Una nuova tragedia ad alta quota si è consumata sul versante svizzero del Cervino dove un alpinista è morto dopo essere precipitato per 500 metri. La tragedia è avvenuta nella giornata di mercoledì 27 giugno ma resa nota solo nelle passate ore, come riporta l’agenzia di stampa Ansa. A diffondere la notizia è stata la polizia cantonale del Vallese che, attraverso un suo portavoce, ha così motivato la lunga attesa: “Aspettavamo di riuscire a identificarlo, ma era da solo e non abbiamo trovato documenti. Nessuno ci ha segnalato mancati rientri, per il momento non siamo ancora riusciti a dargli un nome”. Giallo, dunque, sull’identità della vittima per la quale le autorità svizzere avrebbero interpellato anche il Soccorso alpino della Guardia di Finanza di Cervinia anche se attualmente neppure sul fronte italiano risultano esserci attualmente denunce di scomparsa. Poche, dunque, le informazioni per poter ricostruire quanto realmente accaduto se non le parole dell’unico testimone che avrebbe assistito alla tragedia e che ha così potuto lanciare l’allarme.
SECONDA VITTIMA IN POCHI GIORNI
La polizia del Canton Vallese sta procedendo all’individuazione dell’alpinista morto dopo essere precipitato sul Cervino due giorni fa. A lanciare l’allarme è stato un altro alpinista che avrebbe assistito alla scena avvenuta intorno alle ore 12:30. Secondo la sua testimonianza, la vittima procedeva quasi certamente in discesa, lungo la via normale svizzera quando è precipitata dalla cresta Hornli, a 3800 metri di quota. Secondo quanto riferito dagli esperti, le condizioni per scalare la vetta non sarebbero ancora ottimali per via della grande quantità di neve in quota. La tragedia avvenuta lo scorso mercoledì segue quanto registrato solo la passata settimana, quando un fotografo moldavo era rimasto vittima sul Cervino. Questa volta però, a complicare le operazioni si aggiunge la mancata identificazione della vittima dal momento che l’alpinista scendeva dalla vetta Gran Becca, dov’era salito in solitaria.