 anni. Papa Francesco aveva anticipato durante l’annuncio del Concistoro nel Regina Coeli della scorsa Pentecoste, «La loro provenienza esprime l’universalità della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra». Nella prossima ora il Santo Padre consegnerà l’anello cardinalizio e la berretta tradizionale a questi 14 presuli, eccoli. Luis Francisco Ladaria Ferrer (Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede); Pedro Barreto Jimeno (Arcivescovo di Huancayo); Giovanni Angelo Becciu (Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato e Delegato Speciale presso il Sovrano Militare Ordine di Malta); Aquilino Bocos Merino (Claretiano); Mons. Angelo De Donatis (Vicario Generale di Roma); Joseph Coutts (Arcivescovo di Karachi); Konrad Krajewski (Elemosiniere Apostolico); Thomas Aquinas Manyo Maeda (Arcivescovo di Osaka); António dos Santos Marto (Vescovo Leiria-Fátima); Sergio Obeso Rivera (Arcivescovo Emerito di Xalapa); Louis Raphaël I Sako (Patriarca di Babilonia dei Caldei); Giuseppe Petrocchi (Arcivescovo de L’Aquila); Desiré Tsarahazana (Arcivescovo di Toamasina); Toribio Ticona Porco (Prelato Emerito di Corocoro)



SAKO E COUTTS, IL “NUOVO” DIALOGO CON L’ISLAM

Il Presidente dell’ex Sant’Uffizio, il patriarca di Baghad e l’arcivescovo vaticano: tra gli altri, i nomi più interessanti dei nuovi 14 Cardinali creati da Papa Francesco riguardano quelli alla prese con la Dottrina della Fede di tutta la Chiesa Cattolica (e prende l’eredità pesante e illustre di Papa Ratzinger e l’Arcivescovo Muller) e i rapporti con l’Islam. In particolare, il Patriarca di Baghdad e dei Caldei Sako rappresenta una delle voci più interessanti del Medio Oriente, un punto di vista originale impegnato con tutta la Chiesa nella difesa dei fedeli e nello stesso momento l’annuncio di pace e distensione “figli” del Vangelo di Cristo. «La decisione di papa Francesco non è tanto un riconoscimento alla mia persona, ma si tratta di un gesto di incoraggiamento e un appoggio per tutti i cristiani dell’Iraq, che da anni vivono in una situazione molto critica. Il pensiero principale del Santo Padre è quello di aiutare l’Iraq e gli altri paesi in guerra della regione mediorientale dando loro speranza e fiducia nel futuro», ha spiegato oggi in una intervista esclusiva a Famiglia Cristiana. Secondo invece Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi, con questo nuovo Concistoro entra a far parte del Conclave dopo aver annunciato alcuni rischi della condizione della Chiesa in Pakistan, uno dei luoghi meno sicuri al mondo per i fedeli cattolici. «Il Pakistan potrebbe diventare uno Stato islamico. La possibilità è reale. L’islam proibisce il suicidio ma in certi casi viene giustificato nel nome della religione. Quando gli imam affermano che l’islam è la religione migliore e tutte le altre sono cattive, allora alcune persone si sentono in diritto di usare la forza e la violenza per sbarazzarsi degli altri fedeli», ha spiegato in una lunga intervista al Catholic News Agency il monsignore e nuovo Cardinale di Karachi.