Salgono purtroppo a 48 i corpi senza vita recuperati al largo della Tunisia per il gravissimo naufragio avvenuto domenica mattina all’alba: in tutto ieri, assieme ai morti nel Mar Egeo, sale a 55 la conta delle vittime innocenti che hanno perso la loro vita tentando di raggiungere l’Europa, l’Italia, la Grecia, dovunque non sia il Nord Africa da dove giungevano i tantissimi clandestini imbarcati da scafisti senza scrupoli nella maggior parte dei casi. Le unità di soccorso della marina tunisina sono intervenute dopo l’Sos per un peschereccio in difficoltà: secondo fonti della sicurezza locale rilanciate dall’Ansa – con il racconto di un superstite – «a bordo dell’imbarcazione viaggiavano circa 180 persone (un’ottantina provenienti da paesi africani, oltre ai tunisini), il che fa temere un numero di vittime più alto». Intanto mentre avvenivano i due drammi lontani tra loro, in Tunisia e sul Mar Egeo, i servizi di salvataggio marittimo spagnoli salvavano almeno 240 migranti partiti ancora dal Nord Africa a bordo di 11 diverse barche che hanno segnalato difficoltà notevoli per via delle acque agitate. Ci sarebbe una vittima, annegato mentre giungevano i soccorsi, con tutti gli altri trasportati dalle ong spagnole ancora non si sa dove, se sulle rive del Nord Africa, in Spagna e forse anche in Italia. 



AL VIA L’IDENTIFICAZIONE DELLE VITTIME

Nelle ultime ore il numero dei morti del terribile naufragio in mare, al largo delle coste tunisine di Kerkennah, è aumentato ulteriormente arrivando a 48 vittime. A riferire il nuovo drammatico bilancio, come spiega l’agenzia di stampa Ansa, è stato il ministero dell’Interno tunisino nel suo ultimo comunicato. Sulla tragedia la procura di Sfax ha aperto ieri un’inchiesta. Secondo l’importante testimonianza di un superstite, come ampiamente ribadito, sull’imbarcazione erano in circa 180 migranti ma solo 68 sono stati tratti in salvo, di cui 60 di nazionalità tunisina, mentre i restanti sarebbero due marocchini, un libico e cinque di altri paesi dell’Africa. Intanto, presso l’ospedale Habib Bourguiba di Sfax sono cominciate le operazioni che porteranno all’identificazione dei corpi recuperati in mare. Morti anche nel Mar Egeo orientale, al largo delle coste turche in seguito ad un altro tragico naufragio causato da un’avaria al motoscafo sul quale viaggiavano in 15 persone. In nove avrebbero perso la vita, di cui sei bambini, mentre una persona risulterebbe ancora dispersa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“ERAVAMO IN 180”

Una nuova strage in mare, il secondo naufragio in meno di 24 ore. Almeno 46 migranti sono morti, altri 68 sono stati tratti in salvo dopo che l’imbarcazione su cui viaggiavano è affondata a largo della Tunisia. Un sopravvissuto al naufragio ha dichiarato alla radio locale Mosaique Fm che a bordo di quell’imbarcazione colata a picco c’erano almeno 180 persone, mentre la capacità massima era di una settantina di persone. «L’imbarcazione – ha spiegato, come riportato dal Messaggero – è salpata ieri sera intorno alle 20.30 e ha iniziato a imbarcare acqua fino ad inabissarsi». Il tratto di mare antistante le isole Kerkennah fu teatro l’8 ottobre 2017 di un altro naufragio, nel quale 38 migranti tunisini persero la vita e altri 38 vennero soccorsi. In quell’occasione un barcone di migranti diretti in Italia, venne speronato da una nave della marina tunisina. E il premier Youssef Chahed la definì una «tragedia nazionale».(agg. di Silvana Palazzo)



SANT’EGIDIO, “INTERVENGA UE”

Sale a 46 il bilancio drammatico del naufragio della maxi imbarcazione diretta verso le nostre coste ma affondato di fronte alle coste tunisine, non lontano da quelle spagnole: «imbarchiamo acqua, salvateci!», è stato il messaggio forse degli stessi scafisti lanciato verso la Guardia Costiera di Tunisi. Erano circa in 180 su quel maledetto barcone: 67 sono stati salvati, 46 ritrovati morti annegati durante la notte di naufragio ma purtroppo se la matematica non è un’opinione ci sono almeno altre 66-67 persone che mancano all’appello e di cui si teme purtroppo la fine peggiore nel viaggio di disperazione intrapreso verso una condizione migliore in Italia o in Spagna. Forse, come riporta l’agenzia di Tunisi, erano diretti all’isola greca di Kastellorizo, l’approdo Ue più vicino alla rotta, i migranti naufragati nell’altra tragedia avvenuto in Mar Egeo sempre questa domenica: una strage di bimbi che non deve più accadere ma che purtroppo nessuno finora è stato in grado di fermare. «Inaccettabile la strage di sei bambini; […] Occorre – scrive l’organizzazione religiosa in una nota – che l’Europa superi le sue sterili divisioni e affronti il fenomeno dell’immigrazione con una politica che coniughi umanità e sicurezza».

MOLTI DISPERSI, 35 MORTI IN TUNISIA

E’ un doppio naufragio quello che si è registrato nelle passate ore nel Mediterraneo e che ha visto numerose vittime tra gli immigrati quasi certamente diretti verso l’Europa. Il bilancio dell’ultima tragedia in mare è destinato ad aumentare con il passare delle ore e al momento, come spiega AdnKronos, si parla di almeno 35 morti tra i migranti al largo delle coste tunisine e 68 le persone tratte in salvo, tra “tunisini e stranieri”. In totale, sull’imbarcazione erano presenti circa 180 persone, molte delle quali risultano attualmente disperse. Stando a Repubblica.it, Guardia nazionale e unità della marina hanno individuato l’imbarcazione a circa 30 chilometri al largo dopo una richiesta di soccorso giunta intorno a mezzanotte. Le operazioni di ricerca dei dispersi proseguono, non solo attraverso la presenza dei sommozzatori ma anche per via aerea. Nelle medesime ore, avveniva un’altra tragedia in mare, in Turchia, dove sono 9 le vittime certe, sei delle quali minori, tutti annegati nel Mar Egeo dopo un’avaria del motoscafo sul quale viaggiavano, affondato nei pressi dell’isola di Kekova Geykova. Tre uomini e una donna sono stati salvati dalla Guardia Costiera, mentre un altro migrante da un peschereccio. Ancora un uomo, invece, risulta essere disperso. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

35 VITTIME AL LARGO DELLE COSTE TUNISINE

Il mare torna a fare stragi di innocenti: nove migranti, tra cui sei bambini, sono morti dopo che il motoscafo sul quale viaggiavano è affondato tragicamente al largo delle coste turche ed altre 11 sono morte al largo delle isole Kerkennah, in Tunisia. Secondo quanto riferito da Il Secolo XIX il motoscafo avrebbe registrato un’avaria nel golfo di Antalya. Cinque persone sono state salvate, mentre una al momento risulta essere ancora dispersa. Tra le vittime, oltre ai sei bambini, anche una donna e due uomini sulla cui nazionalità non ci sarebbero ancora informazioni certe. I migranti, secondo quanto trapela dall’agenzia Dogan, erano diretti verso le coste dell’Europa sebbene non si conosca la meta precisa. Un secondo naufragio si è registrato in Tunisia e in questo caso sono stati 35 i migranti rimasti uccisi, 67 tratti in salvo. Come spiega l’agenzia di stampa Ansa, stando ad alcune fonti della sicurezza, erano in tutto 180 i migranti a bordo del barcone tra cui circa 80 provenienti da altri paesi africani, oltre a molti cittadini tunisini. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

MAR EGEO, NAUFRAGIO: LE VITTIME

Due tragedie nel giro di poche ore porta alla luce, alle porte dell’estate, la rinnovata tragedia delle morti in mare per i tanti migranti caricati sui barconi nel Mediterraneo con la buona stagione meteorologica che farà aumentare decisamente gli sbarchi (come abbiamo già visto in Italia a Pozzallo nelle scorse ore). Alle coste della Turchia nel Mar Egeo un motoscafo con a bordo una quindicina di disperati che cercavano il continente euro-asiatico per scappare dalla fame e dalla guerra in Africa e Medio Oriente: nove persone tra cui purtroppo sei erano bambini, sono morti e ritrovati dalla Guardia Costiera turca dopo le ricerche delle ultime ore. Il motoscafo che stava attraversando l’Egeo per arrivare alle coste turche pare abbia avuto una avaria nel distretto di Demre (nel golfo di Antalya) dove di norma è frequentato da moltissimi turisti: cinque persone sono state ripescate invece vive, tre uomini, una donna e un quinto ancora senza identità. Il tutto è riportato dall’agenzia Anadolu che riaccende i riflettori delle tragedie in mare dell’estate di continui flussi migratori: «A perdere la vita sono stati sei bambini, due uomini e una donna, le cui nazionalità non sono state rese note», spiega l’Ansa riportando il bilancio finale della strage di migranti nel Mar Egeo.

SALVINI, “AL GOVERNO NON CI SONO BATMAN O ROBIN”

«Oggi altri morti in mare: il Mediterraneo è un cimitero. C’è un unico modo per salvare queste vite: meno gente che parta, più rimpatri. Non c’è lavoro per italiani, non c’e nulla di semplice. Al governo non ci sono né Batman né Robin», ha spiegato dalla Sicilia il neo Ministro dell’Interno Matteo Salvini, già nelle scorse ore piuttosto critico sui barconi che ogni estate giungono nel nostro Paese e in tutte le coste del Mediterraneo. La tragedia in Turchia però non è rimasta “isolata” visto che anche in Tunisia si contano nuove stragi sempre per barconi affondati pieni zeppi di disperati “pellegrini” del mare: sono 11 i cadaveri ripescati in Tunisia meridionale, mentre ben 67 sono le persone portate in salvo dai soccorritori intervenuti dopo l’ufficiale segnalazione di un barcone in difficoltà. Come invece riporta Repubblica, «Nella notte un’imbarcazione su cui viaggiavano decine di migranti era “sul punto di colare a picco” al largo delle coste del governatorato di Sfax», si legge in una nota del ministero dell’Interno del paese nordafricano.