Gli Scavi di Pompei negli ultimi giorni hanno portato alla luce alcune importantissime scoperte che potrebbero meglio spiegare quale era il clima sociale ed economico nell’anno 79 d.C. Prima la scoperta dello scheletro dell’ultimo fuggitivo, l’uomo claudicante ucciso dall’eruzione del Vesuvio, poi il suo tesoretto incastonato nel petto, quasi in segno di protezione ma anche di speranza di una vita migliore altrove se solo fosse sopravvissuto alla furia del vulcano. Oggi invece, è l’indignazione più che lo stupore per queste interessanti scoperte oggetto del duro lavoro degli archeologi, a caratterizzare gli Scavi di Pompei, letteralmente investiti dalla denuncia. A non andare giù, come spiega il quotidiano Il Mattino, sarebbe la vista dei tanti turisti mentre “calpestano” i tesori dell’antica città simbolo storico ed archeologico. Tutto sarebbe partito dallo scatto che immortala un giovane visitatore francese che si fa fotografare sulla colonna della Basilica degli Scavi, ignaro (o semplicemente non curante) del grave danno che potrebbe arrecare al monumento. Quel patrimonio così prezioso è al tempo stesso molto fragile motivo per il quale gli stessi studiosi, archeologi e guide turistiche hanno puntato il dito contro i “danni da pressione antropica”, sempre più evidenti.



L’INDIGNAZIONE DEGLI ESPERTI

A sollevare un moto di indignazione e avanzare la segnalazione al Parco Archeologico degli Scavi di Pompei è stato il ricercatore e divulgatore di storia locale, Vincenzo Marasco. A fargli eco è poi stato il professor Antonio De Simone, noto archeologo di fama mondiale nonché docente universitario che si è pronunciato nelle ultime ore attraverso Facebook mostrando la sua preoccupazione e lanciando una proposta. “È così difficile distribuire ai visitatori con il biglietto un volantino per ricordare che Pompei non è tanto l’eccezionalità della scoperta, ma un documento della storia che va rispetto con congrui comportamenti, da esplicare con testi e vignette?”, ha commentato l’esperto. Numerose le segnalazioni giunte alla pagina Facebook del Parco Archeologico di Pompei, relative al turista seduto sulla colonna della Basilica, alle quali lo staff social ha replicato annunciando di aver inoltrato a chi di dovere per “i dovuti provvedimenti”.

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