Hannah Anderson aveva 16 anni quando nel 2013 fu rapita in California da un uomo, dopo il massacro della madre di lei e del fratello. Era il 3 agosto di cinque anni fa quando della giovane Hannah si persero misteriosamente le tracce. Una sparizione avvenuta in contemporanea al ritrovamento del corpo della madre nel giardino dell’abitazione, dato alle fiamme dall’assassino e di quello del fratello della 16enne. Da quel momento prese il via negli Stati Uniti una estenuante caccia all’uomo che si concluse solo una settimana dopo quando gli agenti dell’Fbi riuscirono a rintracciare Hannah nei boschi dell’Idaho nei pressi di Cascade e uccisero il rapitore. L’uomo, James Lee DiMaggio, aveva 40 anni e oltre a rapire la ragazzina avrebbe anche ucciso la madre Christina Anderson di 44 anni e il fratellino di appena 8 anni, Ethan Anderson. Come rammenta il quotidiano Il Tempo in un articolo dell’epoca, nella massiccia operazione furono impiegati oltre 200 uomini. DiMaggio fu descritto dal padre della ragazzina come un amico di famiglia spiegando come i suoi due figli lo considerassero come uno zio. Eppure, secondo quanto emerse dalle indagini, il 40enne pare avesse avuta una “insolita infatuazione” per la 16enne. In seguito al ritrovamento dei due corpi carbonizzati, scattarono prontamente le ricerche di Hannah e solo grazie ad una segnalazione da parte di un uomo che sostenne di aver visto l’uomo e la ragazzina insieme, con attrezzatura da campeggio al seguito, lungo un sentiero nei pressi del lago di Morehead avvenne la tanto attesa svolta.
DALLA SUA STORIA FU REALIZZATO UN FILM
Fu quindi prima ritrovata l’auto di DiMaggio ben nascosta nella vegetazione. In realtà, l’Fbi dopo la segnalazione ebbe modo di appurare come il 40enne e Hannah Anderson fossero davvero nel luogo indicato, grazie ad un avvistamento dall’alto che confermò la presenza di un accampamento. Quindi il team di salvataggio intervenne a piedi lungo il sentiero di montagna fino al lago, dove la 16enne e il suo rapitore si trovavano, probabilmente da giorni. L’operazione si concluse con l’uccisione dell’uomo anche se non fu chiarito se anche lui aprì il fuoco contro gli agenti. Non vi furono tuttavia poliziotti rimasti feriti nell’ambito dell’operazione che si concluse con il salvataggio della ragazzina che, seppur illesa fu condotta in ospedale. Con la morte di DiMaggio non fu mai possibile scoprire la verità su questo caso emblematico ma, secondo quando stabilirono le autorità, l’uomo si era invaghito della giovanissima Hannah ed aveva messo in atto l’intero piano per poter stare insieme a lei. La vicenda fece molto discutere soprattutto per via del rapporto ambiguo che sarebbe intercorso tra la vittima e il suo rapitore. Da questa storia fu tratto un film dal titolo “Rapita: La Storia di Hannah Anderson” che però non piacque affatto alla protagonista né alla sua famiglia proprio per via del modo in cui la relazione tra la 16enne e “Uncle Jim”, come veniva chiamato, fu dipinto.