Arriva, con qualche ora di “ritardo”, la prima replica ufficiale di Raffaele Cantone dopo il caso sollevato dalla Procura di Milano (che va detto poi ha provato a ricucire): «sono stupito e rivendico con assoluta certezza la correttezza delle nostre attività istituzionali», spiega il presidente dell’Anac dopo le critiche di Francesco Greco nella ormai famosa “nota-denuncia” di ieri pomeriggio. Non solo, il n.1 dell’Autorità Nazionale Anticorruzione aggiunge «prendo atto delle dichiarazioni rese successivamente da Greco, e per me la questione è chiusa. I miei rapporti personali con Greco sono stati sempre non ottimi, di più e così i rapporti istituzionali con la procura di Milano». Rispetto invece all’ingigantirsi dello scontro, Cantone se lo spiega come «una valutazione tecnica scritta in modo non del tutto chiaro. Poi, se ci sono rilievi specifici, siamo disposti a rispondere da tutte le parti» conclude stupito il leader dell’Anac. (agg. di Niccolò Magnani)



IL CASO DEL WHISTLEBLOWING

Un esempio di “indagini lente” e operazioni burocratiche che rendono assai più complesso il lavoro delle Procure? Il Whistleblowing, ovvero le denunce di dipendenti pubblici su attività illecite o fraudolente all’interno della macchina pubblica: intendiamoci, lo strumento è utile ed è stato inserito nell’ultima riforma Pa dall’ex ministro Madia, con stretto accordo con l’Anac. Tutti è volto a ridurre i possibili casi di corruzione, tangenti e malaffare all’interno della Pubblica Amministrazione: il problema, come annota bene “Italia Oggi” in uno speciale sul “caso” dei Whistle Blower (presentato proprio da Raffaele Cantone nel terzo rapporto Anac in merito) è il numero di pratiche ingolfano la Procura italiana con circa due fascicoli aperti al giorno solo da inizio 2018. «Sono già 334 i fascicoli aperti dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) nei primi cinque mesi del 2018: oltre due al giorno, il doppio rispetto al 2017. Sedici segnalazioni (a farle sono soprattutto dipendenti o dirigenti pubblici) di attività illecite o fraudolente sono già state inviate alla competente procura della repubblica per fatti di rilievo penale, dieci alla Corte dei conti per la probabile sussistenza di un danno erariale e 15 all’Ispettorato della funzione pubblica», segnalano i collegi di “Italia Oggi”. Non si tratta di una “diretta” conseguenza di quanto lamentava la Procura milanese con Greco, ma di certo è un dato utile a capire come spesso per nobili motivi si rischia di complicare e non semplificare una macchina già piuttosto complessa come quella dei tribunali e delle procure italiane. (agg. di Niccolò Magnani)



L’ESPOSTO SUGLI APPALTI COMUNALI

Procura di Milano contro l’Anac, acque agitate. Le accuse contro l’anti-corruzione hanno fatto rumore e il clima è teso. Il Corriere della Sera ha ripercorso il trattamento tortuoso dell’esposto Anac sugli appalti comunali con fondi Expo per il Tribunale. L’Anac ravvisò violazioni del codice degli appalti e molte altre irregolarità, tra cui potenziali conflitti di interesse nei tavoli tecnici. Dal canto suo, il Comune ribattè di aver operato unicamente solo su indicazioni dei magistrati milanesi e del Ministero. E la scoperta è legata al fatto che, oltre Milano, anche Brescia si era spogliata dle fascicolo a favore di Venezia, con un collaboratore che nel frattempo era diventato presidente della Corte d’Appello di Brescia. Venezia, a sua volta, spedì il fascicolo alla Procura di Trento, che dopo pochi mesi ha steso una richiesta di archiviazione, raccolta un mese e mezzo fa dal gip. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



FOCUS SUI RICHIEDENTI ASILO

Come vi abbiamo riportato, alta tensione tra la Procura di Milano e l’Anac, rea di aver “reso inutili le indagini”. Il responsabile Francesco Greco poi ha fatto retromarcia, evidenziando che “non c’era alcuna intenzione polemica”, evidenziando come i rapporti siano sempre stati ottimi. E all’interno del documento contestato c’è una parte rilevante dedicata al tema dei richiedenti asilo. Come riportato da Repubblica, sei richieste su dieci presentate sono state respinte dalla Commissione territoriale meneghina per il riconoscimento della protezione internazionale. E c’è di più: tra 2015 e 2017 i ricorsi sulle domande di protezione internazionali presentati alla nuova sezione immigrazione del Tribunale sono quasi raddoppiati: carico complessivo di 3647 procedimenti contro i 2007 di due anni fa. La guerra fredda proseguirà? Il documento della Procura di Milano ha suscitato “fastidio” e non sono escluse ripercussioni… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

LA PRECISAZIONE: “NESSUNA INTENZIONE POLEMICA”

Scontro aperto tra la procura di Milano e l’Anac: il procuratore Francesco Greco, durante la presentazione del bilancio di responsabilità sociale della procura, ha sottolineato come alcune modalità operative dell’Autorità nazionale anticorruzione abbiano di fatto reso impossibile il lavoro dei pm. La vicenda ha innescato inevitabili polemiche, quindi Greco è intervenuto per precisare il contenuto del passaggio riportato nel bilancio. «Credo che l’Anac sia importante e che il lavoro di Cantone sia encomiabile. Abbiamo solo indicato un problema tecnico sulla necessità di poter utilizzare quello che loro ci mandano in maniera più tempestiva», ha dichiarato come riportato dal Corriere della Sera. Il procuratore ha ammesso l’esistenza di un problema, ma ha precisato che i rapporti con l’Anac sono ottimi. «Non c’era alcuna intenzione polemica. Abbiamo solo indicato un problema tecnico sulla necessità di poter utilizzare quello che loro ci mandano in maniera più tempestiva, perché ritengo che l’unico sistema sia questo per poter valorizzare il loro lavoro che, ripeto, è importante». (agg. di Silvana Palazzo)

CANTONE NON COMMENTA, MA FILTRA “FASTIDIO E STUPORE”

La procura di Milano si scaglia contro l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. L’attacco è durissimo: è accusata di rendere “inutili” le indagini. Nel Bilancio di Responsabilità Sociale della procura, firmato dal responsabile Francesco Greco, si legge che l’Anac in attuazione del Protocollo di intesa del 5 aprile 2016 «ha trasmesso negli anni numerosi illeciti da cui si potevano desumere fatti di corruzione». Ma il ritardo con cui le notizie sono state trasmesse e in particolare le modalità di acquisizione degli elementi hanno determinato una discovery anticipata delle prove, rendendo inutili ulteriori indagini nei confronti di soggetti già allertati. Per ora Cantone non ha commentato, ma Repubblica parla di «fastidio, meraviglia e stupore per accuse generiche e non dettagliate» filtrati dall’Anac, che rivendica la correttezza delle proprie modalità operative. L’attacco comunque occupa solo poche righe all’interno del documento di 106 pagine.

PROCURA MILANO CONTRO ANAC: “RENDE INUTILI LE INDAGINI”

Il Bilancio di Responsabilità Sociale della procura di Milano è un documento corposo con il quale viene fotografata l’attività degli ultimi anni, sia della procura presso la corte d’appello che di quella all’interno del tribunale dei minori. Sono molti gli argomenti trattati: si va dalla riorganizzazione degli uffici al delicato tema delle intercettazioni. In questo contesto è stato presentato anche il bilancio di responsabilità sociale del tribunale, nel quale il tema dei richiedenti asilo è uno degli argomenti a cui è stato dedicato più spazio. Nel documento si legge che circa sei richieste su dieci sono state respinte negli ultimi anni dalla Commissione territoriale di Milano per il riconoscimento della protezione internazionale. Come riportato da Repubblica, sono quasi raddoppiati tra il 2015 e il 2017 i ricorsi sulle domande di protezione internazionale presentati alla nuova sezione immigrazione del Tribunale.