E’ nato a Milano il comitato pro streghe, che chiede una targa o un monumento sul tipo di quello dedicato a Giordano Bruno a Roma, bruciato vivo in quanto ritenuto eretico, il che non significa che era uno “stregone”, tutt’altro. Quelli di Milano invece vogliono onorare tutte le persone che “furono vittime dell’intolleranza, soprattutto donne accusate di essere streghe”. Chiunque può aderire per sostenere l’iniziativa: associazioni, scuole, singoli cittadini, esponenti del mondo della cultura. Non solo un monumento, ma una intera giornata del ricordo “per le vittime milanesi dell’Inquisizione e un’opera plastica da affidare a un liceo milanese da porre in piazza Vetra”: “I pericoli del pensiero unico, dell’ intolleranza, non sono mai finiti, sotto le loro varie forme, e occorre passare il testimone alle nuove generazioni con un luogo e un giorno del ricordo ad hoc” sostengono gli ideatori del progetto. C’è tanta ignoranza in questa richiesta e soprattutto ambiguità, perché Inquisizione, per queste persone, fa rima con la Chiesa e dunque in modo sottile si vuole sottolineare come la Chiesa nei secoli stia stata struttura di oppressione. C’è del vero ovviamente, ma chissà se questi promotori sanno che la figura dell’avvocato difensore venne istituita proprio dall’Inquisizione ad esempio, figura fondamentale per una corretta applicazione della giustizia.
STREGHE DELLA VETRA: A MILANO MONUMENTO VITTIME INQUISIZIONE
Fu introdotto l’uso di trascrivere quanto si diceva nel processo, onde fornire prove; si istituì la giuria popolare, insomma i processi dell’Inquisizione erano più democratici di quelli degli stati e dei re. Chissà se sanno che la stragrande maggioranza di casi di “caccia alle streghe” avvenne nei paesi del nord Europa, quelli a maggioranza protestante, e i casi nei paesi cattolici come la Spagna e l’Italia furono pochissimi. Ci si misero poi gli illuministi, come risulta dagli studi degli storici Edward Peters ed Henry Kamen, per screditare l’immagine dell’impero cattolico spagnolo. E’ la ben nota leggenda nera, che molti storici hanno in gran parte demolito. Pensiamo al caso del giudice inquisitore Bernardo Gui che a Tolosa, in 50 anni di attività, condannò a morte 42 persone su un totale di 900 processate. Ma veniamo alle cifre: secondo il simposio internazionale sull’inquisizione tenuto in Vaticano nel 1998, in Germania furono inquisite e accusate di essere streghe 25mila persone: in Polonia 10mila; in Svizzera 4mila, nel Regno Unito mille. In Spagna 49 e in Italia 36! Venendo a Milano, si ha la notizia di un primo caso in realtà uno stregone, tale Gaspare Grassi da Valenza accusato di essere un “pubblico negromante, incantatore di demoni, uomo di eretica pravità e relapso nella abiurata eresia”. La sua esecuzione avvenne il 16 settembre del 1385 davanti a una grande folla. Di “sabba” e riti orgiastici furono accusate e bruciate nel 1390 due donne, Pierina de’ Bugatis e Sibillia Zanni. Durante l’episcopato di Federico Borromeo tra il 1595 e il 1631 sarebbero state bruciate vive nove streghe e uno stregone, il luogo delle esecuzioni Piazza Vetra. Gli ultimi due casi registrati sono del novembre 1641 quando vengono bruciate in piazza Vetra Anna Maria Pamolea, padrona, e Margarita Martignona, sua serva. Sono le ultime due “streghe” condannate a Milano. D’altro canto erano tempi in cui si bruciava vivo anche chi era troppo cattolico, basti pensare a Giovanna d’Arco.