Scatta il bollino nero a Venezia. Nel weekend in corso, approfittando della festa della repubblica, la città lagunare ha introdotto per la prima volta un tecnologico sistema che permette di limitare gli accessi al cuore della splendida città veneta, leggasi Piazza San Marco o il Ponte di Rialto. Telecamere appostate ai vari varchi calcolano in maniera automatica il numero dei turisti, e chiudono temporaneamente gli accessi quando si raggiunge una determinata soglia, evitando così rischi per la sicurezza. Un sistema che ha scatenato le proteste dei centri sociali, che hanno manifestato nel pomeriggio di ieri per circa un’ora, al grido di «Venezia non è Disneyland». I “protestanti” non condividono le limitazioni agli accessi, e ieri lo hanno fatto ampiamente capire.



LE PAROLE DEL SINDACO

Quella delle limitazioni alla laguna è una prassi che proseguirà fino al prossimo settembre, quando ci sarà la Regata storica, classico appuntamento di fine estate. Sui 90 giorni che ci separano dall’evento, ben 55 saranno infatti interessati dagli accessi limitati, nel periodo ovviamente più caldo per il turismo veneziano. A breve verrà tra l’altro adottata una nuova tecnologia che offrirà dei dati ancora più certi sulle presenze, come spiega il quotidiano La Stampa, con un software innovativo introdotto per la prima volta al mondo proprio a Venezia. Sulla questione è intervenuto anche il sindaco Luigi Brugnaro, che ha ammesso: «Non si tratta di tornelli veri e propri che si aprono e chiudono ad ogni passaggio ma varchi presidiati da steward per rispondere all’esigenza, non più prorogabile, di gestire i flussi di turisti, come già previsto nel piano presentato all’Unesco per salvare Venezia. Sarebbe illogico pensare di chiudere una città così bella e così aperta. Dobbiamo solo renderla più vivibile».

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