Napoli, migrante accusato di terrorismo: “carabiniere invocava Salvini”. Fanpage ha intervistato Osman Munkail, il ghanese ritenuto coinvolto in attività terroristiche molto pericolose. Tre agenti sono stati arrestati per la vicenda, con l’extracomunitario che ha ricostruito quanto successo: “Anche io ero fuori da casa, poi i carabinieri sono entrati con una Fiat, sono scesi e uno ha detto ‘siamo poliziotti’”. Continua Osman: “Ho tirato fuori il mio permesso e glielo ho dato, lui lo ha messo in tasca. Andava avanti e indietro e poi mi hachiesto con chi parlavo al telefono, ho risposto con mia moglie e mio nonno, ha detto ‘stacca il telefono, dobbiamo fare un controllo in casa’. Volevano forzarmi, dicevano vieni con noi, dobbiamo controllare questa casa”.
LA RICOSTRUZIONE DI OSMAN MUNKAIL
Osman Munkail ha sottolineato: “Io ho detto di no, non abito qui. Mi hanno detto ‘ma tu stai qui fuori a telefonare, quindi vieni con noi’, ma io ho detto di no, che non potevo. Da lì mi hanno staccato il telefono, poi sono andati sul retro della casa e dicevano ‘vieni con noi’. Avevano il mio permesso di soggiorno e non potevo allontanarmi quindi sono andato”. Il ghanese ha poi evidenziato: “Mi hanno portato dietro la casa, il carabiniere con la maglia rossa ha detto ‘vedi cosa abbiamo trovato’, hanno aperto ed era una pistola. Io gli ho detto che non era vero, avete messo voi questa pistola qui, qui non esistono queste cose. Il carabiniere lungo che ho visto per ultimo mi ha dato gli schiaffi in faccia”. Ed ecco il richiamo al ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Mi ha detto: ‘è finita, tu devi morire in galera, è finita. Adesso le tue ore sono finite, tu sei musulmano, guarda il punto di preghiera, sei musulmano. Mo che è arrivato Salvini e Renzi non ci sta, è arrivato Salvini, vi dobbiamo fare un culo così”. La replica sincera di Osman: “Ho detto: ma quello che voi state facendo non va bene, non è vero”.