Il sindaco della Capitale Virginia Raggi è tornata a parlare del progetto dello stadio per la A.S. Roma, il giorno dopo le accuse pesantissime rivolte da Parnasi a tutto il sistema politico romano, dunque anche lo stesso M5s coinvolto doppiamente per il “caso” Lanzalone. Ebbene, la prima cittadina non ha commentato nulla a riguardo ma si è limitata a dire – intervenendo all’inaugurazione di un campetto playground di basket nel quartiere “Talenti” di Roma – che lo stadio di Tor di Valle si farà (forse). «Lo stadio si farà? Adesso vedremo, c’è un’attività di verifica: se tutto risponderà e sarà rispettato, immagino si andrà avanti», ha spiegato il sindaco grillino riportata dall’Ansa. «Capite bene che alla luce delle notizie che escono, sarà fondamentale verificare bene ogni cosa», conclude Virginia Raggi con evidente riferimento all’interrogatorio fiume del costruttore che sta facendo “tremare” la Capitale.
“LANZALONE? LO PAGAVO PER RAPPORTI CON M5S”
Emergono nuovi dettagli sull’interrogatorio di Luca Parnasi, in particolare sul rapporto stretto che intercorreva con l’avvocato grillino e Presidente di Acea, Luca Lanzalone: secondo quanto riportato questa mattina su La Stampa, l’imprenditore-costruttore accusato di corruzione ha spiegato ai pm che non pagava soltanto i vari rappresentati dei partiti politici della capitale ma i suoi “fondi” finivano anche all’avocato genovese che era stato mandato a Roma per scelta del Sindaco Raggi e del direttivo M5s per risolvere i vari problemi esistenti. «Si occupava della questione stadio per conto del Campidoglio, era il delegato della Raggi. Ho affidato quelle consulenze a Lanzalone per questo, ed è normale per noi imprenditori cercare appoggi di un certo tipo nelle amministrazioni», avrebbe sostenuto Parnasi davanti ai giudici. Inoltre, davanti a Paolo Ielo e Barbaza Zuin che gli contestavano durante l’interrogatorio una serie di accordi corruttivi da circa 100mila euro, il costruttore si “difende” così: «Erano consulenze per tenere buoni rapporti con una persona importante all’interno del Movimento 5 Stelle. Sono anni che pago tutti i partiti per ottenere appoggi nelle mie attività imprenditoriali». Dalle indagini emerse, la ricostruzione dell’accusa spiega come in cambio Lanzalone avrebbe messe a disposizione la sua funzione di “pubblico ufficiale di fatto” favorendo Parnasi e la sua società nell’affare dello stadio a Tor di Valle. (agg. di Niccolò Magnani)
L’INTERROGATORIO DI 11 ORE DAVANTI AI PM
Sono state praticamente 11 le ore consecutive in cui Luca Parnasi, costruttore molto potente arrestato qualche settimana fa in merito alle ben note vicende dello stadio della Roma: un fiume in piena l’ex ad di Eurnova che ha voluto collaborare con i giudici cercando di trovare così da un lato uno sconto sulla possibile pena e dall’altro il tentativo di svelare l’intero “sistema Parnasi” ancora alquanto nebuloso per gli stessi inquirenti. L’affermazione più grave – ma anche quella più generica a cui ora si dovrà scoprire se non sia una “boutade” oppure la reale verità delle cose – è quella su cui ieri hanno titolato tutti i media: «ho pagato tutti i partiti» nei suoi affari a Roma, non solo per via dello Stadio di Tor di Valle. È quello che ha riportato il suo avvocato Giorgio Tamburrini all’uscita dall’interrogatorio-fiume in carcere di Rebibbia: finora Parnasi non aveva risposto ad alcuna domanda e dunque tutte le dichiarazioni di ieri saranno messe sotto studio e controprova rispetto agli altri indizi e prove raccolte fino a questo momento. Le ammissioni di Parnasi confermerebbero l’impianto accusatorio di un sistema corruttivo diventato un «asset di impresa» della stessa Eurnova: non è chiaro però quali siano quei “tutti partiti” visto che ovviamente resta un’accusa molto generica e finora non comprovata da fatti. In una corruzione centrale nell’inchiesta, Parnasi avrebbe detto «Spenderò qualche soldo sulle elezioni, è un investimento che devo fare, molto moderato rispetto a quanto facevo in passato… Però la mia forza è quella che alzo il telefono…», e poi ancora in un altro passaggio intercettato, «Domani c’ho un altro meeting dei 5 Stelle, perché pure ai 5 Stelle gliel’ho dovuti dare». QUI TUTTI I DETTAGLI DEL LUNGO INTERROGATORIO DI IERI