Le forti dichiarazioni del ministro Fontana sull’inesistenza delle famiglie arcobaleno ha sollevato un forte tumulto che ha visto schierati in prima linea molti artisti, a partire dal cantante si Latina Tiziano Ferro. Rilanciando l’hashtag #gayfamily, Ferro ha messo in chiaro la sua posizione contraria alle parole del ministro ma nel corso della giornata altri cantanti hanno fatto sentire la propria voce. Dopo Ermal Meta ed il suo lungo post su Facebook è intervenuta via social anche Emma Marrone. La cantante salentina non è affatto nuova ad esternazioni di vicinanza alla comunità LGBT ed anche in questa circostanza ha voluto pubblicare sia nelle storie di Instagram che su Twitter una sua vecchia immagine che la vedeva in prima linea ed allegando un messaggio forte ed un hashtag assolutamente provocatorio: “ciao Fontana #ArrestateciTutti” e taggando l’account ufficiale di Famiglie Arcobaleno. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



ANCHE ERMAL META SI SCHIERA

Dopo Tiziano Ferro arriva anche la replica del collega Ermal Meta alle parole del ministro Fontana sulle famiglie arcobaleno. Il cantante di Latina si è espresso molto chiaramente sull’argomento ed a fargli eco, nelle passate ore, è stato anche il cantante di origini albanese, vincitore dell’ultimo Festival di Sanremo in coppia con Fabrizio Moro. Attraverso la sua pagina Facebook ha tuonato: “Rientro oggi e leggo di dichiarazioni da parte del ministro #fontana che in nome del suo essere cristiano dichiara invisibili le unioni arcobaleno. Ma davvero credete che al buon Dio interessi come raggiungete l’orgasmo?”. “Non gli interessa nemmeno di cosa vi rende felici, ma che siate felici. E allora Siate persone felici, di questo c’è bisogno. Di persone felici. A qualsiasi costo”, ha chiosato, aggiungendo poi due hashtag molto eloquenti, #altrochechiacchiere #altrocheindicisollevati. Chi altro si accoderà ai due cantanti? (Aggiornamento di Emanuela Longo)



L’ATTACCO DI TIZIANO FERRO A FONTANA

Le parole del ministro Lorenzo Fontana sulle famiglie gay non sono piaciute praticamente da tutto il mondo dello spettacolo, dello star system, della cultura progressista e da tantissima gente comune che concepisce la presenza di famiglie “arcobaleno” come un fattore ormai da accettare e riconoscere alla stessa stregua di quelle “normali”. Un polverone incredibile a cui non si ritrae neanche Tiziano Ferro, tra i maggiori esponenti della musica italiana che dal 2010 ha fatto coming out sulla sua omosessualità: con una story su Instragram il cantante di Latina ha voluto manifestare tutto il suo dissenso all’intervista rilasciata dal Ministro della Famiglia al Corriere della Sera con un post-it rosso su cui ha scritto «non voglio supporto, mi basterebbe smettere di sentirmi INVISIBILE!». Una serie di hashtag poi richiamano alle battaglie per i diritti civili della comunità LGBT e al Lazio Gay Pride al quale Tiziano Ferro ha dato pieno appoggio e assenso. Nel 2015 lo stesso Tiziano spiegò che tantissime persone «ancora non sanno cosa sia l’omosessualità. L’amore è spesso vittima di persecuzione, bisogna parlare anche di questo», ebbe a dire durante un concerto live.



GLI ATTACCHI DELLA CIRINNÀ E LA DIFESA DI FEDRIGA

«Le famiglie Arcobaleno al momento per la legge non esistono», aveva detto il Ministro nella sua prima intervista dopo la nomina ufficiale, scatenando un putiferio nel web e nella società che si è abbattuto sull’intero governo M5s-Lega. Subito le distanze le hanno prese in tanti dallo stesso Fontana, Salvini e Di Maio in primis, ma resta il contenuto della vicenda che in pochi hanno realmente approfondito fermandosi ai “titoli” lanciati dai media. «Verso i bambini non ci sarà mai nessun tipo di discriminazione. Quando verranno presi provvedimenti in favore dell’infanzia saranno estesi a tutti i bambini, indistintamente e indipendentemente dai genitori», ha detto Fontana spiegando che siccome al momento non esiste una legge che mette sullo stesso piano le famiglie con bambini dalle unioni civili da poco divenute legali, bisogna ben codificare tutti i cambiamenti che stanno avvenendo. Per Monica Cirinnà, firmataria della legge sulle Unioni Civili, le parole di Fontana sono scandalose: «parole pericolose che possono scatenare campagne omofobe contro i nostri figli». Di contro, tra i pochi che difendono a livello pubblico il Ministro è un suo compagno di partito, Massimiliano Ferida da poco eletto Presidente del Friuli Venezia Giulia: solleva un punto interessante sul quale bisognerà discutere, provando ad andare oltre alle polemiche strumentali – su entrambi i fronti della contesa – che non aiutano ad affrontare con serietà un problema importante della nostra società. «Vogliono far passare chi dice che un bambino ha diritto ad avere papà e mamma come un razzista omofobo. Siamo alla follia! Bravo il ministro Lorenzo Fontana che pensa ai diritti dei bambini».