Il collega della Stampa Fabio Martini ha notato un punto molto poco enfatizzato dai media e dagli stessi protagonisti del Consiglio Ue conclusosi a Bruxelles con più accordi a parole che non “nei fatti”, come invece volevano Salvini, Merkel e gli stessi Paesi di Visegrad che pure nel borsino dei “vincenti” escono con le quote decisamente migliori. Intervenendo a “La bussola” su Rai News24, il giornalista si sofferma sul punto 6 delle conclusioni del Consiglio Ue: «Sul territorio dell’Ue coloro che vengono salvati, secondo il diritto internazionale, dovrebbero essere presi in carico, sulla base di uno sforzo condiviso, attraverso il trasferimento in centri controllati istituiti negli Stati membri, solo su base volontaria», si legge nelle conclusioni mostrate da Ansa e Tg Com24. Ecco, secondo Martini bisogna soffermarsi non tanto sulla mancanza di una “base obbligatoria” come invece voleva Conte e il Governo di Malta ma sul segnale positivo di quegli “Stati membri”. «Il fatto che i migranti una volta raccolti e portati negli hot spot diventano carico non del Paese di primo approdo ma di tutti gli Stati membri dell’Ue è un elemento molto importante», spiega il giornalista. In sostanza, se è vero che i vari Francia, Spagna, Germania possono opporsi a ricevere i migranti da Italia, Malta e Grecia, è anche vero che magari la volta dopo tali Paesi possano chiudere i porti in attesa che gli altri Stati membri “cedano” sulle loro posizioni ricevendo le loro quote di migranti. Si tratta ovviamente di un ragionamento e una pratica che si vedranno nelle pieghe dei regolamenti e degli accordi europei, ma che potrebbe non essere così tanto distante da quel concetto di “obbligatorietà di distribuzione” cui puntava il Governo gialloverde.. (agg. di Niccolò Magnani) 



MELONI: “ITALIA SCONFITTA E RAGGIRATA”

E’ scontro dopo il Consiglio dell’Unione Europea, fra il Premier Giuseppe Conte, ed Emmanuel Macron, inquilino dell’Eliseo. La diatriba è in particolare sui centri di accoglienza, che secondo il francese dovranno essere realizzati solo nei paesi cosiddetti di primo sbarco, quindi Italia, Spagna, Grecia e via discorrendo, mentre secondo il Bel Paese, dovrebbero invece essere installati da tutti i membri dell’UE. Nel frattempo è giunto anche il commento di Giorgia Meloni, la segretaria generale di Fratelli d’Italia, che attraverso la propria pagina Facebook non le ha di certo mandate a dire: «Italia sconfitta su tutta la linea al Consiglio europeo – scrive – i barconi carichi di clandestini continueranno ad arrivare e il costo dell’accoglienza sarà ancora interamente a nostro carico». Secondo la Meloni, il presidente del consiglio: «si è fatto raggirare da Merkel e Macron, che hanno invece ottenuto quello che volevano. Un disastro così evidente da costringere il ministro Salvini, competente sulla materia, a smorzare i toni trionfalistici dell’ingenuo premier Conte». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MACRON: “I PAESI DI PRIMO SBARCO…”

Mentre il presidente del Consiglio ribadisce di non aver sottoscritto alcun accordo specifico con la Germania della Cancelliera Merkel – «ci sono delle conclusioni ma nessun impegno specifico sui movimenti secondari e l’accoglienza in Italia» rilancia Conte – è il n.1 dell’Eliseo a parlare al termine del Consiglio Ue ribadendo che il concetto di Paese di primo arrivo non è assolutamente eliminabile dai trattati europei. «Il concetto di Paese di primo arrivo non si può cancellare: i centri di controllo per i migranti dovranno essere nei Paesi di primo sbarco», ergo, in Italia, Spagna, Grecia e Malta. Macron insomma, sebbene in opposizione aperta ai Paesi di Visegrad, condivide i medesimi “distinguo” nel non volerne sapere di centri di accoglienza sul suolo francese. Intanto la cancelliera Merkel tiene a precisare nella sua di conferenza stampa finale, come l’Italia non ha preso «nessun obbligo per mettere in piedi questi centri controllati e non vede assolutamente nessuna possibilità in merito. Inoltre, non vi sono accordi concreti bilaterale tra Italia e Germania sui movimenti secondari, perché per l’Italia è un problema cruciale la migrazione primaria e per ora è una posizione che rispetto», conclude la cancelliera. In soldoni, il bilancio del vertice Ue è stato “difficilissimo” e le conseguenze si dovranno vedere nei prossimi mesi e nei prossimi casi nel Mediterraneo: questo ha detto Conte, che richiama sempre alle azioni condivise tra tutti i Paesi, ma ora bisognerà vedere se realmente la Ue andrà oltre eventuali nuovi casi Aquarius e Lifeline. (agg. di Niccolò Magnani)



CONTE, “MACRON? ERA STANCO, LO SMENTISCO”

Nessun trionfalismo da parte del premier Giuseppe Conte dopo l’accordo sui migranti raggiunto al Consiglio europeo. Del resto la strada per concretizzare l’intesa sulla condivisione degli sbarchi è tutta in salita. Per ora riguarderebbe solo Italia, Spagna e Malta. «È troppo presto per parlare di successo», dice infatti il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Come riportato dal Fatto Quotidiano, l’accordo ha già le prime crepe. Dopo la minaccia di veto dell’Italia, è stata prevista una gestione “globale” del fenomeno auspicando la nascita di centri di prima accoglienza su base volontaria negli Stati membri. Ma è proprio sul fatto che non sia più obbligatorio farsene carico che emergono i primi contrasti. Questo perché il documento non supera il regolamento di Dublino, ma ipotizza solo una “riforma” che però deve avere il consenso unanime tra gli Stati membri. Esultano soprattutto i quattro Paesi Visegrad al vertice europeo, per «essere riusciti ad evitare la ridistribuzione obbligatoria dei migranti». Il ministro ungherese per le Politiche europee, Szabolcs Takacs, ha dichiarato: «L’Ungheria non diventerà un Paese di migranti». Non sono mancate in Italia le critiche dalle opposizioni, a partire dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti: «Sull’accoglienza, si deciderà in base a meccanismi volontari. Prima non funzionava l’obbligatorietà, figuriamoci la base volontaria». Alle critiche ha risposto il presidente del Consiglio in conferenza stampa: «Centri solo in Paesi di primo arrivo? Macron era stanco, lo smentisco. Ci saranno azioni condivise anche nel salvataggio. Se l’Italia ha aggredito gli altri Paesi? Si, un po’. Abbiamo rivoluzionato un po’ il tavolo e convinto 28 Paesi che non avrebbero condiviso neppure la logica di questo approccio». (agg. di Silvana Palazzo)

DISTRIBUZIONE SOLO SU BASE VOLONTARIA

L’Italia non è più sola, ma al momento solo a parole: il vertice di Bruxelles, usando le parole di Conte, «poteva andare meglio per l’Italia», anche se alcuni punti di accordo sul fronte migranti sono arrivati. «Vi devo fare una confessione, se avessi potuto scrivere da solo le conclusioni, qualche passaggio lo avrei scritto diversamente”, ma “considerato che si è trattato di una lunga e complessa negoziazione tra 28 Stati, non posso che ritenermi soddisfatto», spiega il Presidente del Consiglio rispondendo alle domande dei cronisti dopo che sono emersi i dettagli dell’accordo firmato dal Consiglio Ue. Visegrad esulta, «l’Europa ha adottato le nostre posizioni» e le opposizioni in Italia attaccano Salvini e Conte, «non mi sembra una grande idea passare come subalterni dell’Ungheria di Orban» spiega Andrea Orlando, ex Ministro della Giustizia in quota Pd. Il vero nodo della discordia, che rimane tale, è quello dell’accoglienza e distribuzione dei migranti una volta giunti nei porti di “primo approdo”: «I centri sorvegliati di accoglienza in Ue su base volontaria vanno fatti nei Paesi di primo ingresso, quindi sta a loro dire se sono candidati ad aprire questi centri, mala Francia non è un Paese di primo arrivo», ricordando ancora le parole di Macron che danno la cifra del mancato accordo, sostanziale, rispetto a quanto sperava l’Italia. Insomma, Dublino non è superato del tutto e le divisioni – purtroppo – restano forti. (agg. di Niccolò Magnani)

MACRON: “NO CENTRI ACCOGLIENZA IN FRANCIA”

E’ in corso il secondo giorno del Consiglio europeo a Bruxelles: al centro il tema migranti. Giuseppe Conte ha sottolineato che “l’Italia non è più sola”, ma attenzione a possibili frizioni con gli altri Paesi. Importanti in tal senso le parole di Emmanuel Macron, presidente della Francia: “I centri sorvegliati di accoglienza in Ue su base volontaria vanno fatti nei Paesi di primo ingresso, quindi sta a loro dire se sono candidati ad aprire questi centri, ma la Francia non è un Paese di primo arrivo”, riporta Tg Com 24. Macron ha poi sottolineato che “le regole di diritto internazionale e di soccorso in mare sono chiare: è il Paese sicuro piu’ vicino che deve essere scelto come porto di approdo. Le nostre regole di responsabilità sono altrettanto chiare, si tratta del Paese di primo approdo nell’Ue. In nessun caso questi principi sono rimessi in discussione dall’accordo raggiunto dai leader europei. Verso i Paesi di primo arrivi dobbiamo però essere più solidali”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“EUROPA PIU’ RESPONSABILE E SOLIDALE”

Giuseppe Conte è soddisfatto al termine del Consiglio Ue sul tema migranti. Il presidente del Consiglio ha illustrato ai microfoni della stampa i principi che sono stati affermati: “Da questo Consiglio europeo esce una Europa più responsabile e più solidale “ “E’ passato il principio che il tema della regolazione dell’immigrazione e della gestione dei flussi migratori deve essere affrontato secondo un approccio più integrato, che riguardi la dimensione esterna e quella interna all’articolo 1. Ancora all’articolo 1 è affermato il principio che chi arriva in Italia, arriva in Europa. All’articolo 3 è affermato il principio che tutte le navi che attraversano il Mediterraneo devono rispettare le leggi, anche le Ong, e non devono interferire con le operazioni della Guardia Costiera libica. Vi segnalo l’articolo 5, dove c’è il principio di un nuovo approccio per quanto riguarda i salvataggi in mare: si prevedono azioni coordinate tra gli Stati Membri. Sempre all’articolo 5 è prevista la possibilità di istituire dei centri di accoglienza per consentire sbarco e transito anche in paesi terzi”.

Continua l’esponente del Movimento 5 Stelle: “Un altro principio che segnalo, dall’articolo sei, prevede che in Europa si possono creare centri di accoglienza per gli stati membri su base volontaria, per i paesi che lo desiderano ci saranno centri su gestione collettiva europea. L’articolo 7 afferma il principio del rifinanziamento del fondo fiduciario per l’Africa. All’articolo 8 abbiamo chiesto che fossero intensificati i rapporti e gli accordi con i paesi da cui hanno origine i migranti. Infine, segnalo l’ultimo articolo, il 12: si afferma la necessità di riformare Dublino, tenendo conto delle persone che vengono soccorse in mare. Direi che nel complesso possiamo ritenerci soddisfatti: è stata una lunga negoziazione ma l’Italia da oggi non è più sola”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

SALVINI: “MAI PIU’ ONG IN ITALIA”

I 28 paesi membri dell’Unione Europea hanno raggiunto l’accordo in tema di immigrazione durante il consiglio in corso a Bruxelles. Esulta il premio Giuseppe Conte, che parla di “Italia non più sola”, mentre sembrerebbe essere un po’ più scettico il ministro dell’interno, Matteo Salvini, che ha confessato: «Non mi fido delle parole – dice, come riportato dall’agenzia Ansa poco fa – vediamo che impegni concreti ci sono perché finora è sempre stato ‘viva l’Europa viva l’Europa, ma poi paga l’Italia’. Vediamo che principi, che soldi e che uomini ci sono». La cosa certa, prosegue il vice-premier, è che le navi delle organizzazioni non governative non metteranno più piede sul suolo italiano da ora in avanti: «Non vedranno più l’Italia se non in cartolina – confessa il leader del carroccio – ora ci sono due navi davanti alla Libia di Proactiva Open Arms – ha aggiunto – chiedo che oggi stesso pubblichino l’elenco dei finanziatori». Quindi il segretario della Lega chiosa: «Fanno politica, mi danno del razzista e del fascista ma, come dicono i militari italiani e libici, aiutano gli scafisti». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

“DA OGGI L’ITALIA NON E’ PIU’ SOLA”

«Da oggi l’Italia non è più sola». Ha commentato così, il Premier Giuseppe Conte, l’accordo trovato nella notte a Bruxelles, durante il Consiglio dell’Unione Europea in corso. Ad annunciare l’intesa sull’immigrazione, nonché su altri temi caldi, è stato Donald Tusk, il presidente del Consiglio europeo, dopo un vertice fiume durato ben 13 ore e mezzo: «I 28 leader dell’UE hanno raggiunto un accordo – si legge sulla sua pagina personale Twitter – inclusa l’immigrazione». Soddisfazione, come dicevamo, in casa Italia, con il primo ministro del Bel Paese che lasciando i lavori ha spiegato: «Da oggi l’Italia non è più sola – le sue parole riportate dall’agenzia Ansa – da questo Consiglio europeo esce un’Europa più responsabile e più solidale».

IL PUNTO SUI CENTRI DI ACCOGLIENZA

Come chiesto da tempo dalla nostra nazione, il salvataggio dei migranti sarà ora un’azione condivisa da tutte le nazioni membre dell’UE: «E’ passato un nuovo approccio – ha proseguito Conte – per quanto riguarda i salvataggi in mare: d’ora in poi si prevedono azioni basate sulla condivisione e quindi coordinate tra gli stati membri». E’ passata la proposta dei centri di accoglienza per consentire lo sbarco, nonché il transito di migranti anche in paesi terzi; i centri di accoglienza si potranno creare nell’ambito degli stati membri, ma solo su base volontaria. L’Italia li creerà? «E’ una decisione che ci riserveremo ovviamente al livello governativo in modo collegiale – ha risposto il Premier – direi che non siamo assolutamente invitati a farlo».