Genova città di mare, città di incontri etnici, linguistici e incrocio di diverse culture: questo negli anno l’ha resa una delle città più contraddittorie e nello stesso tempo più affascinanti d’Italia. Dalle prossime settimane però il centro storico subirà una netta inversione e cambio di rotta per provare a “limitare” le bellezze che vi sono contenute dai tantissimi, ormai spesi dovunque, negozi “etnici” a più livelli e di più gradi svariati. Il Comune di Genova con l’operazione decoro prova a mettere un freno all’apertura di negozi come call center, phone center, money transfer, kebab halal e tutte quelle attività considerate “non decorose” all’interno del centro storico dichiarato patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. L’intesa raggiunta in queste ore vede la firma di Comune, Regione Liguria e Camera di Commercio: il tutto è stato sancito con un delibera comunale approvata in seduta straordinaria dalla giunta Bucci. Come riporta il Secolo XIX, tra le attività di cui sono vietate nuove aperture si trovano «lavanderie automatiche (con l’eccezione di quelle a cui si può accedere solo con tessera) ai phone center, passando per gli internet point, i “compro oro” (tranne le gioiellerie) e i sexy shop, per finire a discoteche, disco pub e night club».
LA GUERRA DEL COMUNE
Il divieto è stato messo a punto dall’assessore della Lega Paola Bordilli e verrà applicata nella zona rossa che comprendere tutte le vie più turistiche del capoluogo ligure: da Via Prà a Via del Campo alle zone attorno al Duomo, insomma quei vicoli meravigliosi narrati da De Andrè, Tenco, Fossati e tanti altri si ritrovano ora ad essere “difesi” dall’invasione vera e propria di negozi “indecorose” per l’elevato numero di attività nate nel giro di pochi anni. Se è vero che la ricchezza di quella città è proprio la sua straordinaria contraddizione di stili, etnie e tradizioni diverse tra loro, recuperare un equilibrio “ideale” potrebbe giovare alle stesse comunità straniere presente in gran numero nella città sul mare. «E’ un provvedimento per qualificare e rivitalizzare il centro storico», spiega l’assessore del sindaco Bucci che deve combattere con la bocciatura ricevuta da altri assessori per dubbi sulla compatibilità con le normative nazionali ed europee sulla concorrenza. Come spiega l’Ansa, «E’ prevista anche un’altra zona di maggiore pregio dove le attività potranno essere aperte solo se l’offerta commerciale sarà di qualità».